Fenomeno collegato al generale aumento del costo della vita e alla sospensione del Reddito di cittadinanza: in regione c'erano il 24 per cento dei percettori

Un momento della presentazione del dossier ad Aversa

Continua a crescere la povertà in Campania. Lo dice il dossier regionale della Caritas presentato stamattina alla Facoltà di Ingegneria dell’Università Luigi Vanvitelli ad Aversa. Nel 2022 le persone transitate nei Centri di ascolto della Caritas sono state 11.099, erano 8.666 nel 2021. Un incremento si registra anche nel primo semestre 2023 rispetto all’anno precedente ed è dell’ordine del 32,6 per cento. Al riguardo occorre sottolineare che rispetto alle altre regioni italiane, la Campania evidenzia l’incremento maggiore mentre il dato nazionale è pressoché stabile.
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Secondo quanto spiegato dai sociologi che hanno illustrato i dati, il fenomeno andrebbe collegato con il generale aumento del costo della vita e con la diminuzione dei nuclei familiari percettori del reddito di cittadinanza. Complessivamente in Campania i nuclei che ad agosto 2023 non hanno usufruito della misura rispetto al mese precedente sono 36.950, mentre in Italia sono 154.765. Si tratta quindi del 23,9 per cento del dato nazionale. Dal report annuale Eurostat sulle condizioni di vita in Europa emerge che la Campania e la Calabria sono tra le prime quattro regioni in Europa con una quota più alta di persone a rischio povertà ed esclusione sociale. Nel 2022, in Campania si registrava il secondo dato più alto in Europa - dopo il Sud-Est della Romania - con il 46,2%, contro una media europea del 21,6 per cento.
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L’incidenza della povertà relativa cresce in relazione all’aumentare del numero dei componenti della famiglia; nel 2022 per quelle monocomponenti si attesta al 4,9%, fino ad arrivare al 35% per le famiglie più numerose (di 5 componenti e oltre). Su scala regionale Calabria (31,6%), Campania (22,1%) e Puglia (21%) sono le regioni che registrano valori più elevati, mentre Trentino-Alto Adige (con un’incidenza del 3,8%) e Lazio (5,5%) presentano i valori più bassi. La Campania vede comunque l’incidenza della povertà relativa diminuire, pur se di poco, giacché si passa dal 23,4% del 2021 al 22,1% del 2022, a dimostrazione che le misure di assistenza messe in campo dallo Stato hanno contribuito a contenere la crescita della povertà . Quanto sta emergendo quindi nel 2023 preoccupa molto, perché questo contenimento sembra non esserci più in maniera adeguata. La soglia di povertà relativa familiare nel 2022 è pari a 1.150 euro per una famiglia di due componenti. Nel 2021 il valore era di circa 1.054 euro.
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Nel dossier, che nasce dall'incrocio dei dati della Caritas con quelli dell'Istat, emerge che «la Campania è una delle regioni maggiormente colpite dalla povertà economica, educativa e sanitaria». Dalle ultime statistiche è stato rilevato che nel 2022 «il Sud Italia, rispetto al 2021, ha subito un incremento di tali disagi del 15%, raggiungendo il 40,6% delle famiglie a rischio povertà ed esclusione sociale». La Campania è «la prima regione in Italia per numero di analfabeti e persone con un basso titolo di studio».
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Tanta povertà si innesta in una situazione lavorativa assolutamente precaria. Dal 2020 al 2022 vi è stata una crescita del tasso di occupazione in tutte le aree geografiche del Paese (Italia 60,1%), ma le differenze di base restano. La Campania con il 43,4% presenta valori ancor più bassi rispetto alla media del Mezzogiorno, con un’incidenza inferiore del 3,3%. Campania, Calabria e Sicilia raffigurano un mercato del lavoro con enormi difficoltà ed estremamente lontano dall’andamento del resto della nazione. Il tasso di occupazione esaminato in base al genere dimostra una palese disparità tra maschi e femmine in ogni area geografica del Paese, e ancora una volta la situazione peggiore si riscontra nel Mezzogiorno. Se ci si confronta con il dato europeo in cui il tasso di occupazione maschile nell’Ue si attesta all’80,0% nel 2022, e quello femminile è del 69,3%, con un conseguente divario occupazionale di genere di 10,7 punti percentuali, la situazione italiana di per sé appare molto critica. In Italia il tasso di occupazione maschile è pari al 69,2% mentre quello femminile è al 51,1% con una differenza di 18,1 punti. Ancora una volta la situazione diviene peggiore se il dato viene riferito alla sola Campania, dove il tasso di occupazione maschile è al 56,5%, mentre quello femminile al 30,6%, con una differenza di genere pari a 25,9 punti percentuali. In crescita i NEET, i giovani dai 15 ai 34 anni che non studiano, non lavorano e non fanno formazione.Â

