Quando abbiamo lanciato questo sondaggio, pochi giorni fa, non avevamo idea di che cosa ci avreste risposto. Eravamo sicuri solo di una cosa: che qualunque fosse stato il riscontro alle tre domande che avevamo concepito, sarebbe stato del tutto diverso dalla realtà. E avevamo ragione, visto che la distanza tra il vostro concerto del Primo maggio ideale e ciò che va in onda sulle reti nazionali è un abisso. I lavoratori sono distanti da una festa che dovrebbe essere la loro, sempre più aliena nelle sue logiche organizzative, nelle sue esibizioni posticce, nelle sue impresentabili sponsorizzazioni.

Ecco le domande che vi abbiamo posto.

Alcune risposte si assomigliano parecchio; ci sono nomi e temi che sono tornati a più riprese. C’è però un riscontro che ricorre più spesso degli altri: molti non hanno saputo (o voluto) esprimere il nome di aziende meritevoli che avrebbero visto come sponsor della kermesse. C’è un lavoro, lì fuori, che non tocchiamo più, o che percepiamo come ostile. Questo, più di tutto, dovrebbe suscitare una riflessione.

Antonella V.

1. A nessun personaggio politico né a nessun famoso imprenditore o esponenti di associazioni, ecc. Lo affiderei a Vincenzo Moretti, perché penso che possa trasmettere bene il senso del lavoro che nobilita. In alternativa a Osvaldo Danzi.

2. Essere Umani di Mengoni, perché dietro ai ruoli ci sono sempre le Persone e non dobbiamo dimenticarcelo mai. Chiederei alla Mannoia di interpretarla, penso che lo farebbe benissimo.

3. Sono molte e le ho conosciute da vicino col Bel Lavoro. Tra queste segnalo Vecomp S.p.A. SB di Verona, Panta Rei, cooperativa sociale di tipo B, Dental Art Vicenza.

Luana E.

1. Vorrei vedere il concerto del Primo maggio aperto da un nutrito gruppo di lavoratori licenziati, cassaintegrati, scioperanti, maltrattati, mobbizzati, strainizzati. Ognuno si presenta dicendo per quale azienda lavora o ha lavorato e poi dice una frase, esprime un concetto riferito alla sua situazione e a quella del suo posto di lavoro. Basta discorsi retorici sull’art. 1 della Costituzione, adoro ciò che esprime questo articolo, ma non la sua cannibalizzazione. Voglio parole vere di gente vera, che rappresenta il lavoro oggi in Italia. Ah, è la Festa dei Lavoratori, non del lavoro! I termini sono importanti!

2. Eroe (Storia di Luigi Delle Bicocche) di Caparezza, interpretata da lui.

3. Difficile individuare l’azienda, perché dovrei andare di persona e parlare coi lavoratori prima. Ultimamente sto seguendo per mia curiosità Var Group, certo con tutte le difficoltà del caso, mi pare che le iniziative di Francesca Moriani vadano nel senso del rispetto dei lavoratori e del benessere sui posti di lavoro. Da prendere con le pinze, perché non ho conoscenza diretta, ma indiretta. Non avrei avuto dubbi a dire Olivetti, quella di tanto tempo fa.

M. B.

1. Affiderei l’apertura a Sergio Mattarella, perché è l’unico non divisivo e in grado di dare contenuti.

2. Pablo, di Francesco De Gregori.

3. Non conosco aziende che esprimano al meglio i valori del lavoro e che potrebbero fare da sponsor.

Nadia S.

1. Serena Dandini oppure Geppi Cucciari, perché entrambe saprebbero dosare ironia e contenuto, toccando il tema del lavoro e delle ineguaglianze attuali, parlando di diritti, compresi quelli femminili, di nuove povertà e di contraddizioni del presente; le vedo più critiche ed equilibrate di molti altri, hanno argomenti che condivido e mi piacerebbe vedere una donna sul palco, capace di tenere un discorso articolato ma non pesante.

