Da Luca a Gennaro, le storie di chi ha affollato il pranzo organizzato a Napoli dalla Comunità di Sant'Egidio

Gennaro vive in un basso a Napoli e ha un lavoro che viene pagato in nero. Abbassa gli occhi e non nasconde la vergogna nell’ammettere che nella vita spesso non è stato in grado di mantenere la famiglia. È un papà separato. «Ora i miei figli sono grandi anche se hanno ancora bisogno di me ma in passato spesso non sono stato in grado di mantenerli ed anche adesso faccio una grande fatica ad andare avanti». Ha poco più di 50 anni ma ne dimostra di più. È tra i commensali del pranzo organizzato ieri dalla Camera di commercio di Napoli insieme alla Comunità di sant’Egidio

Si sono così riaperte le porte della casa delle imprese e del suo elegante salone per fare entrare oltre 100 ospiti. «Perché — ha spiegato il presidente dell’ente camerale Ciro Fiola — una comunità che sia degna di questo nome non può che partire dagli ultimi». La tavola è apparecchiata come nelle migliori occasioni con tovaglie e tovaglioli di stoffa, piatti in porcellana, e bicchieri in vetro, ci ha tenuto a precisare il vice presidente Fabrizio Luongo. «La dignità al primo posto». Lo sa bene Luca che fa i complimenti per l’ottimo pranzo. Lui è una guardia giurata. Cosa ci fa qui? È questa è la vera sorpresa. Sempre più spesso alle mense dei poveri ci sono persone che hanno un lavoro e un tetto ma nonostante ciò non riescono a portare il piatto a tavola. «Lo so che può sembrare strano — ammette — ma il nostro stipendio è piuttosto basso e tra bollette, condominio e spese varie non riusciamo a fare pure la spesa». Sono questi i nuovi poveri, quelli che vanno ad ingrossare le cifre che spesso leggiamo nelle statistiche e nei dossier Caritas. Il menu è dei giorni di festa: antipasto di prosciutto e mozzarella, pasta al forno, polpette al sugo con patate al forno, babà con crema e frutti di bosco e caffè.Â

Al tavolo c’è anche Gianfranco. Lui è un pensionato di Trenitalia e nella vita se la passava bene ma ha tre matrimoni alle spalle e sei figli. Ed ora, da padre pluriseparato, è in causa per gli assegni di mantenimento, dorme alla Casa delle genti e mangia alle mense. «Non dovrei essere qui, e non mi lamento perché ho avuto una bella vita, ma forse ho voluto troppo e poi all’improvviso può cambiare tutto». C’è anche chi si commuove mostrando la foto di moglie e figlia morte da poco: «Sono rimasto solo — dice tra le lacrime — una condizione che spesso poi ti può portare giù». Ma chi conosce il mondo dei senza dimora come i volontari della Comunità di Sant’Egidio, sa bene che in strada si può finire per tanti motivi. È il caso di Raimondo, 61 anni. «Io sono della zona di Chiaia, ero benestante già di famiglia, e facevo una bella vita, avevo un lavoro come chef sulle navi da crociera. Purtroppo lì ho cominciato a bere, all’inizio per divertimento, poi è arrivata la cocaina. Ho perso tutto: mia moglie, il lavoro, i soldi, e ho avuto un incidente grave. Sono rimasto claudicante e sono finito in strada, dormivo sotto i portici di via Morelli, se non avessi trovato gli angeli di Sant’Egidio forse non sarei qui». Oggi Raimondo è in un una casa di accoglienza dove si diverte a cucinare anche per gli altri ospiti. Una bella rinascita e una bella favola di Natale.

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17 dicembre 2023 ( modifica il 17 dicembre 2023 | 07:12)

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QOSHE - Papà separati, lavoratori pagati in nero: ecco i nuovi poveri alla mensa di Natale  - Elena Scarici
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Papà separati, lavoratori pagati in nero: ecco i nuovi poveri alla mensa di Natale 

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17.12.2023

Da Luca a Gennaro, le storie di chi ha affollato il pranzo organizzato a Napoli dalla Comunità di Sant'Egidio

Gennaro vive in un basso a Napoli e ha un lavoro che viene pagato in nero. Abbassa gli occhi e non nasconde la vergogna nell’ammettere che nella vita spesso non è stato in grado di mantenere la famiglia. È un papà separato. «Ora i miei figli sono grandi anche se hanno ancora bisogno di me ma in passato spesso non sono stato in grado di mantenerli ed anche adesso faccio una grande fatica ad andare avanti». Ha poco più di 50 anni ma ne dimostra di più. È tra i commensali del pranzo organizzato ieri dalla Camera di commercio di Napoli insieme alla Comunità di sant’Egidio

Si sono così riaperte le porte della casa delle imprese e del suo elegante salone per fare entrare oltre 100 ospiti. «Perché — ha spiegato il presidente dell’ente camerale Ciro Fiola — una comunità che sia degna di questo nome non può che........

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