Napoli, da 40 anni i due offrono ai ragazzi del quartiere l'opportunità di crescere in maniera serena: «Qui non è più Gomorra»

Antonio Piccolo e Carlo Sagliocco

«È un riconoscimento inaspettato che dà più valore e forza al nostro impegno di vita». Antonio Piccolo e Carlo Sagliocco la raccontano così, ancora po’ increduli, l’emozione di essere stati nominati tra i 30 nuovi commendatori dell'Ordine al merito della Repubblica italiana dal presidente Sergio Mattarella per il loro impegno come «eroi del quotidiano».

«Eroi del quotidiano» ma anche di quartiere, Antonio (74enne) e Carlo (71enne), che da 38 anni offrono ai ragazzi di Scampia, con la loro Scuola Calcio Arci, un’occasione per fare sport ma soprattutto un percorso di inclusione, di cittadinanza e di crescita umana. Antonio è arrivato a Scampia 40 anni fa, all’inizio degli anni ’80 e nel 1986 insieme a Carlo ha dato vita alla Scuola Calcio Arci Scampia. «Ho sempre avuto voglia di fare qualcosa per questo territorio. 40 anni fa Scampia era un quartiere nuovo, con una storia ancora tutta da scrivere e un futuro che doveva essere ancora immaginato. Era un posto vivo, bello e pieno di prospettive». Poi però quel futuro ancora da immaginare si è trasformato in un perenne presente precario e le prospettive si sono spente. «Il terremoto, la ricostruzione e tutto quello che è seguito - raccontano i due - hanno cambiato le cose e la storia ha preso una via diversa. Abbiamo attraversato periodi bui».

In quel buio, negli anni, è cresciuta la camorra e il malaffare, facendo del quartiere stesso un marchio stigmatizzante per chi ci viveva. Nonostante il buio però, restavano le luci delle associazioni. «Scampia - racconta Antonio - ha una ricchezza unica e ineguagliabile: l’associazionismo. Un tessuto di persone straordinarie che si mettono insieme per creare luoghi di socialità , di partecipazione di democrazia reale. Noi con la scuola calcio, proprio come tante altre associazioni del quartiere, non abbiamo mai mollato, neanche nei periodi più difficili. Abbiamo sempre lavorato con la nostra passione per dare una speranza alla nostra comunità ». Con la loro scuola calcio lo sport, il gioco del pallone, quello che conquista le passioni dei ragazzini di tutto il mondo, diventa solo un pretesto. «È tutto collegato - sottolinea Carlo - il calcio è un modo per coinvolgere i ragazzi, un primo passo. Perché si cresce nello sport ma si impara a vivere, a stare insieme con gli altri rispettando il prossimo». La loro scuola è un modo per dare «una possibilità a questi ragazzi, un luogo dove essere inclusi, uno spazio di democrazia. Era proprio questo quello che volevamo fare 38 anni fa: dare ai ragazzi, attraverso il grande fascino che su di loro ha il calcio, un’occasione di vita diversa e farli crescere come essere umani».

«Scampia non è più Gomorra - dicono Carlo e Antonio - ci sono ancora tanti problemi ma ci stiamo rialzando». Scampia è stato l’esempio di come urbanistica e ricostruzione possano trasformare i luoghi in ghetti dove segregare le povertà . Poi, negli anni, è stato trasformato in un quartiere simbolo del crimine, fino a diventare, tra serie, social network e canzoni, trend globale del malaffare. Oggi Scampia, con l’università , le storie di riscatto e le pratiche innovative di democrazia, sta diventato, faticosamente, un esempio di rinascita. «Il nostro - assicura Antonio - è un quartiere che si sta riscattando da un passato complesso. Lo sta facendo con la forza delle associazioni e con una nuova consapevolezza della nostra comunità , capace di crede sempre più in se stessa e in un futuro migliore per i ragazzi e per tutti gli abitanti del quartiere».

