L'attrice e showgirl alla Fondazione Mondragone di Napoli dove si racconta, tra estetica e alimentazione: «Alla pizza non rinuncio, per me è un antidepressivo. Amo gli uomini partenopei: principeschi e rispettosi»

Fasciata in un abito rosso, drappeggiato sulle sue curve come una seconda pelle, calze a rete illuminate da strass, sandali carminio e borsetta nera tempestata di cristalli... Valeria Marini arriva al museo della moda di Napoli vestita come per una serata in discoteca. In un dolce pomeriggio napoletano, in ritardo di due ore, è una apparizione bionda e monumentale pronta a offrire la propria testimonianza al termine di convegno organizzato dalla Fondazione Mondragone sul Body shaming.

L'abito che ha scelto non passa inosservato.
«Mi piace essere elegante e sempre molto femminile».

Mai un jeans, un paio di sneaker?
«A volte mi capita di vestire in tuta e, considerando che abito in piazza di Spagna a Roma, non è che lo faccio restando lontano dai riflettori».

Le tute che non sono da allenamento in palestra non valgono. Ma si è mai sentita discriminata per la sua bellezza da ragazzina: troppo alta, troppo bionda, troppo tutto?
«Nella mia Sardegna? No. Con tutte le ragazze belle della mia scuola facevamo gruppo. Eravamo tutte splendide ed eravamo sempre insieme. Un bel colpo d’occhio».

Che rapporto ha con la sua bellezza? Per conservarla consuma fra diete e palestra?
«Ho un ottimo rapporto con la mia immagine e ho una genetica che mi aiuta a gestire e conservare con facilità le mie doti estetiche. Trovo la palestra noiosa, preferisco il tango e la lap dance. A tavola ho scoperto di essere intollerante ad alcuni cibi, tipo pomodoro e latticini - ma posso mangiare la mozzarella di bufala - che ho bandito dalla mia alimentazione con grandissimi vantaggi: mi sono sgonfiata. Preferisco pasta senza glutine e non mangio dolci di sera, anche se vado pazza per il tiramisù. Insomma un po' di rigore...».Â

E una bella pizza non se la concede mai?
«A quella non rinuncio, è uno di quei piatti perfetti per mandare via la depressione».

E a Napoli dove la mangia?
«Mi piace quella di Ciro a Mergellina. Ovviamente la scelgo senza pomodoro».

Sul fronte della chirurgia estetica cosa fa?
«Biorivitalizzazione, vitamine e prp: sono una manna»

Proprio niente altro?
«Ma no, a me basta fare solo questo».Â

È vero che fa produrre in Campania la sua collezione di moda?Â
«Sì da tempo ho scelto di rivolgermi alle aziende del territorio. Ritengo che sappiano lavorare bene, garantiscono che la produzione sia made in Italy e hanno costi accessibili. Sono entusiasta».

Gimmy Cangiano, Eddy Siniscalchi.... le cronache rosa raccontano di un suo grande entusiasmo anche per i signori campani.Â
«Mi piacciono tanto. Oltre che per l'estetica, che per me è relativa - del resto Vittorio Cecchi Gori non è certo un classico bello - sono sensibili, pieni di gioia di vivere, quasi tutti con un tratto principesco e rispettosi. Mi piace tanto anche la città . È vibrante, musicale. Ho tantissimi amici che sono qui e che mi fa piacere incontrare».

Ha mai subito attacchi sui suoi canali social?
«Moltissimo. L'ultima volta per una vicenda accaduta in aeroporto, mentre stavo portando alla mia mamma la sua cagnolina e mi destreggiavo fra trolley e trasportino. Sono rimasta vittima di un linciaggio terribile da parte di qualcuno che ha pensato volessi che il personale della Compagnia aerea fosse mia disposizione. È stato girato un video con accuse gratuite che mi hanno colpito per la loro violenza e l'infondatezza. La verità è che quello dei social è un mondo senza regole contro gli odiatori».

