L'ex leader di An condannato a due anni e otto mesi per la vendita della casa a Montecarlo al termine di un processo durato sette anni, un'eternità. Pochissime le reazioni alla sentenza, segno dell'isolamento politico vissuto oggi da Fini. Il retroscena sulla "maledizione della gattara"
Abbassa il capo per un attimo, Gianfranco Fini, mentre ascolta la giudice del tribunale di Roma pronunciare la condanna nei suoi confronti a due anni e otto mesi per il caso della vendita dell’appartamento di Montecarlo. Un accenno di sconforto, a cui si unisce un senso di smarrimento: gran parte delle accuse mosse dai pubblici ministeri, che avevano chiesto per l’ex presidente della Camera una pena a otto anni, è stata bocciata dal collegio giudicante. L’unica colpa riconosciuta a Fini è quella di aver autorizzato la vendita dell’appartamento nel 2008 per circa 300 mila euro. “Ma questo lo sapevano tutti, in cosa consista il reato non mi è chiaro”, dice l’ex leader di Alleanza nazionale, che poi si apparta alcuni minuti con i suoi legali, gli avvocati Sarno e Grimaldi.
Le inchieste, gli editoriali, le newsletter. I grandi temi di attualità sui dispositivi che preferisci, approfondimenti quotidiani dall’Italia e dal Mondo
Classe 1991, abruzzese d’origine e romano d’adozione. E’ giornalista di cronaca giudiziaria e studioso della magistratura. Ha scritto "I dannati della gogna" (Liberilibri, 2021) e "La repubblica giudiziaria" (Marsilio, 2023). Su Twitter è @ErmesAntonucci. Per segnalazioni: [email protected]