Daniela Di Maggio e la solidarietà alla donna ferita al parco giochi di Fuorigrotta: «Vediamo fiumi di droga, alcol, ragazzi armati. Ho proposto di punire le stese come reato specifico»

«Non sei sola». È questo il messaggio di solidarietà che Daniela Di Maggio, la mamma di Giovanbattista Cutolo, il giovane musicista assassinato in piazza Municipio il 31 agosto del 2023, ha lanciato a Luisa Mangiapia, colpita nell’agguato di Fuorigrotta.Â

Cosa vorrebbe dire a Luisa Mangiapia e a sua figlia?
«Non siete sole. Io, mio malgrado, sono diventata un punto di riferimento per un movimento di resistenza alla violenza in città , la cosa principale è battere le solitudini. Noi stiamo creando una rete e le nostre storie servono in questa battaglia».Â

Napoli non impara dalle tragedie?
«Ciò che è stato fatto a Giogiò e a Francesco Pio non è servito a nulla, ancora una volta il brutto uccide il bello. La violenza in questa città non si ferma e su questo dovremmo ragionare».Â

Facciamolo.
«Napoli è una città rovinata. Basta girare per il centro di sera e ci si imbatte in fiumi di droga, alcol e ragazzi armati. Lo Stato ha perso il controllo».Â

Perché?
«Non c’è una legge che punisca i genitori. Se un ragazzino gira alle 4 del mattino e commette reati non può essere considerato un minore ma deve essere trattato come un adulto».Â

In che senso?
«Il killer di mio figlio ha 17 anni, come può essere definito minore se ha agito da adulto scafato usando la pistola come un pistolero professionista. Aveva alle spalle un tentato omicidio, deteneva un’arma e rapinava Rolex ma non è stato in prigione per assecondare il garantismo ideologico. Il risultato: Giogiò è stato ucciso».Â

Cosa intende per garantismo ideologico?
«Quello portato avanti da una certa élite da belle parole, secondo la quale i ragazzini non si mettono in galera, ma poi non propone alternative. La miopia ideologica sta creando una generazione di giovani talmente violenti da convincermi che noi moriremo per mano di questi ragazzini».Â

Che fare?
«Bisogna intervenire immediatamente con multe ai genitori e l’allentamento del minore dalla famiglia che lo ha educato alla violenza. Parliamo di persone che non vanno riabilitate ma abilitate».Â

Come?
«Se chi commette questi reati fosse allontanato da Napoli e dall’ambiente malato in cui cresce, questi fenomeni violenti diminuirebbero. Parliamo di ragazzi vissuti nel vuoto di famiglie distrutte, abituati alla violenza che ereditano dal loro ambiente come il colore degli occhi. Persone isolate negli smartphone».Â

È una questione culturale?
«I ragazzi passano le loro vite sui social e i criminali oggi comunicano solo tramite Instagram e TikTok e su questo ci vorrebbero leggi serie. Chi usa i social in maniera delinquenziale e con linguaggio camorristico andrebbe bloccato, perseguito ed espulso da tutte le piattaforma digitali».Â

Servono nuove norme?
«La mia proposta di inserire il reato di stesa, accolta dal sottosegretario Andrea Ostellari, è nel decreto Caivano. Dovrebbe essere realtà ma bisogna capire se, in concreto, i giudici la applicano».Â

Perché le stese?
«Rappresentano il reato tipico della violenza dei giovani a Napoli. Per questi ragazzi la pistola diventa un oggetto di potere, un prolungamento del fallo, uno strumento per battere lo Stato. Una legge ad hoc serve a smontare un simbolo di questo mondo criminale».Â

Come sostituire i simboli criminali?
«Con l’associazione Giogiò Vive abbiamo creato la Piccola Orchestra Giovanbattista Cutolo in una scuola a Castel Volturno. Vogliamo combattere la violenza con la cultura».Â

Alle pistole rispondiamo con la musica?
«Se armi i bambini di strumenti musicali gli apri un mondo, rompi i confini asfissianti dei loro telefonini e gli offri la possibilità di appassionarsi. Vado nelle scuole per parlare con i ragazzini perché da loro si può ridare civiltà e gentilezza a questa città . Creare ambienti di cultura è la risposta e può essere la rivincita del bello sul brutto; quella di Giogiò, di Francesco Pio, di tutte le vittime e della città intera sulla criminalità e la violenza».

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6 aprile 2024

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La mamma di Giogiò: «Napoli è una città rovinata. Luisa, lottiamo assieme a te»

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06.04.2024

Daniela Di Maggio e la solidarietà alla donna ferita al parco giochi di Fuorigrotta: «Vediamo fiumi di droga, alcol, ragazzi armati. Ho proposto di punire le stese come reato specifico»

«Non sei sola». È questo il messaggio di solidarietà che Daniela Di Maggio, la mamma di Giovanbattista Cutolo, il giovane musicista assassinato in piazza Municipio il 31 agosto del 2023, ha lanciato a Luisa Mangiapia, colpita nell’agguato di Fuorigrotta.Â

Cosa vorrebbe dire a Luisa Mangiapia e a sua figlia?
«Non siete sole. Io, mio malgrado, sono diventata un punto di riferimento per un movimento di resistenza alla violenza in città , la cosa principale è battere le solitudini. Noi stiamo creando una rete e le nostre storie servono in questa battaglia».Â

Napoli non impara dalle tragedie?
«Ciò che è stato fatto a Giogiò e a Francesco Pio non è servito a nulla, ancora una volta il brutto uccide il bello. La violenza in questa città non si ferma e su questo dovremmo ragionare».Â

Facciamolo.
«Napoli è una città rovinata. Basta girare per il centro di sera e ci si imbatte in fiumi di droga, alcol e ragazzi armati. Lo........

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