Il Tribunale ecclesiastico partenopeo segna il record nazionale: in un anno ricorsi in aumento del 10 per cento

Nel corso del 2023 sono aumentate le richieste di nullità di matrimonio presso il Tribunale ecclesiastico interdiocesano partenopeo (Teip), un dato in controtendenza rispetto al resto d’Italia e in particolare al Nord dove si registra un forte calo di richieste dovute alla diminuzione dei matrimoni in generale e di quelli canonici in particolare. Il dato è stato annunciato dal vicario giudiziale del Tribunale ecclesiatico partenopeo, padre Luigi Ortaglio, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario che si è tenuto ieri mattina al Museo di Donnaregina, presenti, tra gli altri, il prefetto Michele Di Bari, il questore Maurizio Agricola, l’assessore Teresa Armato, autorità militari e rappresentanti dei Tribunali civili. Padre Ortaglio ha poi precisato: «Negli ultimi 3 –4 anni il nostro Tribunale ha avuto un numero di cause presentate che si è sempre aggirato intorno alle 135 unità . Nel corso del 2023 sono state incardinate 150 cause, quasi il 10% in più rispetto all’anno precedente. Erano 137 nel 2022 e 127 nel 2021. Una conferma che il summenzionato trend del Nord Italia non ha ancora contagiato le regioni meridionali». A sostegno di ciò, secondo quanto spiegato dal vicario giudiziale, va sicuramente ascritto lo sforzo comune di ridurre la pendenza delle cause giacenti e quindi di velocizzare i tempi.

Nel 2014 la pendenza ammontava a 672 cause, che praticamente è possibile valutare in un carico di 3 anni e mezzo, quasi quattro di lavoro. Ebbene, a partire da quella data il Tribunale ha portato avanti l’impegno di definire per ogni anno più pratiche di quante ne fossero state incardinate. Ed anche quest’anno ciò è avvenuto. I numeri del 2023 sono particolarmente eloquenti, poiché a 150 pratiche incardinate si sono affiancate 175 pratiche definite (di cui 162 decise affermativamente, 11 negativamente e 2 archiviate). La pendenza, con cui il Tribunale ha chiuso l’anno giudiziario, ammonta a 201 cause. Possiamo realisticamente mettere in preventivo di avere, tra un paio d’anni, una pendenza di circa 150 – 160 cause, che porterà in modo definitivo il Tribunale partenopeo a risolvere ogni anno le pratiche incardinate l’anno precedente senza, di fatto, avere altra pendenza.
Il merito di tutto ciò va però attribuito alla Riforma del procedimento canonico introdotta dal pontefice nel 2015 (il m.p. MIDI). «Non è infatti più necessario che un provvedimento di primo grado sia ratificato da un tribunale di appello — sottolinea padre Ortaglio — alla data attuale, una sentenza dichiarativa della nullità di un matrimonio canonico, avverso la quale non è interposto appello nei termini di legge, diventa esecutiva». Ma il dato più interessante risiede sicuramente nei cosiddetti capi di nullità . «È doveroso — ha spiegato Ortaglio — analizzare l’aumento delle pratiche incardinate e definite, che fa riferimento al grave difetto di discrezione di giudizio (53 affermative e 20 negative) ed all’incapacità ad assumere gli obblighi essenziali del matrimonio per cause di natura psichica (21 affermative e 16 negative). Sta di fatto che, se fino al 2020 i motivi principali per i quali si chiedeva il riconoscimento e la dichiarazione di nullità del matrimonio canonico appartenevano alla categoria della simulazione, alla data attuale quest’ultima è stata praticamente raggiunta a livello numerico dai casi di incapacità , registrando un aumento dei casi di nullità dovuti alla fragilità psicologica dei coniugi, con un ricorso a periti psichiatri e psicologi».
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Si comprende bene, al di là di analisi psicosociologiche complesse, che il Covid ha certamente inciso sulla fragilità psicologica delle coppie perché questo dato si conferma ormai negli ultimi anni (dal 2020 ad oggi). A questo si aggiunge la durata media della convivenza coniugale sempre più breve. Un rilievo che riveste un interessante significato: molte unioni coniugali nascono già con il fallimento in incubazione, la convivenza le fa solo esplodere.

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19 marzo 2024

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QOSHE - In Campania il primato dei matrimoni annullati: «È tutta colpa del Covid» - Elena Scarici
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In Campania il primato dei matrimoni annullati: «È tutta colpa del Covid»

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19.03.2024

Il Tribunale ecclesiastico partenopeo segna il record nazionale: in un anno ricorsi in aumento del 10 per cento

Nel corso del 2023 sono aumentate le richieste di nullità di matrimonio presso il Tribunale ecclesiastico interdiocesano partenopeo (Teip), un dato in controtendenza rispetto al resto d’Italia e in particolare al Nord dove si registra un forte calo di richieste dovute alla diminuzione dei matrimoni in generale e di quelli canonici in particolare. Il dato è stato annunciato dal vicario giudiziale del Tribunale ecclesiatico partenopeo, padre Luigi Ortaglio, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario che si è tenuto ieri mattina al Museo di Donnaregina, presenti, tra gli altri, il prefetto Michele Di Bari, il questore Maurizio Agricola, l’assessore Teresa Armato, autorità militari e rappresentanti dei Tribunali civili. Padre Ortaglio ha poi precisato: «Negli ultimi 3 –4 anni il nostro Tribunale ha avuto un numero di cause presentate che si è sempre aggirato intorno alle 135 unità . Nel corso del 2023 sono state incardinate 150 cause, quasi il 10% in più rispetto all’anno precedente.........

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