2. Caparezza! Senza ombra di dubbio. Sa affrontare temi importanti con tanta intelligenza e le parole giuste, mescolando benissimo stili diversi, con il rap come colonna portante (che prende tutti i giovani). Vieni a ballare in Puglia come canzone, perché è ancora purtroppo tanto attuale: sono recenti gli episodi di terribili incidenti sul lavoro (il supermercato di Firenze o la centrale dell’ENEL a Bargi). Però il cuore resta legato a Daniele Silvestri: se non canta Cohiba al primo maggio non è il mio primo maggio.

3. Sull’azienda, ci sono tante piccole aziende che secondo me sono valide e due le avete raccontate recentemente a SenzaFiltro, Loccioni e quella di Pieri (non le conoscevo). Luxottica fa tantissimo welfare, ma temo sempre che ci sia molta facciata. Infine MySecretCase: la giovane imprenditrice ha cambiato molto la cultura sessuale in Italia e mi sembra che porti avanti una cultura del lavoro che condivido (ma non conosco da vicino l’azienda). Poi ci sono tutte quelle aziende che hanno flessibilità, attenzione all’ambiente e cultura della parità, attenzione alla diversità, ecc. Non ho in mente un solo nome, ricordo varie notizie spot.

Aldo G.

1. Affiderei il discorso a Warren Buffet, perché è la persona giusta per raccontare come stanno le cose oggi nel mondo del lavoro. Non ha nulla da perdere, vista l’età e il patrimonio, e soprattutto non è un italiano, perché questo Paese deve alzare lo sguardo dal suo ombelico. Qua siamo fermi al 1989, o nella migliore delle ipotesi al 1994.

2. Working on a Dream di Bruce Springsteen.

3. Il Primo maggio non dovrebbe avere sponsor, e pur ammirando alcune aziende, nessuna è un modello in sé. Le parole di Gesù sul chi è senza peccato scagli la prima pietra mi sembrano molto azzeccata al mondo del lavoro. Impariamo da tutti, ma non costruiamo pulpiti, perché poi si finisce con i “balconi’.

Davide G.

1. Lo affiderei a Giacomo Prati, perché mettesse in guardia tutti dai rischi, per sé stessi e i colleghi di cui si ha la responsabilità e su cui si esercita potere, di una società Io performante.

2. Pur nel suo testo forse facente riferimento ai mali e alle diseguaglianze della nostra società moderna in generale, c’è un vecchio brano dei Litfiba, Sparami, il cui messaggio penso potrebbe essere calato benissimo nel contesto lavorativo odierno, e ai milioni di disparità in esso presenti (di genere, economiche, e via discorrendo).

3. Purtroppo non ho una risposta a questa domanda, in quanto nella mia esperienza non mi sentirei di segnalare alcuna azienda, se non per comportamenti incentrati su valori probabilmente diametralmente opposti (o quanto meno da me percepiti tali).

Filippo S.

1. Ad ogni ministro del Lavoro e delle politiche sociali in carica, affinché possa riflettere con noi sulle morti bianche dell’anno passato e prendersi pubblicamente l’impegno di contenerle nell’anno corrente.

2. L’operaio Gerolamo, di Lucio Dalla, del 1973. La farei cantare a Ghali, perché in soli cinquant’anni ci siamo dimenticati che un Ahmed una volta era un Gerolamo.

3. Non mi piace che la festa organizzata dalle sigle sindacali sia sponsorizzata. Ci sono già molte occasioni per contribuire al buon lavoro, questa mi pare di troppo.

Alice S.

1. Lo affiderei al cantante Ghemon, perché è un artista che ha sempre affrontato il suo lavoro in modo autentico ed etico, anche quando le etichette discografiche e il mercato gli chiedevano di fare altro. E perché ha sempre portato messaggi sani, sia sul lavoro sia sul benessere mentale. E poi perché non è un presenzialista e finalmente faremmo parlare qualcuno di nuovo.

2. Esseri umani di Frankie hi-nrg mc, cantata da lui.

3. Faccio molta fatica a dire il nome di una for profit e questo fa ben comprendere la fiducia che ho nel mondo del for profit. Mi piacerebbe forse un consorzio di piccole-piccolissime aziende, come Team Different, Logout Livenow, WisePath e altre belle start up che ho incontrato in questi mesi e che spero crescano. Se no, di recente ho scoperto che l’azienda ospedaliera di Modena sta facendo delle cose bellissime che vanno proprio nella direzione dell’umanizzazione del lavoro; tra l’altro di un lavoro dove quella parte è fondamentale, anche se troppo spesso trascurata. Qui qualche info a riguardo.