Si riferisce anche al caso di Chiara Ferragni?
«Certo, ma non solo a quello. Probabilmente lei ha commesso degli errori, ma il linciaggio mediatico è inaccettabile. Il tribunale dei social non tollerabile. Servono paletti e norme. Anche i facili guadagni che alcuni realizzano in rete vanno regolamentati».

Leo Gullotta in una recente intervista al Corriere ha ricordato il suo grande impegno ai tempi del Bagaglino. Insomma, oltre le gambe c'è di più?
«Ringrazio Leo Gullotta, un gran signore, e ricordo con gratitudine anche Mario Scaccia con il quale ad inizio carriera facevo la svampita o il napoletano Peppino Patroni Griffi che mi ha voluto in ''Nata ieri''. Fare la bella in scena ed essere bella non toglie niente al valore e alla professionalità ».Â

Si succedono con frequenza inquietante i casi di violenza sulle donne, uno degli ultimi è avvenuto a Mercogliano. Lei è mai stata vittima di un ex fidanzato deciso a tutto pur di non uscire dalla sua vita?Â
«Assolutamente sì. Ho avuto un ammiratore che mi stalkerizzava ed è stato spiacevole e complicato gestire questa vicenda. Ma molto più doloroso, complesso e duro è stato fronteggiare la violenza di un mio ex che non si rassegnava alla fine del nostro rapporto. Io ho denunciato, cosa che va fatta da ogni donna vittima di vicende simili, senza esitazioni. E poi mi sono poi potuta permettere di assumere qualcuno che mi difendesse fino a quando la vicenda non è stata risolta. Ma questa non è una soluzione che chiunque può adottare ed è chiaro ormai che servono leggi diverse. Un uomo al centro di una denuncia del genere va messo ai domiciliari, il braccialetto non serve a nulla. Se non lo si ferma non esiterà a colpire e le cronache lo raccontano con grandissima evidenza. E poi, andando oltre, basta con le attenuanti di ogni tipo per chi uccide: l’omicidio va punito con l’ergastolo. Anche se si dimostra l’infermità mentale, per gli assassini la punizione è il carcere per sempre».

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26 gennaio 2024

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QOSHE - Valeria Marini: «Io, terrorizzata da uno stalker e un ex violento: bisogna denunciare» - Anna Paola Merone
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Valeria Marini: «Io, terrorizzata da uno stalker e un ex violento: bisogna denunciare»

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26.01.2024

L'attrice e showgirl alla Fondazione Mondragone di Napoli dove si racconta, tra estetica e alimentazione: «Alla pizza non rinuncio, per me è un antidepressivo. Amo gli uomini partenopei: principeschi e rispettosi»

Fasciata in un abito rosso, drappeggiato sulle sue curve come una seconda pelle, calze a rete illuminate da strass, sandali carminio e borsetta nera tempestata di cristalli... Valeria Marini arriva al museo della moda di Napoli vestita come per una serata in discoteca. In un dolce pomeriggio napoletano, in ritardo di due ore, è una apparizione bionda e monumentale pronta a offrire la propria testimonianza al termine di convegno organizzato dalla Fondazione Mondragone sul Body shaming.

L'abito che ha scelto non passa inosservato.
«Mi piace essere elegante e sempre molto femminile».

Mai un jeans, un paio di sneaker?
«A volte mi capita di vestire in tuta e, considerando che abito in piazza di Spagna a Roma, non è che lo faccio restando lontano dai riflettori».

Le tute che non sono da allenamento in palestra non valgono. Ma si è mai sentita discriminata per la sua bellezza da ragazzina: troppo alta, troppo bionda, troppo tutto?
«Nella mia Sardegna? No. Con tutte le ragazze belle della mia scuola facevamo gruppo. Eravamo tutte splendide ed eravamo sempre insieme. Un bel colpo d’occhio».

Che rapporto ha con la sua bellezza? Per conservarla consuma fra diete e palestra?
«Ho un ottimo rapporto con la mia immagine e ho una genetica che mi aiuta a gestire e conservare con facilità le........

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