Gara di solidarietà per le due piccole, di 4 mesi e 5 anni. Paolo Siani: «I medici si sono messi in servizio senza che io lo chiedessi»

«Basta guerra». Due parole semplici che dette dalla mamma di Aisel, la bambina di 4 mesi arrivata da Gaza al Santobono di Napoli per essere curata, acquistano un valore profondo. Le bambine palestinesi affidate alle cure dei sanitari napoletani sono due, una di appena 4 mesi e l’altra di 5 anni, accolte a Napoli con le loro mamme e i loro 5 fratelli. Intorno a loro si è scatenata una gara di solidarietà che rappresenta la una risposta partenopea alla guerra.

«Dal punto di vista medico sono stabili - spiega Paolo Siani, pediatra a capo del team di medici che ha preso in carico le due bambine - non hanno problemi emergenti acuti. Abbiamo cominciato già da stanotte a fare i primi esami, le stiamo inquadrando per fare un follow-up nel tempo. La bambina di 5 anni ha una malattia epatica, l’altra, la più piccola, ha invece un problema di emorragia celebrale che ha avuto mesi fa a Gaza». A Gaza le due bambine non avrebbero mai ricevuto le cure di cui hanno bisogno. «La bambina con problemi al fegato - spiega Siani - avrebbe dovuto prendere un farmaco che però da 4 mesi a Gaza non è più reperibile. Sono bambini che soffrono e incontrandoli si tocca con mano cosa fa davvero la guerra. La cosa che mi ha colpito è che le loro mamme non serbano odio e non chiedono di cancellare un nemico, hanno detto solo: basta guerra».

La madre di Aisel ha già perso un altro figlio con i bombardamenti sulla striscia di Gaza. «Questa donna mi ha detto: mio figlio maggiore è morto sotto le bombe - racconta Siani -. Quando ha detto maggiore non potevo pensare che avesse solo 8 anni. Eppure in lei non c’è odio anzi, ha mostrato tanta gratitudine per l’ospedale, per Napoli e per l’Italia che l’ha accolta. Penso che chi fa la guerra dovrebbe conoscere questi bambini, ascoltare e vedere la loro sofferenza, quella delle loro madri, per capire quanto sia sbagliata, ingiusta e inutile ogni guerra».

Sono 7 in totale i bambini che da Gaza sono arrivati a Napoli: i 3 fratelli di Aisel e i due dell’altra bambina. Le madri con i figli sono state accolte, tramite la fondazione Santobono Pausilipon e la Regione Campania, in due strutture dove potranno alloggiare e ricevere anche i servizi di un mediatore culturale. «Abbiamo un libricino in ospedale che si chiama “Cioccolato in fiale” - dice Siani - è tradotto in varie lingue, anche in arabo. Quando lo abbiamo dato alle bambine nel loro sguardo finalmente abbiamo visto la felicità , perché hanno ritrovato qualcosa che capivano, una parte della loro casa, un pezzo di Gaza anche qui al Santobono».

Una casa che qui a Napoli in tanti provano a ricostruire per le due bambine e per le loro famiglie. «C’è stata una vera e propria gara di solidarietà sin da stanotte. Una dimostrazione emozionante e commovente del popolo napoletano. Le mie mamme - così chiama Siani le madri dei suoi piccoli pazienti del Santobono - si sono prodigate per portare le merendine, i biscotti, l’acqua, i calzini, i vestitini, per aiutare questi piccoli nel loro arrivo a Napoli. Una solidarietà da donna a donna, con le infermiere che si sono fatte in quattro per recuperare i letti e tutto il necessario per far sentire le mamme a loro agio. Mi ha toccato profondamente - dice con orgoglio - lo spirito dei miei medici perché senza che lo chiedessi si sono precipitati in ospedale. Sono venuti a lavoro 3 medici e 3 specializzandi in più perché abbiamo dovuto fare un lavoro di anamnesi non semplice, con informazioni un po’ in inglese, un po’ in arabo, attraverso le foto dei cellulari delle madri. Stanotte abbiamo assistito ad una solidarietà che, dalle istituzioni fino al cittadino, ha mostrato che esiste una comunità umana che supera le storture della guerra».

Vai a tutte le notizie di Napoli

Se vuoi restare aggiornato sulle notizie della Campania iscriviti gratis alla newsletter del Corriere del Mezzogiorno. Arriva tutti i giorni direttamente nella tua casella di posta alle 12. Basta cliccare qui.

Siamo anche su Instagram, seguici https://www.instagram.com/corriere.mezzogiorno/

11 marzo 2024 ( modifica il 11 marzo 2024 | 16:25)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

QOSHE - Ricoverate al «Santobono» due bimbe di 4 mesi e 5 anniprovenienti da Gaza. Le madri: «Basta guerra» - Claudio Mazzone
menu_open
Columnists Actual . Favourites . Archive
We use cookies to provide some features and experiences in QOSHE

More information  .  Close
Aa Aa Aa
- A +

Ricoverate al «Santobono» due bimbe di 4 mesi e 5 anniprovenienti da Gaza. Le madri: «Basta guerra»

4 0
11.03.2024

Gara di solidarietà per le due piccole, di 4 mesi e 5 anni. Paolo Siani: «I medici si sono messi in servizio senza che io lo chiedessi»

«Basta guerra». Due parole semplici che dette dalla mamma di Aisel, la bambina di 4 mesi arrivata da Gaza al Santobono di Napoli per essere curata, acquistano un valore profondo. Le bambine palestinesi affidate alle cure dei sanitari napoletani sono due, una di appena 4 mesi e l’altra di 5 anni, accolte a Napoli con le loro mamme e i loro 5 fratelli. Intorno a loro si è scatenata una gara di solidarietà che rappresenta la una risposta partenopea alla guerra.

«Dal punto di vista medico sono stabili - spiega Paolo Siani, pediatra a capo del team di medici che ha preso in carico le due bambine - non hanno problemi emergenti acuti. Abbiamo cominciato già da stanotte a fare i primi esami, le stiamo inquadrando per fare un follow-up nel tempo. La bambina di 5 anni ha una malattia epatica, l’altra, la più piccola, ha invece un problema di emorragia celebrale che ha avuto mesi fa a Gaza». A Gaza le due bambine non........

© Corriere del Mezzogiorno


Get it on Google Play