Nicoletta G.

1. Voce di filiera. Ogni anno sceglierei un settore industriale e affiderei il discorso di apertura a quattro-cinque lavoratrici/lavoratori rappresentanti le varie aziende della filiera per far comprendere che i diritti (a condizioni di lavoro chiare e trasparenti, a un compenso equo e proporzionato, al riposo, alla sicurezza, eccetera) sono UNIVERSALI. Valgono per tutte le lavoratrici e tutti i Lavoratori (ovunque e lungo tutta la filiera); e poi che esiste anche il lavoro nero, irregolare, in subappalto, che coinvolge tante lavoratrici e lavoratori e immigrati.

2. Working class hero di John Lennon interpretata dai Modena City Ramblers.

3. Sceglierei tra le aziende che sponsorizzano Nobìlita.

Nicola D.

1. Mai a uno/a solo/a sul palco, ma a giovani che abbiano almeno maturato un’esperienza di qualche anno nel mondo del lavoro, facendoci dire da loro cosa vogliono che cambi.

2. Another Brick in The Wall.

3. Goel (Gruppo Cooperativo), Banca Etica, SenzaFiltro. Ho provato a fare una sintesi: per le aziende, mi sono focalizzato su due che seguo da un po’, ma sono sicuro che di esempi da seguire ce ne siano altri sebbene la strada sia in piena salita.

Andrea S.

1. Agli ex lavoratori della Whirlpool di Napoli, che hanno vinto la battaglia per il proprio lavoro e la propria dignità.

2. Contessa, cantata dai Modena City Ramblers.

3. Anche se non è propriamente un’azienda, tutta la vita PizzaAut, per ricordare a tutti che inclusione non è solo una parola.

Luigi Galardo E.

1. Affiderei il discorso di apertura del concertone ad Osvaldo Danzi, perché è l’unico che quando parla di temi legati al lavoro lo fa veramente senza filtri, con la massima indipendenza e senza nessuna riverenza o timore verso le varie aziende presenti sul territorio italiano. Usando tutti i metodi oggi a disposizione per arrivare a farsi ascoltare dal maggior numero di persone possibili.

2. Non è l’inferno di Emma Marrone, interpretata da lei.

3. Non saprei, perché almeno nel mio settore (vitivinicolo, è quello che conosco meglio: per gli altri non ho abbastanza informazioni per esprimere un giudizio valido), non c’è nessuna azienda che esprima i veri valori del lavoro.

Lara M.

1. Pietro Bartolo, il medico di Lampedusa oggi europarlamentare.

2. Bello bello, di Federico Martelli.

3. Feibo S.R.L., un’azienda che quando ero una studentessa di 19 anni mi ha assunto a tempo indeterminato per fare dieci ore di lavoro alla settimana.

Monia O.

1. Il discorso di apertura lo affiderei a Erri De Luca, che di mestieri ne ha vissuti molti con le sue mani.

2. La canzone che vorrei ascoltare è La locomotiva di Francesco Guccini cantata da lui stesso.

3. Come sponsor vedrei bene Luxottica.

Andrea R.

1. A Neri Marcorè, ne fece uno molto bello una decina di anni fa. Oppure Alessandro Barbero, che piace tanto ai giovani.

2. Una vita da mediano. La farei cantare direttamente a Ligabue.

3. Sull’azienda, ne avrei qualcuna da proporrei perché pare che i dipendenti siano contenti e che si offrano condizioni superiori a quelle minime richieste, però non so se sarebbero contente di sponsorizzare il Primo maggio (per questioni politiche). Per cui evito di fare nomi.

Cristina M.

Provo a rispondere a delle domande non certo facili, ma che “impegnano” (e chissà quanto abbiamo bisogno di impegnarci):

1. L’affiderei a Ester Intini che ha perso il figlio per un incidente sul lavoro. Perché? Perché il tema della sicurezza sul lavoro deve stare sullo stesso piano della disoccupazione, del Reddito di Cittadinanza eccetera, e non emergere solo quando, purtroppo, ci sono i morti. E affidarlo a chi “resta” è importante.

