L'attrice e direttrice artistica del Trianon Viviani di Napoli: «Qui per chiedere al governo di elargire i fondi e non far morire il mondo della cultura campano»

«È ovvio che io mi schieri in questa battaglia. Sono convinta che il governo dovrebbe avere a cuore la cultura perché è l’immagine del Paese e non può essere affamata». Lancia così la carica Marisa Laurito, direttrice artistica del teatro Trianon Viviani di Forcella, che oggi a Roma è in piazza per la manifestazione contro l’autonomia differenziata convocata dal presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca.

Perché è in piazza oggi?
«Per chiedere al governo di elargire questi fondi che servono a non far morire il mondo della cultura campano».

Cosa dovrebbe fare il governo?
«C’è bisogno della buona volontà di tutti per risolvere questa impasse. Il governo potrebbe decidere di erogare almeno gli anticipi per non fermare il settore. Bloccare i fondi in questo modo significa buttare un anno di lavoro e far perdere alla Campania quello che ha faticosamente costruito».

Vede nell'Autonomia differenziata un rischio per il Sud?
«Non si può fare il pesce fritto con l’acqua».

In che senso?
«Il Mezzogiorno ha diritto di esistere e di farlo con mezzi giusti. Noi al Sud abbiamo grandissime professionalità che lavorano anche di più che altrove, siamo capaci di risolvere molti problemi e lo facciamo con poche chiacchiere. Bisogna sfatare la leggenda assurda che qui non si lavora. Nel Mezzogiorno ci sono i mascalzoni e i ladri come ci sono in tutte le parti del mondo, ma ci sono anche le eccellenze che però vanno fatte esprimere e non affamate».

Il governo vorrebbe affamare la cultura?
«Non credo, ma rischiare di bloccare un settore perché non ci sono accordi o per questioni tutt’altro che reali è una follia. I fondi sono fondamentali e i ritardi creano problemi enormi. Penso al teatro Trianon Viviani, di cui sono direttrice artistica: senza fondi non possiamo programmare il nostro cartellone e dovremmo chiudere i laboratori sociali».

Rischiate di interrompere il vostro lavoro?
«Il Trianon è un teatro molto povero e riusciamo a fare le nostre attività programmando per tempo in base ai fondi. Quest’anno però ho delle difficoltà serie sulla programmazione perché non so ancora quanto avremo a disposizione dal punto di vista economico. L’anno scorso in questi giorni stavo già organizzando il cartellone, ora siamo fermi».

Cosa significa per voi ritardare l’erogazione dei fondi?
«Creare un danno alla vita di migliaia di persone. Dietro questi stanziamenti c’è la nostra impresa artigianale che dà lavoro a lavoratrici e lavoratori e ci sono centinaia di industrie dello spettacolo che producono redditi e creano lavoro. Un mondo produttivo e virtuoso che viene messo in ginocchio. Ma c’è anche un servizio sociale di riscatto che viene cancellato».
Quale?
«Il mio Trianon è nel cuore di Napoli, a Forcella, e con il bravissimo registra Davide Jodice abbiamo messo in piedi il Teatro delle Persone».

Che cos’è?
«Una serie di laboratori che coinvolgono una marea di giovani che ha bisogno anche di questi spazi di creatività e socialità per combattere le difficoltà sociali ed economiche».

Dunque la cultura come riscatto?
«Si, lo facciamo da anni ma senza fondi dovremo chiudere anche questi spazi. Per questo penso che il governo non possa e non voglia affamare la Campania che, dal canto suo, sta facendo cose bellissime e ci sono i fatti a dimostrarlo».

Quali?
«La Regione Campania ha messo in piedi e portato avanti progetti di interesse internazionale che ci hanno fatto diventare un’eccellenza nel mondo della cultura e che hanno anche contribuito a far crescere i flussi turistici che oggi ci vedono ai primi posti nel mondo.

In concreto?
«Penso al Giffoni Film Festiva, al Campania dei Festival ma anche al mio Trianon Viviani, oggi diventato un polo importante del grandissimo patrimonio musicale partenopeo. Abbiamo in cartellone artisti come Noa o Piovani che amano la musica partenopea e la portano in giro per il mondo. Questo lo abbiamo costruito dando spazio ai giovani artisti che qui hanno una casa per sperimentare, suonare e dare voce e concretezza alla loro presenza artistica. Penso a Tommaso Primo, Dario Sansone, Fiorenza Calogero. Sono tutti cantautori giovani diventati star della musica nazionale e partiti da qui».

Il Ministro Sangiuliano ha calcolato che oltre 40 milioni di euro all’anno vengono dati dal suo ministero al mondo dello spettacolo campano. Forse c’è anche un problema di gestione dei fondi a livello locale?
«Sulla gestione dei fondi non spetta a me giudicare, non ne ho le competenze. L’unica cosa che conte è che tutte le istituzioni trovino la buona volontà per far vivere il settore della cultura che per la Campania è fondamentale e nel quale noi campani abbiamo dimostrato, negli anni, di saper fare veri e propri miracoli».Â

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16 febbraio 2024

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Anche Marisa Laurito a Roma con De Luca contro l'Autonomia: «Non si può friggere il pesce con l’acqua»

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16.02.2024

L'attrice e direttrice artistica del Trianon Viviani di Napoli: «Qui per chiedere al governo di elargire i fondi e non far morire il mondo della cultura campano»

«È ovvio che io mi schieri in questa battaglia. Sono convinta che il governo dovrebbe avere a cuore la cultura perché è l’immagine del Paese e non può essere affamata». Lancia così la carica Marisa Laurito, direttrice artistica del teatro Trianon Viviani di Forcella, che oggi a Roma è in piazza per la manifestazione contro l’autonomia differenziata convocata dal presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca.

Perché è in piazza oggi?
«Per chiedere al governo di elargire questi fondi che servono a non far morire il mondo della cultura campano».

Cosa dovrebbe fare il governo?
«C’è bisogno della buona volontà di tutti per risolvere questa impasse. Il governo potrebbe decidere di erogare almeno gli anticipi per non fermare il settore. Bloccare i fondi in questo modo significa buttare un anno di lavoro e far perdere alla Campania quello che ha faticosamente costruito».

Vede nell'Autonomia differenziata un rischio per il Sud?
«Non si può fare il pesce fritto con l’acqua».

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«Il Mezzogiorno ha diritto di esistere e di farlo con mezzi giusti. Noi al Sud abbiamo grandissime........

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