Mi danno fastidio le notizie dei falsi incidenti agli anziani, perché gli incidenti sono falsi, e perché le vittime sono anziani, cioè gente come me. Ho l’impressione che “io” vengo raggirato e truffato. Il modo classico in cui si compiono le truffe agli anziani è questo: i truffatori s’informano bene sull’anziano o la coppia di anziani che vogliono truffare, dove stanno, come vivono, quanti nipoti hanno, come si chiamano e dove vivono questi nipoti, poi quando decidono di agire si travestono da carabinieri o da infermieri e suonano alla porta dei vecchi e gli dicono che i nipoti hanno subìto o hanno causato un grave incidente stradale, per cui c’è bisogno urgente di soldi, o di beni tramutabili in soldi, ma subito subito. I nonni disperati raccattano quel che possono, moneta contante, ma anche collane o braccialetti. I truffatori spariscono. È una truffa che fa leva sull’affetto nonnesco, ma anche sulla sorpresa e sull’ingenuità.

Mi chiedo sempre: può capitare a me? Mi rispondo di no, e perché? Perché so il greco e il latino. Ma i truffatori sanno che sapere le lingue non è una protezione. Perciò tentano con tutti. Anche con me? E come no. Han tanto più volte. Sempre nello stesso modo. Arrivo in auto alla stazione, parcheggio e apro la porta per uscire. Come apro la porta, un pedone, che veniva da dietro, sbatte contro la porta e cade a terra. Spaventato, lo tiro su. Quello si lamenta, ahi qui ahi là, e si gratta la pancia. Non so cosa fare. Lui borbotta: “Cinquanta euro”. Mi pare di capire che offre una conciliazione. Se glieli do, ammetto la colpa, ma non mi sento in colpa. Lui borbotta: “Pòlis, pòlis”, minaccia di chiamare la polizia, e tira fuori il telefonino. Mi pare una buona idea. Lo incoraggio: “Ok, call police”. Non lo fa. Gli ripeto: “Call police, one-one-two”. Si spaventa. Mette via il telefonino e se ne va. Non s’era fatto male, aveva tentato di truffarmi 50 euro, non gli era andata bene e va via.

Aristotele diceva che la società è fatta di uomini parlanti, ognuno pensa cosa può dire agli altri. Questa tarda borghesia mette nella società molti uomini truffanti, bisognerebbe stopparli, sarebbe meglio per tutti, perciò resto deluso quando leggo che nelle cosiddette “truffe agli anziani” i truffatori son sempre gli stessi. Andrebbero stoppati. Ormai si sono specializzati, quando suonano il campanello di un vecchietto e quello viene alla porta, sanno benissimo quali parole usare. L’anziano ci casca. Perché vive sempre pensando ai nipoti, il furbacchione disonesto che annuncia un falso incidente a un nipote è l’incarnazione di un terrore inconscio sepolto nella mente dell’anziano. Cioè: degli anziani. Il truffatore che inganna un vecchietto nel paese di X non fa del male soltanto a quel vecchietto, ma a tutti i suoi coetanei sparsi nei dintorni. Anche a me. Bisognerebbe tenerne conto, nella condanna. Se no, non è vera giustizia.

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L'analisi Perché ogni truffa agli anziani mi riguarda (e ci riguarda)

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21.03.2024

Mi danno fastidio le notizie dei falsi incidenti agli anziani, perché gli incidenti sono falsi, e perché le vittime sono anziani, cioè gente come me. Ho l’impressione che “io” vengo raggirato e truffato. Il modo classico in cui si compiono le truffe agli anziani è questo: i truffatori s’informano bene sull’anziano o la coppia di anziani che vogliono truffare, dove stanno, come vivono, quanti nipoti hanno, come si chiamano e dove vivono questi nipoti, poi quando decidono di agire si travestono da carabinieri o da infermieri e suonano alla porta dei vecchi e gli dicono che i nipoti hanno subìto o hanno causato un grave incidente stradale, per cui c’è bisogno urgente di soldi, o di beni tramutabili in soldi, ma subito subito. I........

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