2. Disoccupato di Jesto o Franco Battiato con Gente in progresso.

3. Questa è davvero difficile, però mi è piaciuta molto come azienda Pieri Group e il suo AD Paolo Pieri. Azienda piccola, romagnola, con una bella storia dietro che è legata al dolore, alla perdita e al “riscatto”, non per come lo intendiamo sempre.

Susanna P.

1. A Carola Rackete, perché grazie alla volontà di fare il suo lavoro fino in fondo ha salvato tante vite umane.

2. Ovviamente Complesso del 1 maggio di Elio e le Storie Tese, perché l’autoironia è fondamentale nella vita.

3. Nessuna. Preferirei un evento finanziato totalmente dal basso.

Laura G.

Discorso di apertura a Matteo Mondini.

2. Una miniera dei New Trolls cantata da Elio e le Storie Tese

3. PizzAut.

Riccardo M.

1. Luigi Manconi, per ragionare di libertà e dignità.

2. Un medico, Fabrizio De André.

3. Questa è tosta, francamente non lo so.

Roberto M.

1. Paola Cortellesi, perché ha letto, con il suo C’è ancora domani, il dramma sociale delle donne e degli uomini umiliati nella dignità perché senza lavoro e diritti; poi nacque lo Statuto dei Lavoratori.

2. Futura, di Lucio Dalla

3. Gli sponsor se li cerchino CGIL, CISL & UIL, prendendosi tutte le loro responsabilità. Pecunia non olet, siano loro a risponderne delle scelte. “Vorrei” che SenzaFiltro diventasse Primo maggio Special con distribuzione on the road con un progetto dedicato, ma questa è un’altra storia.

Silvana C.

1. Il discorso di apertura lo farei fare ad Alessandra Smerilli, fatela parlare di lavoro creativo, solidale, partecipato.

2. Parlare di lavoro vuol dire parlare del prendersi cura dei lavoratori. La miglior canzone che esprime questa necessità è La cura di Franco Battiato, adatta anche in questo contesto. La farei interpretare a Carmen Consoli.

3. Banca Etica , Etica Sgr, Scuola di Economia Civile, NeXt – Nuova Economia per Tutti, Gioosto. Ma, fortunatamente, l’elenco è lungo.

Nicoletta T.

1. Osvaldo Danzi.

2. Sciur padrun da lì beli braghi bianchi, da far cantare a De Gregori.

3. Ne aziende né OO.SS., ma autofinanziamento dai lavoratori.

Simona M.

1. Vale anche se non si hanno risposte a tutte e tre le domande? Il discorso di inaugurazione lo farei fare a Bruno Giordano, che abbiamo incontrato a Nobìlita Festival un paio di anni fa.

2. Per la canzone sceglierei una canzone di Lucio Dalla forse difficile e che qualcuno potrebbe non considerare rappresentativa, ma che è L’auto targata “TO”, perché parla di sudore, fatica, immigrazione, povertà, cemento. Poi ce ne sono sicuramente altre, che ora non ricordo. La farei cantare a De Gregori.

3. Un’azienda che rappresenta il lavoro? Non ne ho una. Forse dovrebbero essere tante, messe insieme. Quelle che rispettano le persone.

Greta P.

1. Geppi Cucciari.

2. Caparezza – Eroe (Storia di Luigi Delle Bicocche).

3. Non esiste l’azienda perfetta, per fortuna.

Silvia Z.

1. A Marco Bentivogli perché unisce conoscenza sul campo a visione.

2. Bombarolo o altro brano da “Storia di un impiegato” di De André.

3. Nessuna (ed è la risposta meno qualunquista che mi viene in mente).

Elena R.

1. Carlo Triglia perché offre una visione locale e globale concreta.

2. Eroe (Storia di Luigi delle Bicocche) di Caparezza per dare rappresentazione di una situazione sempre più presente e sempre più taciuta.

