Don Franco Esposito guida la «casa-comunità » che ospita il senza fissa dimora che diede fuoco alla Venere in luglio. «Sarà seguito da due psicologi»
Dallâaltro ieri a Simone Isaia â il senza fissa dimora che ha incendiato la Venere degli stracci di Michelangelo Pistoletto, nel luglio scorso â sono stati concessi gli arresti domiciliari e da allora è in affidamento presso la Casa di accoglienza per detenuti: âLiberi di volareâ, diretta da don Franco Esposito, responsabile della Pastorale carceraria.
Don Franco come è stato il primo approccio con Simone? Cosa le ha detto?
«Era felice ed emozionato e mi è apparso sereno. Le prime sue parole sono state forse le più semplici: âSono felice di essere quiâ e mi ha abbracciato. Io gli ho risposto: sei il benvenuto Simone, adesso cammineremo insieme. Eravamo entrambi contenti ed emozionati. à stato ben accolto anche dagli altri detenuti».
Come si è sistemato?
«Per lui abbiamo predisposto una stanza singola perché ci sembrava la soluzione più adatta soprattutto in questa fase iniziale, è stata grande la sua gioia quando lâha vista, credo non se lo aspettasse».
Qual è il percorso che seguirà , farà dei corsi?
«Sì. il laboratorio di bigiotteria, anche se lui vorrebbe partecipare anche alla preparazione delle ostie, vedremo più in là ».
Lei è stato fra quelli che hanno lottato per la riduzione di pena e per i domiciliari.
«Sì, ma per Simone in tanti si sono adoperati. Sicuramente ha contribuito la raccolta firme, la petizione, lâimpegno nostro, del garante dei detenuti Ciambriello e della fondazione Iod; quella pena era assurda. Il carcere poteva fargli solo del male».
Sarà seguito da unâequipe medica?
«Da due psicologi, uno per gli incontri individuali ogni 15 giorni e lâaltro come terapia di gruppo, perché è giusto che cominci anche a socializzare».
Quale sarà la sua giornata tipo?
«Sveglia alle 7, poi pulizia della camera e colazione. Dalle 9 alle 10,30 câè il laboratorio, poi mezzâora di coffe-break. Alle 11 si riprende fino alle 12,30. Poi pausa e alle 13,30 câè il pranzo. Nel pomeriggio, dopo il riposo, si riprende lâattività prevista: laboratorio, formazione, catechesi, corso di criminologia, fino alle 18. Il giovedì la preghiera comunitaria. Sabato la pulizie generali della casa e tempo libero. La domenica dopo la Messa, il pranzo domenicale a cui possono partecipare i familiari una volta al mese. Con la possibilità di usare il telefono dalle 15 alle 17 e dalle 21 alle 23».
Cosa gli è mancato in questi mesi?
«Penso che a poco a poco dovrà provare a relazionarsi con gli altri, mi ha parlato dei mesi a Regina Coeli dove si sentiva solo ma soprattutto aveva difficoltà a stare recluso, venire qui non gli è sembrato vero, la dimensione di casa è fondamentale».
Ha sentito i genitori?
«Ha chiamato subito la mamma che verrà presto a trovarlo. Anche don Battaglia ha espresso il desiderio di vederlo e ho saputo che Michelangelo Pistoletto è intenzionato a passare».
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11 aprile 2024
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Rogo Venere, Simone Isaia in comunità : «Lavorerà , poi incontrerà anche Pistoletto»
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11.04.2024
Don Franco Esposito guida la «casa-comunità » che ospita il senza fissa dimora che diede fuoco alla Venere in luglio. «Sarà seguito da due psicologi»
Dallâaltro ieri a Simone Isaia â il senza fissa dimora che ha incendiato la Venere degli stracci di Michelangelo Pistoletto, nel luglio scorso â sono stati concessi gli arresti domiciliari e da allora è in affidamento presso la Casa di accoglienza per detenuti: âLiberi di volareâ, diretta da don Franco Esposito, responsabile della Pastorale carceraria.
Don Franco come è stato il primo approccio con Simone? Cosa le ha detto?
«Era felice ed emozionato e mi è apparso sereno. Le prime sue parole sono state forse le più semplici: âSono felice di essere quiâ e mi ha abbracciato. Io gli ho risposto: sei il benvenuto Simone, adesso cammineremo insieme. Eravamo........
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