Il capogruppo dem in commissione Politiche Ue della Camera: «Bus gratis agli studenti, bene Schlein a riconoscere il primato della Campania»

Piero De Luca, capogruppo dem in commissione Politiche Ue della Camera, perché dice che Fitto prende in giro gli italiani sul Pnrr, dopo l’intervista del ministro a CasaCorriere, quando l’Italia è l’unico paese che si avvia a incassare la quarta rata?
«I conti non tornano. Meloni parla addirittura di 21 miliardi di risorse in più. Una fake news: il Piano resta invariato, aumenta di 2,8 miliardi per gli adeguamenti tecnici legati al REPowerEU sulla transizione energetica. Quindi non ci sono fondi aggiuntivi. Ma i 21 miliardi sono di rimodulazioni».

Vale a dire di correzioni sull’elenco dei progetti?
«Certo: modifiche sui progetti con spostamento di risorse da un investimento all’altro. Un’operazione scellerata: tagliano investimenti strategici».

Quali?
«Si interviene con l’accetta su comparti fondamentali: a partire dai Comuni che si vedono tagliati 10 miliardi di euro di investimenti importanti. Anche l’Anci, l’associazione dei Comuni, lo ha detto. Fitto continua ad affermare, invece, che si tratta di progetti definanziati, credendo che sia più indolore questa espressione, sebbene indichi tagli di risorse e di progetti che riguardano la riqualificazione delle periferie urbane, come Taverna del ferro e Scampia».

Però il ministro Fitto parla di verifiche sullo stato di avanzamento delle opere. Quindi il rischio di rimanere schiacciati nella morsa delle scadenze imminenti c’è tutto?
«Fitto ha negoziato i tagli con la Commissione Ue. Quando gli abbiamo chiesto di chiarire i criteri adottati per tagliare orizzontalmente 10 miliardi di euro di progetti non ha saputo rispondere, a conferma che lui e il governo brancolano nel buio. Ma i Comuni hanno i cantieri già avviati e si troveranno con il rischio, drammatico, di scivolare verso il dissesto, senza risorse. Così le aziende coinvolte che rischiano anch’esse il default».

Quali sono gli altri interventi finiti sotto la scure delle rimodulazioni?
«Il taglio da 264 mila a 150 mila nuovi posti in asili nido già finanziati. È sconvolgente. Soprattutto quando Fitto insiste che vi sono condizioni di contesto diverse. Certo, alla guida del paese vi è un governo di destra che fa la scelta strategica di togliere ossigeno ai servizi a valore sociale e urbano. Poi c’è la cancellazione di 500 Case e ospedali di comunità . Insomma, di questo passo sospettiamo fondatamente che la soglia degli investimenti del 40% da destinare al Sud sia anch’essa saltata. Fitto dice: troveremo risorse altrove. Dove? Trattano il Pnrr come un peso, non come opportunità ».

Troppi vincoli?
«Abbiamo presentato una nuova interrogazione: il ministro ha modificato le regole legate all’impiego dei fondi strutturali. Nel decreto Sud hanno previsto l’obbligo di accordo preventivo delle Regioni con il governo e che i Fondi sviluppo e coesione non utilizzati anche per responsabilità non regionali vengano sottratti ai territori. Se intanto non sbloccano i Fsc, le Regioni non possono neppure spendere i fondi strutturali, per il cofinanziamento dei quali hanno peraltro ridotto in modo arbitrario gli ambiti di intervento, limitando l’autonomia delle Regioni in difformità con quanto è riconosciuto dalla Ue. Altro che autonomia differenziata».

Però i parlamentari campani di centrodestra sono schierati a difesa delle scelte del governo. Anzi, dicono che il vero fallimento è delle Regioni governate da voi: un po’ di autocritica non vi farebbe bene?
«Io capisco la disciplina di partito, ma resto basito di fronte al silenzio complice dei colleghi della destra. Qui non si tratta di fare propaganda di parte, ma di salvare un pacchetto di risorse europee mai ricevute finora. Occorrerebbe fare fronte comune. Veda, sulla quinta rata hanno ridotto gli obiettivi da 69 a 52 perché in ritardo sul cronoprogramma. Significa che arriveranno anche meno risorse: con la Commissione Ue hanno rinunciato ai 18 miliardi iniziali per prenderne 11 a fine anno».

Se è come dice lei, perché gli industriali napoletani sono d’accordo con il governo, persino sulla Zes unica del Sud?
«Invito tutti a non farsi ingannare. La Zes centralizzata, ministeriale e senza risorse non consentirà più di intervenire, come è stato fatto oggi, per salvare uno stabilimento come Whirlpool».

Lei venerdì ha seguito, in occasione di CasaCorriere, l’intervista alla sua segretaria Schlein, la quale ha detto che il presidente della Regione avrebbe fatto meglio a titolare il suo libro «Grazie al Pd». Cosa ha condiviso o meno di quelle dichiarazioni?
«Meglio elencare i punti di sintonia: quando ha contestato la manovra di bilancio, iniqua e penalizzante per imprese, lavoratori e Mezzogiorno. E quando ha rivendicato, riconoscendo la paternità dell’iniziativa alla Regione Campania, la validità della nostra proposta fatta anche in legge di bilancio sul trasporto gratuito agli studenti».

Il fatto che Schlein abbia confermato che il congresso in Campania si terrà entro le Europee?
«Una notizia positiva, credo vi sia piena consapevolezza che per ripristinare il corretto svolgimento della vita democratica e aiutare il Pd nazionale nelle prossime campagne elettorali sia utile e necessario avere organismi legittimati ed efficienti».

Si giungerà ad un’intesa per il congresso?
«Credo sia ancora prematuro. Per ora apprezziamo il segnale di distensione e di apertura della nuova fase».

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5 dicembre 2023

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Piero De Luca: «Attenti, Fitto inganna sul Pnrr Comunie aziende a rischio default»

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05.12.2023

Il capogruppo dem in commissione Politiche Ue della Camera: «Bus gratis agli studenti, bene Schlein a riconoscere il primato della Campania»

Piero De Luca, capogruppo dem in commissione Politiche Ue della Camera, perché dice che Fitto prende in giro gli italiani sul Pnrr, dopo l’intervista del ministro a CasaCorriere, quando l’Italia è l’unico paese che si avvia a incassare la quarta rata?
«I conti non tornano. Meloni parla addirittura di 21 miliardi di risorse in più. Una fake news: il Piano resta invariato, aumenta di 2,8 miliardi per gli adeguamenti tecnici legati al REPowerEU sulla transizione energetica. Quindi non ci sono fondi aggiuntivi. Ma i 21 miliardi sono di rimodulazioni».

Vale a dire di correzioni sull’elenco dei progetti?
«Certo: modifiche sui progetti con spostamento di risorse da un investimento all’altro. Un’operazione scellerata: tagliano investimenti strategici».

Quali?
«Si interviene con l’accetta su comparti fondamentali: a partire dai Comuni che si vedono tagliati 10 miliardi di euro di investimenti importanti. Anche l’Anci, l’associazione dei Comuni, lo ha detto. Fitto continua ad affermare, invece, che si tratta di progetti definanziati, credendo che sia più indolore questa espressione, sebbene indichi tagli di risorse e di progetti che riguardano la riqualificazione delle periferie urbane, come Taverna del ferro e Scampia».

Però il ministro Fitto parla di verifiche sullo stato di........

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