Il docente della Vanvitelli convocato alla Camera per un'audizione e autore dell'accusa contro la riforma: «Sono a digiuno delle più elementari regole. Il ministro se l'è presa? Sì ma lui fa l'odontoiatra»
Professore Lorenzo Chieffi, ordinario di Diritto Costituzionale alla Vanvitelli. In parlamento si racconta che sia stato lei a far arrabbiare il ministro Calderoli durante lâaudizione sullâAutonomia differenziata.
«Sì, si è arrabbiato e anche in modo poco elegante. Non mi ha neanche salutato».Â
Lei cosa ha gli ha contestato?
«Letteralmente, ho detto che dallâinsieme delle disposizioni contenute nellâarticolato progettuale emerge una scarsa padronanza con le più elementari regole di alfabetizzazione costituzionale».Â
à proprio qui che Calderoli si è sentito offeso. Ha parlato di professoroni che dovrebbero amministrare almeno un condominio prima di parlare in comizi. Ce lâaveva con lei?
«Sì, ma lui fa lâodontoiatra. Se avessi dolore ai denti, andrei da lui. Ma se lui vuole mettere mano alla Costituzione, deve andare da un costituzionalista. E le dirò: la maggioranza assoluta dei costituzionalisti italiani si è espressa contro la riforma Calderoli».Â
Il ministro ha detto che si chiagne e fotte. Cosa ha voluto dire?
«Per mettersi al suo livello, mi verrebbe da dire che lui non chiagne, vuole solo, ehm, fottere il Sud. I nostri padri costituenti consideravano le Regioni uno strumento per risolvere la Questione meridionale, non certo da usare come una clava contro il Mezzogiorno».Â
Ritiene quello della riforma sullâAutonomia un approccio del tutto inadeguato, ma perché?
«Ho detto che tutto ciò induce a fare nostre le preoccupazioni manifestate, pure in altri contesti, da due autorevoli giuristi come Stefano Rodotà e Luigi Ferrajoli, che ricorrevano sovente a espressioni quali âderive decostituzionalizzantiâ e âanalfabetismo costituzionaleâ, in presenza di un inaccettabile comportamento tenuto da maggioranze politiche incuranti dei bilanciamenti imposti dallo spartito costituzionale».Â
Ma lei è un professorone di sinistra?
«Non sono iscritto a nessun partito. La sinistra ha le sue responsabilità . Ma qui non câè una questione di destra o di sinistra: faccio il costituzionalista da 45 anni e il mio riferimento sono i principi della Carta. Lâalfabetizzazione costituzionale richiederebbe al Legislatore di leggersi quanto meno la giurisprudenza della Corte che dal 2001, quindi a Costituzione variata, ha ripetuto spesso che bisogna garantire solidarietà e uguaglianza. La distribuzione delle risorse non può danneggiare alcune Regioni. Non più tardi di dieci giorni fa, la Consulta si è espressa contro una legge della Val dâAosta, che già trattiene i 9/10 dei tributi, con la quale si vogliono lasciare sul territorio ulteriori residui fiscali. E la Consulta ha contestato che questo sarebbe un modo per scompaginare il sistema regionale».Â
à andato giù duro anche sui Lep, i cosiddetti Livelli essenziali delle prestazioni da assicurare allo stesso modo in ogni angolo dâItalia?
«Beh, ad invarianza di spesa come si fa a parlare di divari da colmare? Permangono tutti i dubbi di costituzionalità , per lâincertezza che persiste sui criteri da utilizzare per la definizione e soprattutto la quantificazione dei Lep rimessi, di fatto, a fonti governative (decreti delegati e decreti della Presidenza del Consiglio dei ministri) o, in caso di eccessivi ritardi, a cabine di regia e a commissari, sempre di nomina governativa, che verrebbero a mortificare oltre misura il ruolo del parlamento, cui è attributo in questa materia la potestà legislativa esclusiva. La previsione, ardita e illusoria, di una individuazione dei Lep in un breve lasso di tempo (24 mesi dallâentrata in vigore della legge) â che non impedirebbe, tuttavia, il trasferimento (in aggiunta alle materie non Lep) delle materie per le quali, a legislazione vigente, siano stati già definiti i Lep â determina fondate preoccupazione laddove non fosse in grado di rimuovere il ricorso alla spesa storica, assolutamente penalizzante per le regioni meridionali».Â
E i parlamentari presenti allâaudizione?