3. Non sono affatto in grado di portare esempi. Di certo eviterei il polpettone smielato e svilente degli ultimi dieci anni almeno.

Andrea B.

1. Marino Severini dei Gang, ingiustamente allontanato nel 1991.

2. Caro padrone e il resto non posso scrivere.

3. Azienda nessuna. Non mi aspetto che il padrone esprima valori. Mi basta rispetti le regole, che è il suo mestiere e gli dovrebbe convenire.

Elisa R.

1. A Marco Omizzolo perché nessuno come lui potrebbe parlare di caporalato e agromafie.

2. Pablo di Francesco De Gregori. Ci sono tante sue interpretazioni possibili, io l’ho sempre letta come sullo sfruttamento e le morti sul lavoro.

3. Non è propriamente un’azienda, bensì una ONLUS, e qui rovescerei il punto di vista: non sponsor, bensì il concertone a favore di PizzAut, per trattare il tema di come il lavoro possa e debba essere mezzo di inclusione per persone disabili.

Francesca D.

1. Bruno Giordano, magistrato della Corte di Cassazione, ex direttore dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro.

2. Una vita in vacanza di Lo Stato Sociale, Eroe di Caparezza.

3. CPI-ENG, azienda triestina. Il fondatore Christian Bracich è stato insignito del titolo di Cavaliere dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per il “suo esemplare contributo nella promozione di politiche aziendali fondate sulla conciliazione tra vita professionale e familiare e sulla tutela del valore della persona anche nel mondo del lavoro”. L’imprenditore triestino, ospitato anche a Nobìlita Festival, ha avuto il merito di aver trasformato in indeterminato il contratto di una dipendente rimasta incinta.

Piero P.

1. La lettura di un brano di David Sassoli.

2. Contessa, cantata dai Modena City Ramblers.

3. PizzAut di Nico Acampora.

Bruna L.

1. Affiderei il discorso a J-Ax perché credo che sia abbastanza in linea con le persone che sono entrate nel mercato lavorativo da poco.

2. Come canzone credo che Classico di J-Ax sia una ottima canzone.

3. La Redbull o la Lavazza per tutte le persone che fanno o turni notturni impossibili.

Federica C.

1. Più che un discorso troverei divertente assistere, come apertura, al dialogo tra Paola Cortellesi e Betti Pedrazzi in Figli.

2. Come brani riascolterei volentieri quelli di “Storia di un impiegato” di De André. Dovendone sceglierne uno solo, penso che preferirei Il bombarolo.

3. Realtà come Hygge, una piccola azienda pugliese della ristorazione nata grazie alla vittoria di un bando “Resto al Sud” utilizzato, una volta tanto senza desiderio di prendere i soldi e scappare; questo per il trattamento che, mi dicono, rivolge ai suoi lavoratori e per il modo in cui mira a far legare tra loro i dipendenti.

Ilaria Q.

Barbara L.

1. Papa Francesco perché mi sembra il politico più coerente e attento in questo periodo.

2. Non conosco canzoni in particolare, ma vorrei che fossero cantate da cori rappresentativi dei lavoratori e della popolazione multietnica, non da una sola persona che canta per mestiere e a scopo di lucro.

3. Conosco la Sircase che esercita la sua responsabilità sociale sostenendo “Dopo di noi” per ragazzi disabili, investe nelle risorse umane, con corsi e formazioni periodici, premia per meriti e ha responsabili direttivi ma autorevoli. Di sicuro non la CGIL, che per i suoi dipendenti non fa corsi di formazione, ha solo manifesti sulle pari opportunità che poi non vengono applicati al suo interno e usa il codice etico e le sue finte norme interne con clientelismo e familismo; predica bene e razzola male.

Elisa B.

1. Emma Watson, perché mi è piaciuto molto il suo discorso sui diritti delle donne a New York, in qualità di ambasciatrice delle Nazioni Unite.

2. Saluteremo il signor padrone di Eugenio Finardi, perché è una speranza ed è più attuale di quanto sembra.

3. Non conosco nessun’azienda personalmente che consiglierei, le sconsiglierei tutte.

Alessandro S.

1. Dario Salvetti di Gkn, perché il tema delle delocalizzazioni è più che odierno.

2. Eroe di Caparezza.

3. Faccio fatica.

Gabriele D.

