L'attore palermitano che interpreta l'educatore Beppe Romano nella fiction, da stasera su Rai 2: «Noi travolti dal successo, ma io resto molto lucido: ho 30 anni di teatro alle spalle, una professione costruita piano piano»

«Quando un personaggio esce dalla storia, come è accaduto con il "Chiattillo" o la direttrice e dunque un attore abbandona il nostro set le lacrime non sono di scena, ma sono vere. Ci è capitato davvero, di piangere, per un addio. Quella degli attori di "Mare fuori" in questi anni è diventata realmente una grande famiglia, e non è retorica. Di questi ragazzi io, per un dato anagrafico, mi sento un po' il papà . E anche qui il piano di realtà e quello della fiction spesso si sovrappongono: loro mi chiamano Beppe e vengono a chiedermi consigli, come fanno i detenuti con l'educatore che interpreto, sul lavoro, ma anche per questioni di cuore. Che poi io non è che abbia titoli per darne, eh...».Â

Più si parla con Vincenzo Ferrera e più si ha la sensazione che in lui ci sia molto del suo personaggio. L'impressione è che l'attore palermitano, classeÂ
1973,
e Beppe Romano, l'educatore del carcere minorile raccontato nella serie fenomeno di Rai Fiction e Picomedia - che da stasera arriva su Rai 2 con i primi due episodi della quarta stagione - si somiglino più di un po'. L'autoironia è di certo dato comune. E così quando Ferrera racconta che «quando lasciamo il set in auto e i fan prima si avvicinano alla mia e poi improvvisamente spariscono capisco che dietro c'è la macchina con Massimiliano Caiazzo», immagini che una frase del genere l'avrebbe potuta tranquillamente pronunciare anche il "poliziotto buono" dell'Ipm. E lui lo conferma: «Beh sì, io Beppe ci somigliamo parecchio...»

Insomma, le ragazzine preferiranno pure Caiazzo e gli altri giovani attori, ma non ci dica che non fermano per strada anche lei...
«Assolutamente. Mi fermano i fan e talvolta anche i personaggi famosi, per fare una foto assieme. Io li guardo e penso: ma davvero? E poi le lettere, ne ricevo a migliaia...».Â

Cosa le scrivono?
«Qualcuno mi ha scritto “mi piacerebbe che Beppe fosse il mio papà ”, in tanti mi hanno confidato di aver scelto di intraprendere il percorso per diventare educatori negli istituti penitenziari dopo aver visto "Mare Fuori”».

Una bella soddisfazione.
«La più grande. Significa aver dato vita a un personaggio che ha una responsabilità etica, per il ruolo che svolge nella storia, e averlo fatto rendendolo amato, degno di stima. Questo è importante per me, perché credo molto nel ruolo educativo di questa fiction».

Lei parla di ruolo educativo, eppure, nonostante l’enorme successo, i detrattori della fiction non sono mancati. In tanti, hanno sottolineato il rischio di un messaggio sbagliato, di contenuti forti con un grande potenziale di fascinazione sui giovani.
«Non sono d’accordo. Chi afferma questo non ha visto Mare fuori. Ricordo che al funerale di Giovanbattista Cutolo sua sorella disse “Napoli sei tu, non Mare Fuori o Gomorra”. Ma Mare Fuori non definisce di certo l’intera Napoli, ma racconta una realtà che esiste, nell’Ipm di Napoli così negli Ipm di tutta Italia. E poi io non credo che basti vedere un ragazzo che spara in tv per decidere di emularlo: i giovani sanno discernere il bene dal male».

