Il progetto di ricerca della Federico II sulle diseguaglianze contemporanee. Laino: «Lâobiettivo è offrire un contributo di conoscenze per informare le scelte di governo del territorio sul fronte del benessere urbano»
Quali sono le nuove diseguaglianze e come analizzarle su scala urbana? A questa domanda prova a rispondere il progetto di ricerca «Mappare le nuove disuguaglianze spaziali nelle città del Sud Europa» presentato ieri al dipartimento di architettura dellâUniversità Federico II di Napoli. «Lâobiettivo è quello di offrire un contributo di conoscenze pratiche per informare le scelte di governo del territorio sul fronte del benessere urbano», ha spiegato Giovanni Laino, professore di tecnica e pianificazione urbanistica dellâateneo partenopeo.Â
Napoli è un campo di osservazione privilegiato per studiare le diseguaglianze, basta infatti incrociare alcuni dati per capire quanto la città sia divisa con confini sempre più marcati tra quartieri ricchi e poveri. Se confrontiamo lâarea periferica di Napoli Est (Ponticelli, Barra e San Giovanni a Teduccio), con Chiaia e Posillipo, scopriamo due città : una senza servizi e con redditi bassi, lâaltra ricca e con standard di servizi alti. A Napoli Est il reddito annuo medio dichiarato non supera i 15 mila euro, un quinto di quello di Chiaia e Posillipo (50 mila euro). Ponticelli, Barra e San Giovanni fanno registrare 392 casi di evasione scolastica; tra Chiaia e Posillipo se ne contano solo 70. I servizi, dal trasporto pubblico allâaccesso allo sport, vedono lâarea orientale quasi totalmente sguarnita.
La narrazione della Napoli interclassista, della città nella quale le diversità economiche e sociali convivono a stretto contatto negli stessi spazi urbani, è dunque confutata nei fatti. «A Napoli - conferma Laino - è tornato il fenomeno che vede le famiglie benestanti chiudersi ed escludere quelle povere anche in ambito scolastico, cristallizzando così le barriere alla mobilità sociale. Per questo la nostra città è straordinariamente rilevante dal punto di vista dello studio delle diseguaglianze perché è nella scala microurbana che si si gioca tutto il sistema di opportunità e di disopportunità . In realtà - specifica - Napoli non è cartesianamente divisa in classi come Parigi o Milano, esiste ancora una compresenza ma ci sono anche forti gradi di ghettizzazione delle povertà , penso ai quartieri della 219». Gli stessi quartieri senza servizi, asfissiati dalla presenza criminale e off limits per chi non vi risiede. «Alla base delle diseguaglianze - spiega ancora Laino - câè sicuramente una dimensione geografica, perché chi abita a Ponticelli ha molte meno opportunità di chi vive a Chaia, ma ci sono dimensioni diverse da valutare: quella economica, spaziale, urbanistica, psicologica e sociale. Per questo mettiamo insieme approcci, modelli e studi di più discipline. Solo così riusciremo a fornire strumenti nuovi ai decisori politici perché con questo progetto vogliamo ripensare il senso di essere europei, anche in vista delle prossime elezioni, riscoprendo il valore della coesione. Dâaltronde ridurre le diseguaglianze conviene a tutti per non ritrovarci in città divise in gated community dove si auto-segregano i ricchi e ghetti ultrapopolari dove vengono segregati i poveri».
Napoli e il Mezzogiorno diventano un caso paradigmatico per mappare le diseguaglianze contemporanee. «Le città - ha spiegato Ignazio Vinci, professore di urbanistica allâuniversità di Palermo e coordinatore nazionale del progetto di ricerca - sono cambiate in maniera radicale ma le politiche, anche europee, non sono state in grado di rispondere. La nostra ricerca proverà a fornire strumenti concreti per intervenire». «Mapping Inequalities» è un progetto attraverso il quale i saperi universitari provano a dare un contributo allâanalisi dei muri immateriali che dividono ricchi e poveri nelle metropoli moderne. Muri che a Napoli sono sempre più alti e che rischiano di diventare invalicabili.
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2 febbraio 2024
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Le due Napoli: a Barra il reddito medio annuo è un quinto di quello di Posillipo
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Quali sono le nuove diseguaglianze e come analizzarle su scala urbana? A questa domanda prova a rispondere il progetto di ricerca «Mappare le nuove disuguaglianze spaziali nelle città del Sud Europa» presentato ieri al dipartimento di architettura dellâUniversità Federico II di Napoli. «Lâobiettivo è quello di offrire un contributo di conoscenze pratiche per informare le scelte di governo del territorio sul fronte del benessere urbano», ha spiegato Giovanni Laino, professore di tecnica e pianificazione urbanistica dellâateneo partenopeo.Â
Napoli è un campo di osservazione privilegiato per studiare le diseguaglianze, basta infatti incrociare alcuni dati per capire quanto la città sia divisa con confini sempre più marcati tra quartieri ricchi e poveri. Se confrontiamo lâarea periferica di Napoli Est (Ponticelli, Barra e San Giovanni a Teduccio), con........
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