Da un anno e mezzo vive in città , ancora minorenne fuggì dalla guerra per evitare lâarruolamento
D.K. (chiede di indicare solo le iniziali), 19 anni compiuti a febbraio, è espatriato precipitosamente dalla Russia circa un anno e mezzo fa, quando stava per raggiungere la maggiore età , perché correva il rischio di essere reclutato nellâesercito ed inviato a combattere in Ucraina. Ha lasciato i genitori a Mosca ed è venuto a Napoli, dove era stato già in vacanza diverse volte e dove ha una fidanzata con doppia nazionalità : italiana e russa. Si è sistemato in un appartamento nei pressi di Capodimonte, ospite del padre della sua ragazza e di lei. A Napoli ha frequentato il penultimo e lâultimo anno del liceo Serra ed ha conseguito il diploma. Vorrebbe patentarsi ed immatricolarsi al corso di laurea in Informatica dellâateneo Federico II. Si è dovuto, però, rivolgere al Tribunale civile per ottenere che gli fosse riconosciuto dal Comune di Napoli il diritto allâiscrizione allâAnagrafe â la residenza â ed attende ancora che la Questura si pronunci in via definitiva sulla richiesta di protezione speciale presentata il 18 febbraio 2023. Per ora gli ha rilasciato solo il cosiddetto cedolino, un permesso temporaneo.
Lâordinanza del tribunale, che condanna anche lâamministrazione comunale a pagare 2.500 euro di spese legali, è a firma del giudice monocratico Immacolata Cozzolino. D.K. era patrocinato dagli avvocati Stella Arena e Martina Stefanile. «Lâistanza di iscrizione allâAnagrafe â raccontano i due legali â era stata presentata dal nostro assistito al Comune il 23 luglio 2023 ed era corredata da una serie di documenti: la dichiarazione di residenza compilata e firmata; il contratto di locazione del padre della sua ragazza che lo ospita; lâassenso del proprietario dellâimmobile, non residente in esso; il cedolino della Questura; lâassenso allâinclusione di D.K. nel nucleo familiare da parte del locatore dellâappartamento. Due giorni dopo, però, lâistanza era stata rigettata dal Comune sul presupposto che mancava il permesso di soggiorno definitivo della Questura». Seguivano ulteriori richieste ed una diffida. Tutte senza esito. La faccenda è dunque finita allâattenzione del giudice, che lâha risolta a favore del ragazzo russo.Â
«Nellâordinanza â sottolineano gli avvocati â ha richiamato la decisione della Corte Costituzionale del 31 luglio 2020, numero 186, sul decreto Salvini. La Consulta già aveva sancito che non si può negare lâ iscrizione anagrafica ai regolarmente soggiornanti». Il magistrato scrive: «Il possesso del cedolino caratterizza questa fase procedimentale ed attesta il soggiorno regolare del cittadino straniero, nelle more della definizione della sua domanda». E argomenta: «Ciò si evince anche dal fatto che la Questura consegna al richiedente un vero e proprio documento di riconoscimento (cedolino) munito di fotografia e dati anagrafici del titolare, rilasciato su supporto cartaceo e timbrato dallâAmministrazione competente dello Stato». Tanto più, incalza il magistrato, che «il decreto legislativo 286 del 1998 riconosce espressamente il diritto al lavoro del richiedente in possesso di tale ricevuta». D.K. va iscritto senza indugio allâAnagrafe â chiarisce il giudice â anche perché «la carenza di tale iscrizione potrebbe determinare la sua potenziale espulsione dallâItalia», interrompendo così il sogno di una vita lontano dallâesercito e dalla guerra di questo ragazzo russo che porta Napoli nel cuore.
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20 marzo 2024
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