«Un lavoro che non solo manca, con tassi di occupazione da anni sempre tra i più bassi in Italia, ma che vede tante ingiustizie sociali perpetrarsi di continuo. Da una retribuzione non commisurata al lavoro svolto per cui sempre più spesso si deve parlare di lavoro povero, alla precarietà , al lavoro nero, alle tante vittime di incidenti sul lavoro a causa del mancato rispetto delle norme di sicurezza. Per non parlare infine delle enormi differenze retributive e di possibilità di impiego che vedono le donne fortemente discriminate rispetto agli uomini», ha analizzato il vescovo di Teggiano-Policastro, mons. Antonio De Luca, delegato regionale per i Migranti.
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Ma cosa chiedono i poveri ai Centri di ascolto della Caritas? Al primo posto c'è il cibo: «Pacchi viveri, empori solidali e sussidi per l’acquisto di alimenti», anche per neonati nel caso dei migranti, poi ancora «interventi di carattere sanitario», visite mediche, in particolare, sostegno all'affitto e per pagare le bollette. Per i migranti le richieste vanno anche alla distribuzione del vestiario e l’uso di servizi per igiene personale, come bagni e docce. Ai Centri ascolto si rivolgono sia italiani che stranieri. In particolare le donne. Il profilo principale delle persone in difficoltà vede una donna italiana, di età media 47,6 anni, che vive in famiglia, sposata, disoccupata e con licenza media inferiore. Nel 2022 si è registrato un grandissimo aumento delle donne ucraine in fuga dalla guerra, che hanno fatto crescere i numeri assoluti e quelli relativi alle presenze straniere. Si tratta di una delle nuove forme di povertà .
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«La Caritas, non si pone l’obiettivo di mostrare statistiche o numeri, ma piuttosto vuole far emergere il volto e le storie delle persone che si rivolgono quotidianamente agli sportelli della Campania in cerca di aiuto», ha aggiunto il vescovo di Acerra delegato regionale per la Carità , mons. Antonio Di Donna. Con lui anche l’assessore regionale Lucia Fortini, il delegato regionale Caritas Carmine Schiavone e il sociologo Ciro Grassini.

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17 novembre 2023 ( modifica il 17 novembre 2023 | 17:05)

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QOSHE - Povertà, il Rapporto Caritas: a rischio in Campania quasi una famiglia su due - Elena Scarici
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Povertà, il Rapporto Caritas: a rischio in Campania quasi una famiglia su due

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17.11.2023

Fenomeno collegato al generale aumento del costo della vita e alla sospensione del Reddito di cittadinanza: in regione c'erano il 24 per cento dei percettori

Un momento della presentazione del dossier ad Aversa

Continua a crescere la povertà in Campania. Lo dice il dossier regionale della Caritas presentato stamattina alla Facoltà di Ingegneria dell’Università Luigi Vanvitelli ad Aversa. Nel 2022 le persone transitate nei Centri di ascolto della Caritas sono state 11.099, erano 8.666 nel 2021. Un incremento si registra anche nel primo semestre 2023 rispetto all’anno precedente ed è dell’ordine del 32,6 per cento. Al riguardo occorre sottolineare che rispetto alle altre regioni italiane, la Campania evidenzia l’incremento maggiore mentre il dato nazionale è pressoché stabile.
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Secondo quanto spiegato dai sociologi che hanno illustrato i dati, il fenomeno andrebbe collegato con il generale aumento del costo della vita e con la diminuzione dei nuclei familiari percettori del reddito di cittadinanza. Complessivamente in Campania i nuclei che ad agosto 2023 non hanno usufruito della misura rispetto al mese precedente sono 36.950, mentre in Italia sono 154.765. Si tratta quindi del 23,9 per cento del dato nazionale. Dal report annuale Eurostat sulle condizioni di vita in Europa emerge che la Campania e la Calabria sono tra le prime quattro regioni in Europa con una quota più alta di persone a rischio povertà ed esclusione sociale. Nel 2022, in Campania si registrava il secondo dato più alto in Europa - dopo il Sud-Est della Romania - con il 46,2%, contro una media europea del 21,6 per cento.
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