Nella quarta stagione il suo personaggio evolve, diventa più centrale.
«Sì, esatto. Se Beppe prima era soprattutto una spalla per i ragazzi detenuti e le loro storie, adesso si trova a dover gestire le sue complesse emozioni, un nuovo amore da un lato la ricostruzione del rapporto con la figlia ritrovata Kubra dall'altro. Vedremo come andrà a finire».Â

La fiction è arrivata alla sua quarta stagione, la quinta è in fase di scrittura, e i numeri raccontano di un pubblico sempre crescente. A differenza di molti giovanissimi attori del cast per lei la popolarità è arrivata dopo tanta gavetta e tanti palcoscenici calcati. È stato diretto da Glauco Mauri, Mario Martone, Toni Servillo, ha recitato in film di Roberto Andò, Pasquale Scimeca, Ficarra e Picone e Daniele Lucchetti e ha avuto ruoli in decine e decine di fiction per la tv. Come ha vissuto questa improvvisa svolta nella sua carriera?

«Il successo di Mare Fuori è stata una bomba atomica, un’esplosione improvvisa che non ci aspettavamo e che indubbiamente ci ha travolto. Ma io guardo tutto con una estrema lucidità , ho un approccio sereno a questa grande popolarità , che però, naturalmente, mi gratifica molto. Più che altro spero che questa possa diventare un'opportunità per qualche ruolo di primo piano o qualche collaborazione importante».Â

C'è un regista con il quale le piacerebbe lavorare?Â
«Ah, di sicuro Paolo Sorrentino. Ricordo che quando ero a teatro con Toni Servillo, che non era ancora diventato così popolare, lui veniva a trovarlo spesso, con un copione in mano, credo fosse quello de "L'uomo in più". Mi aveva colpito già allora, poi ha fatto film bellissimi».

E un ruolo che le piacerebbe avere?
«Penso spesso che sarebbe bello fare un film nel quale interpreto uno sportivo, magari un tennista. Anche se, a dire il vero, essendo ormai un po' avanti con l'età forse potrei anche accontentarmi di fare l'allenatore.... Insomma, sarà che quel 5 davanti ai miei anni l'ho preso un po' male, ma se proprio devo dirlo, ai ragazzi del cast di Mare Fuori ho invidiato moltissimo la loro età !».Â

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14 febbraio 2024 ( modifica il 14 febbraio 2024 | 14:39)

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QOSHE - L'attore Vincenzo Ferrera: «Io e Beppe? Siamo molto simili. Sul set di Mare Fuori lacrime vere ad ogni addio» - Chiara Marasca
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L'attore Vincenzo Ferrera: «Io e Beppe? Siamo molto simili. Sul set di Mare Fuori lacrime vere ad ogni addio»

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14.02.2024

L'attore palermitano che interpreta l'educatore Beppe Romano nella fiction, da stasera su Rai 2: «Noi travolti dal successo, ma io resto molto lucido: ho 30 anni di teatro alle spalle, una professione costruita piano piano»

«Quando un personaggio esce dalla storia, come è accaduto con il "Chiattillo" o la direttrice e dunque un attore abbandona il nostro set le lacrime non sono di scena, ma sono vere. Ci è capitato davvero, di piangere, per un addio. Quella degli attori di "Mare fuori" in questi anni è diventata realmente una grande famiglia, e non è retorica. Di questi ragazzi io, per un dato anagrafico, mi sento un po' il papà . E anche qui il piano di realtà e quello della fiction spesso si sovrappongono: loro mi chiamano Beppe e vengono a chiedermi consigli, come fanno i detenuti con l'educatore che interpreto, sul lavoro, ma anche per questioni di cuore. Che poi io non è che abbia titoli per darne, eh...».Â

Più si parla con Vincenzo Ferrera e più si ha la sensazione che in lui ci sia molto del suo personaggio. L'impressione è che l'attore palermitano, classeÂ
1973,
e Beppe Romano, l'educatore del carcere minorile raccontato nella serie fenomeno di Rai Fiction e Picomedia - che da stasera arriva su Rai 2 con i primi due episodi della quarta stagione - si somiglino più di un po'. L'autoironia è di certo dato comune. E così quando Ferrera racconta che «quando lasciamo il set in auto e i fan prima si avvicinano alla mia e........

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