Il mentore del tecnico toscano che l'ha avviato alla carriera di allenatore

Lo ha avviato alla carriera di allenatore sostenendolo nei suoi primi anni e suggerendogli quell’impostazione professionale che ha poi mantenuto. Ecco perché Walter Mazzarri deve più di qualcosa al suo mentore Renzo Ulivieri, presidente dell’Assoallenatori. Propizio anche il colpo di cellulare ieri mattina poco prima dell’incontro con Aurelio De Laurentiis. Con lui ha condiviso i suoi primi tre anni tra Bologna e Napoli, quando il club di Ferlaino 25 anni fa era in B e non brillava.
Mazzarri e Ulivieri, che vivevano a Posillipo, erano insieme nel lavoro quotidiano al centro Paradiso di Soccavo. Erano gli azzurri di Taglialatela, Turrini, Schwoch. Dopo quella di 14 anni fa, Mazzarri è quindi alla sua seconda rentrée. «Con lui — dice Ulivieri — i giocatori si troveranno spalle al muro. Prenderanno coscienza della situazione e capiranno che cosa vuol dire giocare a Napoli e confermarsi a certi livelli. Io ritengo che lui sia l’uomo giusto».

Che cosa non ha funzionato nel passaggio di consegne da Spalletti a Garcia?
«C’era da aspettarselo. La squadra ha perso anzitutto il suo condottiero. E poi l’addio di Kim ha penalizzato il rendimento. Ci sono oggi giocatori che non stanno giocando come invece potrebbero».

A chi si riferisce?
«Un po’ tutti, nessuno convince completamente. Osimhen è infortunato, Kvara non è più fulminante. Anche Di Lorenzo qualche colpo lo ha perso. Vanno scossi e Walter sono convinto che riuscirà a recuperarli a stretto giro».

Quando nel 2009 venne chiamato da De Laurentiis disse alla presentazione: “voglio dare un’anima a questa squadra…”.
«Beh oggi le cose stanno in modo diverso. Deve ridare un’anima perché la squadra ha certamente nel suo dna lo spirito giusto che però ha smarrito».

Che cosa cambia per l’aspetto tattico con Mazzarri?
«Io ripartirei da un suo concetto: “Io il Napoli di Spalletti l’ho studiato bene bene”. Cosa che invece Garcia non fece evidentemente: “Non so nulla del passato”. Al francese non darei comunque grandi colpe. L’Empoli ha giocato una gran partita al Maradona, meritava il successo. Alcuni equilibri sono venuti meno. Walter pratica il 3-4-2-1 o 3-5-2. Il trucco sta nel ritrovare i paletti che aveva creato Spalletti. Meno si cambia, meglio sarà . Il lavoro sul campo, la disponibilità dei giocatori farà la differenza».

Osimhen e Kvara sono come Cavani e Lavezzi di 14 anni fa?
«I numeri sono simili, ma Mazzarri non è più lo stesso professionista di anni fa. È un tecnico oggi al passo con i tempi e perfettamente evoluto. Sa che non può praticare il calcio che professava nell’ultima esperienza con il Napoli».

Ha firmato un contratto di 7 mesi. Gli viene riconosciuta l’etichetta di “traghetattore”.
«Un nomignolo che lascia il tempo che trova perché se poi dovesse fare bene allora che cosa succede: lo mandano via? Dubito fortemente».

Più di qualcuno dopo le stagioni col Torino ed il Cagliari gli ha dato anche del bollito.
«È un grande professionista che non perde l’occasione per aggiornarsi e migliorare il suo bagaglio di conoscenze».

A Napoli i tecnici toscani hanno sempre fatto bene: Lippi, Sarri, Mazzarri, Spalletti.
«Io rispondo per me stesso. So solo che nella mia vecchiaia per mantenermi lucido vorrei imparare una lingua. L’inglese, il tedesco e lo spagnolo non mi attirano. Il napoletano certamente sì. Ascolto le canzoni classiche e mi consolo».

Max Allegri non sbaglia un colpo.
«La Juve ha un gran bel vantaggio che è quello di non giocare le coppe».

Per lo scudetto?
«Il Napoli è un’ottima squadra, ma in questo momento è inferiore all’Inter, oggi sopra a tutte. Il campionato però può cambiare padrone».

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15 novembre 2023

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QOSHE - Ulivieri: «Mazzarri è l'uomogiusto per il Napoli, metterà spalle al murotutti i calciatori» - Carmelo Prestisimone
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Ulivieri: «Mazzarri è l'uomogiusto per il Napoli, metterà spalle al murotutti i calciatori»

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15.11.2023

Il mentore del tecnico toscano che l'ha avviato alla carriera di allenatore

Lo ha avviato alla carriera di allenatore sostenendolo nei suoi primi anni e suggerendogli quell’impostazione professionale che ha poi mantenuto. Ecco perché Walter Mazzarri deve più di qualcosa al suo mentore Renzo Ulivieri, presidente dell’Assoallenatori. Propizio anche il colpo di cellulare ieri mattina poco prima dell’incontro con Aurelio De Laurentiis. Con lui ha condiviso i suoi primi tre anni tra Bologna e Napoli, quando il club di Ferlaino 25 anni fa era in B e non brillava.
Mazzarri e Ulivieri, che vivevano a Posillipo, erano insieme nel lavoro quotidiano al centro Paradiso di Soccavo. Erano gli azzurri di Taglialatela, Turrini, Schwoch. Dopo quella di 14 anni fa, Mazzarri è quindi alla sua seconda rentrée. «Con lui — dice Ulivieri — i giocatori si troveranno spalle al muro. Prenderanno coscienza della situazione e capiranno che cosa vuol dire giocare a Napoli e confermarsi a certi livelli. Io ritengo che lui sia l’uomo giusto».

Che cosa non ha funzionato nel........

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