Sono centinaia i ragazzi ai quali Antonio e Carlo hanno dato una vita diversa, ma guai a dire che li hanno slavati «Noi non abbiamo salvato e non salviamo nessuno - ci tengono a sottolineare - ognuno ha nelle sue mani il proprio destino. Noi abbiamo dato a questi ragazzi un’occasione di svago e di crescita positiva. Siamo orgogliosi che molti di loro abbiano seguito i nostri consigli e fatto tesoro dell’esperienza della Scuola Calcio Arci Scampia e oggi ci emozioniamo quando vengo a trovarci da adulti. Possiamo dire che in 38 anni abbiamo avuto un paio di campioni nello sport cresciuti qui ma tantissimi, tutti, i nostri ragazzi sono diventati campioni nella vita».
Col riconoscimento di Mattarella rende alla Scuola Calcio Arci di Scampia la giusta attenzione da parte delle istituzioni, quella che forse in quartieri come Scampia è mancata in alcune fasi. «Noi non ci siamo mai sentiti soli - con o senza le istituzioni abbiamo sempre avuto al nostro fianco le persone del quartiere». Una vicinanza che hanno sentito soprattutto nei momenti difficili come quando a gennaio l’associazione è stata vittima di un furto. I ladri avevano portato via le attrezzature per far allenare e giocare i ragazzi. In quell’occasione tutti si sono stretti attorno alla Scuola Calcio. «È stato commovente - ricorda Antonio -. Luca Pandolfi, che oggi gioca nel Cittadella, ci ha mandato 100 completini per i ragazzi della scuola. Lui che è cresciuto qui, sui nostri campi, nei nostri spazi, e oggi è un professionista ha voluto far sentire la sua presenza concretamente».

«Nonostante la veneranda età andiamo avanti con tante nuove idee». Carlo ad esempio cura il calcio femminile con 40 ragazze iscritte alla scuola calcio e con un progetto che insieme all’associazione Donne in Rete, hanno creato il Dream Team Arci SCampia, una squadra femminile. Le ragazze qui non scoprono solo il calcio ma vengono seguite in tutti gli aspetti e le loro difficoltà , sociali, economiche e culturali. Dopo 40 anni da «eroi quotidiani» e dopo la commozione per il riconoscimento del presidente della Repubblica, Antonio e Carlo chiedono alle istituzioni «la massima attenzione per i quartieri di periferia, quelli un po’ disagiati che spesso vengono additati come luoghi di isolamento e violenza, le Scampie di oggi, dove ci sono tante forze, tanta umanità e tanti ragazzi che cercano solo l’opportunità di riscattarsi».

Vai a tutte le notizie di Napoli

Se vuoi restare aggiornato sulle notizie della Campania iscriviti gratis alla newsletter del Corriere del Mezzogiorno. Arriva tutti i giorni direttamente nella tua casella di posta alle 12. Basta cliccare qui.

Siamo anche su Instagram, seguici https://www.instagram.com/corriere.mezzogiorno/

24 febbraio 2024

© RIPRODUZIONE RISERVATA

QOSHE - Antonio Piccolo, Carlo Sagliocco e la scuola calcio di Scampia: i commendatori nominati da Mattarella - Claudio Mazzone
menu_open
Columnists Actual . Favourites . Archive
We use cookies to provide some features and experiences in QOSHE

More information  .  Close
Aa Aa Aa
- A +

Antonio Piccolo, Carlo Sagliocco e la scuola calcio di Scampia: i commendatori nominati da Mattarella

5 0
24.02.2024

Napoli, da 40 anni i due offrono ai ragazzi del quartiere l'opportunità di crescere in maniera serena: «Qui non è più Gomorra»

Antonio Piccolo e Carlo Sagliocco

«È un riconoscimento inaspettato che dà più valore e forza al nostro impegno di vita». Antonio Piccolo e Carlo Sagliocco la raccontano così, ancora po’ increduli, l’emozione di essere stati nominati tra i 30 nuovi commendatori dell'Ordine al merito della Repubblica italiana dal presidente Sergio Mattarella per il loro impegno come «eroi del quotidiano».

«Eroi del quotidiano» ma anche di quartiere, Antonio (74enne) e Carlo (71enne), che da 38 anni offrono ai ragazzi di Scampia, con la loro Scuola Calcio Arci, un’occasione per fare sport ma soprattutto un percorso di inclusione, di cittadinanza e di crescita umana. Antonio è arrivato a Scampia 40 anni fa, all’inizio degli anni ’80 e nel 1986 insieme a Carlo ha dato vita alla Scuola Calcio Arci Scampia. «Ho sempre avuto voglia di fare qualcosa per questo territorio. 40 anni fa Scampia era un quartiere nuovo, con una storia ancora tutta da scrivere e un futuro che doveva essere ancora immaginato. Era un posto vivo, bello e pieno di prospettive». Poi però quel futuro ancora da immaginare si è trasformato in un perenne presente precario e le prospettive si sono spente. «Il terremoto, la ricostruzione e tutto quello che è seguito - raccontano i due - hanno cambiato le cose e la storia ha preso una via diversa. Abbiamo attraversato periodi bui».

In quel buio, negli anni, è cresciuta la camorra e il malaffare, facendo del quartiere stesso un........

© Corriere del Mezzogiorno


Get it on Google Play