Il procuratore capo di Napoli su Rai 3 ribadisce il rischio della fascinazione criminale veicolata attraverso i social: «È lì che il crimine sfida le istituzioni»

«TikTok è la vetrina delle mafie: si fanno vedere ricchi, firmati, con tanti soldi e dicono "noi siamo il nuovo modello, vuoi diventare come noi?". I giovani non strutturati si trovano avviluppati e pensano che quello sia il loro futuro. I social per i mafiosi sono una sfida alle istituzioni, un'esternazione di arroganza». Nicola Gratteri, capo della Procura di Napoli, intervistato a «Timeline» su Rai 3, torna su un tema a lui caro, il rischio della fascinazione che, attraverso i social, in primo luogo la piattaforma di video sharing cinese, alcuni stili di vita eccessivi e lussuosi, proposti con un preciso obiettivo, possano esercitare sui giovani, stimolando in loro l'ambizione a guadagni facili e l'adesione a codici sbagliati. Gli «astri nascenti» della criminalità , sostiene Gratteri, si mostrano sui loro profili «luccicanti, attraenti», colpendo l'immaginario e facendo così proseliti. Nulla di diverso da ciò che accadeva in passato quando, come il magistrato esperto di 'ndrangheta ha spiegato in più occasioni, il mafioso «si comportava come un'azienda», esternando il proprio potere sul territorio nei più svariati modi. La differenza è che il principale di quei territori, oggi, afferma Gratteri, è diventato TikTok.

Parlando poi di come sia percepita la giustizia dai cittadini, Gratteri ha affermato che «la gente spesso non denuncia perché non si fida: spesso noi come forze dell'ordine e come magistrati non siamo credibili, non riusciamo a trasmettere fiducia, è un problema soprattutto nostro».Â

Poi alcuni accenni alla sua vita personale, una vita sotto scorta da 35 anni, senza mare da 30. «Per resistere bisogna credere che ciò che fai serve: per migliaia di persone sei l'ultima spiaggia, allora resisti a qualsiasi privazione», ha detto il procuratore di Napoli rispondendo alle domande di Marco Carrara. «Certo, non puoi andare a teatro, non puoi andare al cinema, non puoi andare al mare. Perché altrimenti metteresti in pericolo anche gli altri che ti stanno attorno», ha spiegato, tu non puoi tradire, non puoi mollare e quindi resisti a ogni privazione. «Puoi stare anche un anno sotto una pietra se sei convinto che quello serve, altrimenti non ce la fai».Â

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11 marzo 2024 ( modifica il 11 marzo 2024 | 11:14)

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QOSHE - Nicola Gratteri: «TikTok è la vetrina delle mafie» - Chiara Marasca
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Nicola Gratteri: «TikTok è la vetrina delle mafie»

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11.03.2024

Il procuratore capo di Napoli su Rai 3 ribadisce il rischio della fascinazione criminale veicolata attraverso i social: «È lì che il crimine sfida le istituzioni»

«TikTok è la vetrina delle mafie: si fanno vedere ricchi, firmati, con tanti soldi e dicono "noi siamo il nuovo modello, vuoi diventare come noi?". I giovani non strutturati si trovano avviluppati e pensano che quello sia il loro futuro. I social per i mafiosi sono una sfida alle istituzioni, un'esternazione di arroganza». Nicola Gratteri, capo della Procura di Napoli, intervistato a «Timeline» su Rai 3, torna su un tema a lui caro, il rischio della fascinazione che, attraverso i social, in primo luogo la piattaforma di video........

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