1. Jose Mujica.

2. Working Class Hero dei Green Day (può cantarla chiunque, basta che non la rovini).

3. Treedom.

Paolo S.

1. Farei aprire l’evento a mio padre: migrato dalla Calabria a Milano a 14 anni, in treno. Diventato dirigente e Maestro del Lavoro, con la sua forza, con la sua testa, dopo che i “milanesi” lo accolsero dicendo ti ta se un terun, e ta capiss un casu.

2. Eroe di Caparezza. Interpretata da Caparezza insieme a Vecchioni.

3. La Cooperativa Cadiai di Bologna: attiva da cinquant’anni, seria, con una forte impronta tesa all’economia civile.

Francesco S.

1.⁠ ⁠Il discorso di apertura lo affiderei a un imprenditore come Cucinelli o Farinetti, indipendentemente dal colore politico, comunque a qualcuno che porti entusiasmo e interpreti il lavoro ancora come una risorsa e non una piaga.

2.⁠ ⁠Non credo ne esista una, quelle che ci sono sono troppo lontane, dovrebbero essere riscritte; suggerirei Fabrizio Moro.

3.⁠ ⁠Cucinelli.

Francesco S.

1. Maurizio Crozza.

2. Eroe di Caparezza.

3. Quid impresa sociale.

Andrea B.

1. Riccardo Staglianò. Mi ha colpito molto il suo libro Gigacapitalisti, tant’è che lo consiglio molto spesso ad amici e conoscenti. Anche se non si parla in senso stretto di lavoro, è molto utile per aprire gli occhi verso individui spesso idolatrati (es. Elon Musk) che hanno fatto e fanno fortuna non per chissà quali abilità imprenditoriali, ma grazie ad una serie di concessioni fatte dall’apparato pubblico che sta venendo divorato da questi soggetti con conseguenze a mio avviso terribili per tutti noi.

2. Eroe di Caparezza. La canzone è stata scritta ormai nel 2008 e parla di un operaio precario e sfruttato che, nonostante tutto, riesce a mantenere la sua famiglia. Credo che sia un testo strettamente attuale nel panorama attuale, dove la precarietà è una condizione forse ancora più diffusa rispetto ad anni fa.

3. PizzAut è un esempio di integrazione VERA sposata a imprenditorialità sana. Stimo molto il fondatore di questa azienda, Nico Acampora, che ha messo in piedi un progetto che dovrebbe essere preso a modello per evidenziare come sia possibile includere all’interno della società e del mondo del lavoro persone considerate “estranee”.

Stefano P.

1.⁠ ⁠Bruno Giordano e Stefano Massini.

2.⁠ ⁠⁠Caparezza: Vieni a ballare in Puglia e Goodbye Malincònia.

3.⁠ ⁠⁠Webuild.

Barbara C.

1. Vorrei che fosse affidato il discorso di apertura a Cathy La Torre.

2. Per iniziare bene mi piacerebbe sentire Una vita in vacanza dello Stato Sociale.

3. Non ho una risposta.

Andrea B.

1.⁠ ⁠Sami al Ajrami.

2.⁠ ⁠People Have the Power.

3.⁠ ⁠Emergency.

Claudia F.

1.⁠ ⁠Stefano Massini perché è un grande comunicatore.

2.⁠ ⁠L’uomo nel lampo interpretata da Stefano Massini e Paolo Jannacci

3.⁠ ⁠Luxottica.

Stefano C.

1.⁠ ⁠Un lavoratore della Gkn di Firenze. Se lo meritano per la coerenza e la dignità espresse in tutto questo tempo doloroso, forse avrebbero da dire molte cose sensate anche su cosa siamo diventati.

2.⁠ ⁠Vincenzina e la fabbrica di Jannacci (Vinicio Capossela più indicato, vista la canzone, ma vorrei ascoltarla anche nella versione di Caparezza).

3.⁠ ⁠Come azienda, Dallara Auto di Parma, per stare nelle conoscenze più dirette.

Mariagrazia P.

