Il primario dell'ospedale Perrella: «Attenti ai sintomi e vaccino per chi va in Brasile o in altri paesi tropicali»

Da gennaio dell’anno scorso a gennaio di quest’anno sono stati 18 i casi di infezioni virali causate dal virus Dengue (Denv) curati nell’ospedale Cotugno. «Ma tutti di entità lieve e trattati con idratazione e antipiretici — spiega Alessandro Perrella, primario infettivologo del presidio dell’azienda dei Colli — tanto da meritare una degenza media di 5 o 6 giorni al massimo. Abbiamo registrato vomito, nausea, febbre alta, congiuntivite, cefalea e dolori addominali. Soltanto un unico caso con epistassi».

La difficoltà vera è diagnosticare la malattia, dati i sintomi iniziali analoghi a quelli di una influenza. «Vero, ma con una dettagliata anamnesi e le analisi di laboratorio, in particolare con la diagnostica molecolare — continua Perrella — si riesce ad individuare la Dengue. In due pazienti non riuscivamo a risalire alla causa della infezione, ma soltanto perché i tempi di incubazione erano stati più lunghi: oltre quindici giorni, ma poi entrambi hanno riferito di aver viaggiato e di provenire da paesi tropicali o sub tropicali».

I diciotto ricoverati al Cotugno per lo più erano arrivati da Brasile, da paesi africani o dall’estremo oriente. L’Oms, del resto, spiega che i casi di Dengue sono molto più numerosi di quelli rilevati.
Ovviamente, non vi è una reale emergenza italiana ed il rischio letalità o di contrarre la forma grave della malattia è legato alla fragilità del soggetto contagiato dal virus e, quindi, alla capacità di resistenza del sistema immunitario. Ma allora perché l’allerta nazionale se poi sono paesi come il Brasile o il Vietnam a risentire, in forme più acute, di un vero allarme sanitario? «Verosimilmente — sostiene Perella — perché c’è un nesso con gli spostamenti delle persone, anche in queste festività pasquali, verso i paesi tropicali o sub tropicali, per i quali è consigliato il vaccino». Mentre nessun rischio per forme di Dengue autoctono. «No — precisa — perché il virus si muove in condizioni climatiche particolari e sceglie come vettore una zanzara tipica di certe zone. Ma non è detto che con i cambiamenti climatici, lo stesso vettore non possa svilupparsi anche dalle nostre parti». Ad oggi sono 278 le fiale di vaccino acquisite in Campania: «Ma è una cifra variabile — specificano dalla Regione — poiché è stata indetta una gara e autonomamente le singole aziende sanitarie possono richiedere il vaccino QDenga della Taketa».Â

Nel frattempo il Cotugno, su disposizione ministeriale, ha elevato i livelli di attenzione, anche se non vi è alcuna emergenza: «Durante le vacanze pasquali, molte persone potrebbero scegliere destinazioni esotiche dove il rischio di contrarre la Dengue è più elevato. È importante, perciò, sottoporsi alla profilassi vaccinale e saper riconoscere i sintomi per poter ricevere un trattamento tempestivo». E si consiglia, pertanto, di adottare precauzioni adeguate, come l’uso di repellenti per insetti, indossare indumenti protettivi a maniche lunghe e pantaloni lunghi, nonché utilizzare zanzariere nelle camere da letto ed eliminare i ristagni di acqua dove possono proliferare le zanzare. Se si viaggia in zone a rischio Dengue è importante rivolgersi al medico per le precauzioni da adottare. «Al Pronto soccorso del Cotugno — aggiunge Anna Iervolino, direttore generale dell’Azienda ospedaliera dei Colli — il personale è formato ed è stato attivato il percorso per garantire una veloce risposta per la valutazione clinica, diagnostica e terapeutica per affrontare ogni eventuale infezione».

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23 marzo 2024 ( modifica il 23 marzo 2024 | 07:43)

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QOSHE - In un anno diciotto casi di Dengue, il Cotugno alza i livelli di attenzione - Angelo Agrippa
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In un anno diciotto casi di Dengue, il Cotugno alza i livelli di attenzione

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23.03.2024

Il primario dell'ospedale Perrella: «Attenti ai sintomi e vaccino per chi va in Brasile o in altri paesi tropicali»

Da gennaio dell’anno scorso a gennaio di quest’anno sono stati 18 i casi di infezioni virali causate dal virus Dengue (Denv) curati nell’ospedale Cotugno. «Ma tutti di entità lieve e trattati con idratazione e antipiretici — spiega Alessandro Perrella, primario infettivologo del presidio dell’azienda dei Colli — tanto da meritare una degenza media di 5 o 6 giorni al massimo. Abbiamo registrato vomito, nausea, febbre alta, congiuntivite, cefalea e dolori addominali. Soltanto un unico caso con epistassi».

La difficoltà vera è diagnosticare la malattia, dati i sintomi iniziali analoghi a quelli di una influenza. «Vero, ma con una dettagliata anamnesi e le analisi di laboratorio, in particolare con la diagnostica molecolare — continua Perrella — si riesce ad individuare la Dengue. In due pazienti non riuscivamo a risalire alla causa della infezione, ma soltanto perché i tempi di........

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