Gli africani filoccidentali sono molto frustrati per il modo in cui europei e americani li stanno trattando da vent’anni e più ancora negli ultimi cinque. Due eventi giganteschi e inattesi sono accaduti: la Francia, che ha mantenuto un esercito permanente nell’Africa occidentale (che infatti è diventata spontaneamente francofona), ha mollato tutto e si sta ritirando.

E al suo posto subentra la Russia che non usa un esercito nazionale ma i mercenari della Wagner, ceceni e la sua legione straniera. La Russia ha favorito e protetto diversi colpi di Stato nell’area del Niger costringendo gli americani presenti come istruttori, a fare le valigie come i francesi.

Ora diventa concreta l’idea del “Piano Mattei” pensata dal governo italiano prendendo il suo nome dal coraggioso e persino spregiudicato Enrico Mattei presidente dell’Eni che diventò una delle potenze petrolifere internazionali e che ci rimise la pelle in un incidente aereo causato da un cacciavite nel motore.

Molte le parole e le giustificate fantasie e perfino l’inevitabile retorica, anche perché i Paesi dell’Africa del Nord ci stanno e forse non vedono l’ora. Il ministro degli Esteri nonché vicepresidente del Consiglio Antonio Tajani ha presieduto le cabine di regia, cioè grandi tavolate cui partecipano tutti gli enti, i servizi, le agenzie interessate.

La Presidente Meloni ha fatto da rompighiaccio in Tunisia scoprendo che i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo sono evoluti e hanno una classe dirigente che studia ad Harvard. Le intenzioni sono utili e nobili, ma all’ordine del giorno dovrebbe essere scritto: e che facciamo con la Russia?

E poi: come ci troveremo con la Cina? Mosca fa come le tre scimmiette che non vedono, sentono e parlano e intasca i proventi delle rapine nelle miniere d’oro ma Sergei Viktorivic Lavrov, ministro degli esteri russo, non sa nulla.

La Cina sta comperando ad uno ad uno i Paesi africani imponendo le sue strutture stradali, industriali e commerciali fornite chiavi in mano con mutui infiniti mettendo le mani su ogni economia. La presenza cinese è enorme, quella russa è feroce e la Francia, che è una potenza, ha preferito ritirarsi dal gioco nel quale l’Italia entra piena di idee ma senza protezione di sicurezza.

Riusciranno i nostri eroi a ritrovare il loro amico scomparso in Africa? Era il titolo di magnifico film con Alberto Sordi e Nino Manfredi che torna utile. Lo scomparso è il senso pratico immerso nella realtà che avevano sia Enrico Mattei che Bettino Craxi quando guidava una politica intraprendente sia in Tunisia che nelle ex colonie Somalia ed Eritrea.

Operare non “in” Africa, ma con l’Africa è un davvero sogno ma per ora privo di proporzione fra propositi lodevoli e confronto con una realtà costosissima. L’Africa oggi è un campo di battaglia e rapina di eserciti e interessi forti e armati che agiscono sia come predoni locali che come giocatori del “Big game” planetario. Non si può fare come Tintin, eroe di un fumetto coloniale francese, che girava armato di un acchiappafarfalle. E ad ispirarsi troppo fedelmente a Mattei si rischia di fare la sua fine.

Paolo Guzzanti

Giornalista e politico è stato vicedirettore de Il Giornale. Membro della Fondazione Italia Usa è stato senatore nella XIV e XV legislatura per Forza Italia e deputato nella XVI per Il Popolo della Libertà.

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La Cina dalla presenza enorme, la ferocia della Russia e l’acchiappafarfalle

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27.04.2024

Gli africani filoccidentali sono molto frustrati per il modo in cui europei e americani li stanno trattando da vent’anni e più ancora negli ultimi cinque. Due eventi giganteschi e inattesi sono accaduti: la Francia, che ha mantenuto un esercito permanente nell’Africa occidentale (che infatti è diventata spontaneamente francofona), ha mollato tutto e si sta ritirando.

E al suo posto subentra la Russia che non usa un esercito nazionale ma i mercenari della Wagner, ceceni e la sua legione straniera. La Russia ha favorito e protetto diversi colpi di Stato nell’area del Niger costringendo gli americani presenti come istruttori, a fare le valigie come i francesi.

Ora diventa concreta l’idea del “Piano Mattei” pensata dal governo italiano prendendo il suo nome dal coraggioso e persino spregiudicato Enrico Mattei presidente........

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