Prima ai funerali, poi al cimitero della capitale dove è stato sepolto, quindi nelle strade e nelle piazze di Mosca e delle principali città, decine di miglia di cittadini, stanno protestando, eroicamente e coraggiosamente, in tutta la Russia per la morte improvvisa del 16 febbraio scorso di Alexey Navalny, il principale oppositore di colui che è il responsabile oggettivo del suo decesso: Vladimir Putin. Rischiano di perdere il lavoro, essere imprigionati - come successo a quasi 5.000 di loro -; allontanati dai propri cari e torturati.

L’autocrate del Cremlino, patrimonio stimato di 200 miliardi di dollari, al potere dal 1999, tra una riforma costituzionale, una carica istituzionale e l’altra, ha intenzione di rimanere al potere, passando dalle imminenti elezioni farsa del 15-17 marzo, fino al 2036. Ha impoverito il popolo, aumentando le differenze tra la maggioranza della popolazione e gli autocrati e i ricchi privilegiati (quando assisteremo alla messinscena in cui i suoi ministri e membri della sua cerchia saranno invitati a imitare le scimmie come faceva fare ai suoi il dittatore comunista rumeno Nicolae Ceausescu?). Ha eliminato il dissenso, soppresso la stampa libera… sta costruendo ciò che tutti gli Stati totalitari e i dittatori desiderano: una società basata sulla delazione e sulla paura del vicino. Ha invaso l’Ucraina causando decine di migliaia di morti e distruzione per 450 miliardi di euro, la cifra che servirà per la ricostruzione - fa bene la commissaria Ursula von der Leyen ad auspicare un esercito comune dell’Ue… mai sottovalutare dittatori simili, come fece l’Europa con Hitler.

I russi che protestano contro Putin per la morte di Navalny sono la prova che tutti i popoli sono degni della democrazia. Ci arriveranno anche i cinesi, i cubani, i nord-coreani, i nicaraguensi. La strada è lunga, ma godranno della democrazia persino gli africani che vivono sotto governi dittatoriali e gli iraniani, gli afghani e tutti coloro che hanno la sfortuna – in particolare le donne - di nascere in Stati islamici dove la religione condiziona le libertà civili e democratiche: il totalitarismo religioso porta inevitabilmente a quello politico. L’occidente democratico faccia tutti gi sforzi per fare sentire la sua vicinanza ai russi che chiedono la fine di Putin e del suo regime e assecondi le richieste del presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

QOSHE - Le proteste per Navalny, anche i russi sono degni della democrazia - Ernesto Vergani
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Le proteste per Navalny, anche i russi sono degni della democrazia

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04.03.2024

Prima ai funerali, poi al cimitero della capitale dove è stato sepolto, quindi nelle strade e nelle piazze di Mosca e delle principali città, decine di miglia di cittadini, stanno protestando, eroicamente e coraggiosamente, in tutta la Russia per la morte improvvisa del 16 febbraio scorso di Alexey Navalny, il principale oppositore di colui che è il responsabile oggettivo del suo decesso: Vladimir Putin. Rischiano di perdere il lavoro, essere imprigionati - come successo a quasi 5.000 di loro -; allontanati dai propri cari e torturati.

L’autocrate del Cremlino, patrimonio stimato di........

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