Report Fabi: 5mila euro possono rendere fino a 18,2 euro a Bolzano ma solo 6,5 a Napoli. In tutta la regione si concentra il 7,6% del totale dei depositi italiani: 88 miliardi di euro

La Campania non è una regione per risparmiatori. Gli ultimi dati del report della Fabi — la Federazione autonoma bancari italiani — mostrano come l’Italia sia divisa in due anche nella remunerazione dei conti correnti bancari, fissando vere e proprie gabbie creditizie, con un Nord dove i correntisti godono di condizioni più convenienti ed un Sud che arranca.
Maglia nera di questo ennesimo gap territoriale è la Campania, dove avere un conto corrente quasi non conviene più. Se infatti a Trento con un deposito di 5 mila euro se ne guadagnano più di 18 all’anno, a Napoli la stessa cifra viene remunerata con soli 6,5 euro. Dunque un napoletano guadagna, sul suo conto corrente, un terzo rispetto ad un trentino. A stare meglio di noi non sono solo gli abitanti di Trento. A Bolzano e Firenze, ad esempio, il guadagno annuo, sempre su 5 mila euro depositati, è di 15 euro; a Roma, Milano e Perugia non si va sotto gli 11 euro. Ma il guadagno campano è inferiore anche ad altre realtà meridionali come la Puglia e la Sicilia dove la remunerazione annua è di 10 euro, o Calabria e Basilicata dove è di 8 euro.

In Campania si concentra il 7,6% del saldo totale dei conti correnti italiani, 88 miliardi di euro sui 1.115 miliardi di tutta l’Italia. Una cifra che fa della Campania un salvadanaio d’Italia, dietro solo a Lombardia, Lazio, Veneto, Emilia-Romagna e Piemonte. Un dato significativo in valori assoluti ma che resta comunque negativo se ponderato con la popolazione. Nella nostra regione vive, infatti, il 9,5% degli italiani, siamo la terza regione d’Italia per abitanti, ma rappresentiamo, come accennato, solo il 7,6% dei soldi versati in banca. Ma se a livello nazionale sono stati prelevati dai conti correnti 43 miliardi di euro, tra 2022 e 2023, in Campania la riduzione dei depositi si è fermata a meno 1,2 miliardi (-1,4%).

D’altronde anche i tassi bancari registrati in Campania sono i più bassi d’Italia. La media nazionale del tasso d’interesse praticato dalle banche alla clientela per un conto corrente fino a 50.000 euro, a fine 2023, è dello 0,21%. In Campania si ferma allo 0,13%. Un tasso più basso anche di quello praticato nelle altre regioni del Sud come Calabria (0,18%), Basilicata (0,18%), Abruzzo (0,18%), Molise (0,19%) e Puglia (0,19%). Questo mette in crisi l’intero sistema economico regionale perché minori depositi significano, in sostanza, minori margini di manovra da parte degli istituti di credito per finanziare il mondo delle imprese e dunque per dare sostanza e spessore ai vari settori economici e ai diversi progetti di sviluppo locale. E infatti il rapporto della Fabi si sofferma anche sull’analisi dell’occupazione, legando questa variabile al risparmio e al valore che i contri correnti possono avere sui sistemi economici locali.

Quello che emerge è che dove ci sono meno conti correnti e le condizioni non sono convenienti si registrano i tassi di disoccupazione più alti. E non è un caso che la Campania, ultima per remunerazione dei risparmi bancari, sia anche maglia nera dell’occupazione italiana. Nella nostra regione lavora meno della metà della popolazione attiva, dalla quale devono essere esclusi anche i Neet, coloro che un lavoro, per disperazione o disillusione, neanche lo cercano più. Il tasso di occupazione in Campania è fermo al 45,3%, quasi venti punti sotto quello nazionale (62,1%) e lontanissimo dai picchi delle aree più ricche del Paese come il Nord Est (70,7%) o l’Emilia-Romagna (71,4%). In più la Campania fa registrare un tasso di disoccupazione del 17,8%, il più alto d’Italia, più del doppio di quello nazionale (7,8%) e quasi nove volte quello del Nord (2,9%). Tasso che peggiora nelle fasce giovanili (32,4%) e per le donne, facendo emergere con nettezza un gender gap insopportabile. Se infatti le diseguaglianze di genere sono rilevabili con facilità a livello nazionale sulle retribuzioni e sui tassi di occupazione, in Campania sono ancora più marcate. Con un tasso di disoccupazione femminile del 21,2% la nostra è la regione dove le donne hanno più difficoltà a trovare un’occupazione in Italia, e la possibilità di una donna campana di perdere il proprio lavoro è 5 volte superiore a quella di qualsiasi altra donna italiana.

Il report Fabi mostra come i gap storici, come quello tra Nord e Sud e quello di genere, emergano in tutta la loro potenza anche nel mondo del risparmio e con maggiore intensità in Campania. Nelle banche le gabbie salariali sono già diventante una realtà con tutti i rischi di inasprire le diseguaglianze e rendere ancora più difficile la vita di milioni di campani.

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14 aprile 2024

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QOSHE - I soldi sul conto corrente in Trentino valgono il triplodella Campania. ​Mustilli: non è sempre colpa delle banche - Claudio Mazzone
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I soldi sul conto corrente in Trentino valgono il triplodella Campania. ​Mustilli: non è sempre colpa delle banche

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14.04.2024

Report Fabi: 5mila euro possono rendere fino a 18,2 euro a Bolzano ma solo 6,5 a Napoli. In tutta la regione si concentra il 7,6% del totale dei depositi italiani: 88 miliardi di euro

La Campania non è una regione per risparmiatori. Gli ultimi dati del report della Fabi — la Federazione autonoma bancari italiani — mostrano come l’Italia sia divisa in due anche nella remunerazione dei conti correnti bancari, fissando vere e proprie gabbie creditizie, con un Nord dove i correntisti godono di condizioni più convenienti ed un Sud che arranca.
Maglia nera di questo ennesimo gap territoriale è la Campania, dove avere un conto corrente quasi non conviene più. Se infatti a Trento con un deposito di 5 mila euro se ne guadagnano più di 18 all’anno, a Napoli la stessa cifra viene remunerata con soli 6,5 euro. Dunque un napoletano guadagna, sul suo conto corrente, un terzo rispetto ad un trentino. A stare meglio di noi non sono solo gli abitanti di Trento. A Bolzano e Firenze, ad esempio, il guadagno annuo, sempre su 5 mila euro depositati, è di 15 euro; a Roma, Milano e Perugia non si va sotto gli 11 euro. Ma il guadagno campano è inferiore anche ad altre realtà meridionali come la Puglia e la Sicilia dove la remunerazione annua è di 10 euro, o Calabria e Basilicata dove è di 8........

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