«Sarò in città il 15 dicembre. Il Napoli? Amo il calcio»

Ama Blaise Pascal, Sant’Agostino, la Storia («È di insegnamento per ciò che avverrà ») e oltre alla passione per la lettura, coltiva anche quella per la scrittura. L’ultimo articolo lo ha pubblicato qualche giorno fa su un periodico veneziano, Gente Veneta , affrontando il culto della Madonna della Salute per esortare al rispetto della figura femminile. Poi, su L’Osservatore Romano ha pubblicato alcuni saggi («Uno — spiega — in occasione del 90°anniversario dei Patti lateranensi, dopo aver partecipato, alla Federico II, ad un dibattito sul tema. Ricordo che rettore era l’attuale sindaco Gaetano Manfredi»). Michele Di Bari si insedierà nel palazzo di Governo di piazza Plebiscito venerdì 15 dicembre.

Quale sarà il suo approccio con i mille problemi di Napoli?
«Mi impegnerò con determinazione e grande senso di responsabilità come ho sempre fatto. Sapendo di incontrare una comunità straordinaria, ricca di verve e con una grande storia».

Si trasferirà con la famiglia?
«No, la mia famiglia non si è mai trasferita dalla Puglia».
(La moglie, imprenditrice agricola, Rosalba Livrerio Bisceglia, fu coinvolta in una inchiesta sul caporalato e ora è intenta a dimostrare la propria estraneità alle accuse).

Prefetto, di lei si sa che è molto vicino agli ambienti cattolici che contano. Ha già incontrato l’arcivescovo Battaglia?
«Non ancora, ma lo chiamerò oggi stesso. E poi, non è proprio come dice lei: sono un credente, è vero, ma prima di tutto sono un laico rispettoso della Costituzione».

A febbraio scorso, quando ricevette l’incarico a Venezia, lei disse che la sicurezza sarebbe stata la priorità del suo impegno. Immagino che a Napoli sarà ancora più sentita la necessità di garantire sicurezza ai cittadini.
«Guardi, la vigilanza del territorio esige che vi sia un coinvolgimento pieno di tutte le forze sane della comunità , un coinvolgimento particolarmente incisivo e quotidiano di tutte le forze dell’ordine, così come abbiamo fatto a Venezia e a Mestre. Su certi aspetti non ci sono differenze: le battaglie non si vincono da soli. Non dimentichiamo che Mestre, per esempio, è la più importante piazza di spaccio d’Italia per alcune sostanze stupefacenti. Allo Stato compete la vigilanza del territorio. Sono convinto che a Napoli il lavoro portato avanti dal mio predecessore, Palomba, vada continuato e intensificato. Bisogna stare sul pezzo, ecco. Come si sta facendo anche a Caivano, dove le istituzioni pubbliche hanno messo in campo uno sforzo straordinario».

Quali sono le differenze che si incontrano nella guida della prefettura di una grande realtà del Nord e di una grande città del Sud?
«Io sono stato prefetto a Vibo Valentia, Reggio Calabria, Modena. Ma la modalità di approccio è sempre la stessa: tenere conto della vocazione del territorio in cui si è chiamati ad operare, il fil rouge, il denominatore comune resta sempre la centralità dell’uomo e della sua dignità . I rappresentanti dello Stato devono garantire i diritti tutelati dalla Costituzione, bisogna accogliere le istanze popolari sempre in una cornice di rigorosa legalità . Tengo a sottolinearlo: rigorosa legalità ».

È d’accordo con quanto annunciato dal suo predecessore, Palomba, di voler chiudere, di notte, almeno due accessi della Galleria Umberto I e sorvegliare gli altri, per evitare le scorribande delle baby gang?
«Certo, credo che il collega abbia avuto un’ottima idea, non soltanto per far fronte alle esigenze contingenti, ma per il grande valore simbolico rappresentato dalla Galleria. È una strada che io continuerò a seguire d’intesa con gli operatori commerciali».

Palomba è tifosissimo del Napoli. Qual è la sua squadra del cuore?
«Io amo il calcio, e sono tifoso anche del Napoli».

Non vuole sbilanciarsi?
« Io sono di Mattinata, del Gargano: la mia terra è legatissima a Napoli. Il Napoli ci ha fatto sognare. I parenti di mia moglie si sono tutti laureati a Napoli».

Andrà anche lei allo stadio?
«Vedremo, perché no».

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29 novembre 2023

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Il prefetto Di Bari: «Giusto chiudere la Galleria di notte»

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29.11.2023

«Sarò in città il 15 dicembre. Il Napoli? Amo il calcio»

Ama Blaise Pascal, Sant’Agostino, la Storia («È di insegnamento per ciò che avverrà ») e oltre alla passione per la lettura, coltiva anche quella per la scrittura. L’ultimo articolo lo ha pubblicato qualche giorno fa su un periodico veneziano, Gente Veneta , affrontando il culto della Madonna della Salute per esortare al rispetto della figura femminile. Poi, su L’Osservatore Romano ha pubblicato alcuni saggi («Uno — spiega — in occasione del 90°anniversario dei Patti lateranensi, dopo aver partecipato, alla Federico II, ad un dibattito sul tema. Ricordo che rettore era l’attuale sindaco Gaetano Manfredi»). Michele Di Bari si insedierà nel palazzo di Governo di piazza Plebiscito venerdì 15 dicembre.

Quale sarà il suo approccio con i mille problemi di Napoli?
«Mi impegnerò con determinazione e grande senso di responsabilità come ho sempre fatto. Sapendo di incontrare una comunità straordinaria, ricca di verve e con una grande storia».

Si trasferirà con la famiglia?
«No, la mia famiglia non si è mai trasferita........

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