1. Dario Salvetti. Per il suo impegno in Gkn, per la sua coscienza etica, per i contenuti che esprime e per la forma con cui li esprime. Durante il Nobìlita dello scorso anno gli ho chiesto se avesse pensato di “fare altra carriera”, ripartendo dalle tante competenze acquisite negli ultimi mesi. Mi ha risposto che lui voleva continuare a fare l’operaio, il lavoro in cui si sentiva realizzato.

2. La canzone è Reazione Umana di Samuele Bersani, cantata da lui. Non so se rappresenta il lavoro ma mi restituisce diverse suggestioni ed emozioni che lo riguardano.

3. Relativamente all’azienda, non so e non ho abbastanza elementi per esprimermi. Credo che le migliori segnalazioni potrebbero arrivare da coloro che lavorano in aziende virtuose. Purtroppo non è il mio caso.

Gaetano M.

Sergio Mattarella.
2. 4 marzo 1943.
3. Cogefa.

Enio G.

1. Sergio Mattarella.
2. A muso duro, Pierangelo Bertoli.
3. PizzaAut, ma a gratis.

Chiara DC

1.⁠ ⁠Chiara Valerio perché saprebbe con intelligenza e passione toccare temi non scontati
2.⁠ ⁠La locomotiva, interpretata da Lo stato sociale
3.⁠ ⁠Vorrei aziende, possibilmente italiane, che a testa alta possano rappresentare innovazione e cura nei confronti delle persone, dell’ ambiente e della società, sia per l’ambito in cui operano, sia per come operano. Non ho un nome all’ altezza, purtroppo

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Che Primo maggio vorresti?

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01.05.2024

Quando abbiamo lanciato questo sondaggio, pochi giorni fa, non avevamo idea di che cosa ci avreste risposto. Eravamo sicuri solo di una cosa: che qualunque fosse stato il riscontro alle tre domande che avevamo concepito, sarebbe stato del tutto diverso dalla realtà. E avevamo ragione, visto che la distanza tra il vostro concerto del Primo maggio ideale e ciò che va in onda sulle reti nazionali è un abisso. I lavoratori sono distanti da una festa che dovrebbe essere la loro, sempre più aliena nelle sue logiche organizzative, nelle sue esibizioni posticce, nelle sue impresentabili sponsorizzazioni.

Ecco le domande che vi abbiamo posto.

Alcune risposte si assomigliano parecchio; ci sono nomi e temi che sono tornati a più riprese. C’è però un riscontro che ricorre più spesso degli altri: molti non hanno saputo (o voluto) esprimere il nome di aziende meritevoli che avrebbero visto come sponsor della kermesse. C’è un lavoro, lì fuori, che non tocchiamo più, o che percepiamo come ostile. Questo, più di tutto, dovrebbe suscitare una riflessione.

Antonella V.

1. A nessun personaggio politico né a nessun famoso imprenditore o esponenti di associazioni, ecc. Lo affiderei a Vincenzo Moretti, perché penso che possa trasmettere bene il senso del lavoro che nobilita. In alternativa a Osvaldo Danzi.

2. Essere Umani di Mengoni, perché dietro ai ruoli ci sono sempre le Persone e non dobbiamo dimenticarcelo mai. Chiederei alla Mannoia di interpretarla, penso che lo farebbe benissimo.

3. Sono molte e le ho conosciute da vicino col Bel Lavoro. Tra queste segnalo Vecomp S.p.A. SB di Verona, Panta Rei, cooperativa sociale di tipo B, Dental Art Vicenza.

Luana E.

1. Vorrei vedere il concerto del Primo maggio aperto da un nutrito gruppo di lavoratori licenziati, cassaintegrati, scioperanti, maltrattati, mobbizzati, strainizzati. Ognuno si presenta dicendo per quale azienda lavora o ha lavorato e poi dice una frase, esprime un concetto riferito alla sua situazione e a quella del suo posto di lavoro. Basta discorsi retorici sull’art. 1 della Costituzione, adoro ciò che esprime questo articolo, ma non la sua cannibalizzazione. Voglio parole vere di gente vera, che rappresenta il lavoro oggi in Italia. Ah, è la Festa dei Lavoratori, non del lavoro! I termini sono importanti!