«Alcuni facevano domande. Dallâopposizione erano abbastanza agguerriti. Unâex ministra meridionale mi è sembrata distratta. Calderoli prendeva appunti. Ho detto anche unâaltra cosa: nellâinerzia del parlamento e nella inadeguatezza delle leggi, continuerete a lasciare sconfinate praterie ai giudici. E poi contestate il ruolo di supplenza dei magistrati. Ma se le leggi vengono scritte male, come pretendete che i giudici non debbano intervenire?»Â
La storia dei Lep rischia di avere un esito incompleto e fallimentare come quello della applicazione definitiva dei Lea in sanità , i Livelli essenziali di assistenza?
«Lâho anche detto: lâesperienza in sanità avrebbe dovuto costituire un utile esempio dei rischi che potrebbero derivare da una eccessiva frammentazione tra le Regioni, in assenza di adeguati interventi di riequilibrio, anche di tipo perequativo».Â
Lei era lâunico professore meridionale?
«Lâunico napoletano. Eravamo in quattro: una collega milanese, Camilla Buzzacchi, che ha contestato la mancanza di risorse; Claudio De Fiores, romano, che insegna nel mio ateneo; e poi un collega leccese, Enrico Grosso. Tutti hanno espresso le loro considerazioni contro il progetto di riforma. Nessuno escluso».
Vai a tutte le notizie di Napoli
Se vuoi restare aggiornato sulle notizie della Campania iscriviti gratis alla newsletter del Corriere del Mezzogiorno. Arriva tutti i giorni direttamente nella tua casella di posta alle 12. Basta cliccare qui.
Siamo anche su Instagram, seguici https://www.instagram.com/corriere.mezzogiorno/
6 marzo 2024
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Autonomia, Chieffi: «Ho parlato di analfabetismo costituzionale, così Calderoli si è arrabbiato»
5
1
06.03.2024
Il docente della Vanvitelli convocato alla Camera per un'audizione e autore dell'accusa contro la riforma: «Sono a digiuno delle più elementari regole. Il ministro se l'è presa? Sì ma lui fa l'odontoiatra»
Professore Lorenzo Chieffi, ordinario di Diritto Costituzionale alla Vanvitelli. In parlamento si racconta che sia stato lei a far arrabbiare il ministro Calderoli durante lâaudizione sullâAutonomia differenziata.
«Sì, si è arrabbiato e anche in modo poco elegante. Non mi ha neanche salutato».Â
Lei cosa ha gli ha contestato?
«Letteralmente, ho detto che dallâinsieme delle disposizioni contenute nellâarticolato progettuale emerge una scarsa padronanza con le più elementari regole di alfabetizzazione costituzionale».Â
à proprio qui che Calderoli si è sentito offeso. Ha parlato di professoroni che dovrebbero amministrare almeno un condominio prima di parlare in comizi. Ce lâaveva con lei?
«Sì, ma lui fa lâodontoiatra. Se avessi dolore ai denti, andrei da lui. Ma se lui vuole mettere mano alla Costituzione, deve andare da un costituzionalista. E le dirò: la maggioranza assoluta dei costituzionalisti italiani si è espressa contro la riforma Calderoli».Â
Il ministro ha detto che si chiagne e fotte. Cosa ha voluto dire?
«Per mettersi al suo livello, mi verrebbe da dire che lui non chiagne, vuole solo, ehm, fottere il Sud. I nostri padri costituenti consideravano le Regioni uno........
© Corriere del Mezzogiorno
visit website