2. Eroe (Storia di Luigi Delle Bicocche) di Caparezza, interpretata da lui.

3. Difficile individuare l’azienda, perché dovrei andare di persona e parlare coi lavoratori prima. Ultimamente sto seguendo per mia curiosità Var Group, certo con tutte le difficoltà del caso, mi pare che le iniziative di Francesca Moriani vadano nel senso del rispetto dei lavoratori e del benessere sui posti di lavoro. Da prendere con le pinze, perché non ho conoscenza diretta, ma indiretta. Non avrei avuto dubbi a dire Olivetti, quella di tanto tempo fa.

M. B.

1. Affiderei l’apertura a Sergio Mattarella, perché è l’unico non divisivo e in grado di dare contenuti.

2. Pablo, di Francesco De Gregori.

3. Non conosco aziende che esprimano al meglio i valori del lavoro e che potrebbero fare da sponsor.

Nadia S.

1. Serena Dandini oppure Geppi Cucciari, perché entrambe saprebbero dosare ironia e contenuto, toccando il tema del lavoro e delle ineguaglianze attuali, parlando di diritti, compresi quelli femminili, di nuove povertà e di contraddizioni del presente; le vedo più critiche ed equilibrate di molti altri, hanno argomenti che condivido e mi piacerebbe vedere una donna sul palco, capace di tenere un discorso articolato ma non pesante.

2. Caparezza! Senza ombra di dubbio. Sa affrontare temi importanti con tanta intelligenza e le parole giuste, mescolando benissimo stili diversi, con il rap come colonna portante (che prende tutti i giovani). Vieni a ballare in Puglia come canzone, perché è ancora purtroppo tanto attuale: sono recenti gli episodi di terribili incidenti sul lavoro (il supermercato di Firenze o la centrale dell’ENEL a Bargi). Però il cuore resta legato a Daniele Silvestri: se non canta Cohiba al primo maggio non è il mio primo maggio.

3. Sull’azienda, ci sono tante piccole aziende che secondo me sono valide e due le avete raccontate recentemente a SenzaFiltro, Loccioni e quella di Pieri (non le conoscevo). Luxottica fa tantissimo welfare, ma temo sempre che ci sia molta facciata. Infine MySecretCase: la giovane imprenditrice ha cambiato molto la cultura sessuale in Italia e mi sembra che porti avanti una cultura del lavoro che condivido (ma non conosco da vicino l’azienda). Poi ci sono tutte quelle aziende che hanno flessibilità, attenzione all’ambiente e cultura della parità, attenzione alla diversità, ecc. Non ho in mente un solo nome, ricordo varie notizie spot.

Aldo G.

1. Affiderei il discorso a Warren Buffet, perché è la persona giusta per raccontare come stanno le cose oggi nel mondo del lavoro. Non ha nulla da perdere, vista l’età e il patrimonio, e soprattutto non è un italiano, perché questo Paese deve alzare lo sguardo dal suo ombelico. Qua siamo fermi al 1989, o nella migliore delle ipotesi al 1994.

2. Working on a Dream di Bruce Springsteen.

3. Il Primo maggio non dovrebbe avere sponsor, e pur ammirando alcune aziende, nessuna è un modello in sé. Le parole di Gesù sul chi è senza peccato scagli la prima pietra mi sembrano molto azzeccata al mondo del lavoro. Impariamo da tutti, ma non costruiamo pulpiti, perché poi si finisce con i “balconi’.

Davide G.

1. Lo affiderei a Giacomo Prati, perché mettesse in guardia tutti dai rischi, per sé stessi e i colleghi di cui si ha la responsabilità e su cui si esercita potere, di una società Io performante.

2. Pur nel suo testo forse facente riferimento ai mali e alle diseguaglianze della nostra società moderna in generale, c’è un vecchio brano dei Litfiba, Sparami, il cui messaggio penso potrebbe essere calato benissimo nel contesto lavorativo odierno, e ai milioni di disparità in esso presenti (di genere, economiche, e via discorrendo).

3. Purtroppo non ho una risposta a questa domanda, in quanto nella mia esperienza non mi sentirei di segnalare........

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