Lo psichiatra è stato anche parlamentare e console onorario del Paraguay. Nato a Napoli da un padre di origini cilentane e una madre riminese

Alessandro Meluzzi

Psichiatra, criminologo, scrittore, politico, massone, fondatore di partiti, diacono della chiesa cattolica greco-melchita e poi primate della chiesa ortodossa italiana autocefala, console onorario del Paraguay, no vax, personaggio televisivo. E tanto altro ancora. Alessandro Meluzzi, 68 anni, colpito da ischemia mentre stava ricevendo alcuni pazienti e trasportato all’ospedale di Cesena dove è stato operato, è soprattutto un irrequieto. Sempre in movimento, tra punti estremi ideologici e religiosi. Ma anche, e soprattutto, politici. Le poche cose che non ha mai cambiato sono state la barba, gli affetti e quel look vagamente da dandy.  Nato a Napoli il 9 ottobre del 1955. Da padre di origini cilentane, che per anni aveva vissuto ad Agropoli prima di trasferirsi nel capoluogo campano perché giornalista. E madre riminese, bellissima modella dai lunghi capelli rossi che aveva lasciato Torino per Napoli, decidendo poi di aprire una boutique a Ischia. Meluzzi è il cognome della madre, al quale Alessandro è sempre stato molto legato.

I tormenti del giovane Meluzzi si animano nella Torino degli anni Settanta. Dove si laurea in Medicina e Chirurgia, conseguendo la specializzazione in Psichiatria e poi lavorando da ricercatore anche all’istituto Pasteur di Parigi. Poi, al Pontificio ateneo Sant'Anselmo di Roma, ottiene il titolo accademico di baccelliere in Filosofia. In questi anni inizia anche la sua militanza politica: prima nelle fila della Fgci e poi nel Partito Comunista, al quale resterà fedele per 12 anni prima di transitare nel Psi affascinato dalla politica di Bettino Craxi seguendo Giuliano Ferrara.

Nel 1994 è folgorato sulla via di Arcore dal sogno berlusconiano. Aderisce a Forza Italia e si candida, nello stesso anno, a Torino nel collegio per la Camera dei Deputati battendo Sergio Chiamparino per una manciata di voti. Due anni dopo, ritorna al Sud. Stavolta candidato al Senato nel collegio di Agropoli. Ed è nuovamente eletto. Passa qualche anno ed ecco una nuova fascinazione politica per Meluzzi: transita nell’Udr perché conquistato da Francesco Cossiga e ancora dopo nell’Udeur di Clemente Mastella. Infine, ma solo per chiudere questa parentesi politica, l’adesione a Rinnovamento Italiano di Lamberto Dini. Nel frattempo, Meluzzi era stato iscritto anche alla Massoneria, abbandonata però nel 2003.

Con la politica non chiude praticamente mai. Perché nel 2017 è tra i fondatori del Partito anti-islamizzazione. Nato, secondo gli animatori, per contrastare la radicalizzazione islamica in Italia e contro «ogni tentativo di sottomettere la libertà sociale e culturale dell'Occidente». Ma il Pai, il cui nome rischiava di evocare una nota marca di patatine fritte, avrà poca fortuna politica. Infine, ed è oramai questione contemporanea, l’adesione a Indipendenza: il partito di Gianni Alemanno.

Sposato con Maria Valencia, una donna conosciuta in Bolivia anni fa e morta quest’anno dopo una lunga malattia, Meluzzi è padre di Araceli, anche lei criminologa, che vive come il genitore ad Albugnano, in provincia di Asti. Autore di oltre 200 pubblicazioni medico-scientifiche, è un volto molto noto della televisione perché ospite - spesso come criminologo o psichiatra – in trasmissioni sulle reti Mediaset.

E’ nel 2000 che iniziano le sue inquietudini religiose. Per la sua iscrizione a una loggia massonica, si vede rifiutata la richiesta di essere ordinato diacono. Sette anni dopo riesce nell’obiettivo. Ma non per il Vaticano, bensì per la Chiesa cattolica greco-melchita è ordinato diacono all’Arcieparchia di Homs in Siria. Seguace di papa Benedetto XVI, dopo le dimissioni del Pontefice decide di diventare ortodosso. E nel 2015, con il nome di Alessandro I, viene ordinato eparca di Ravenna e Aquileia e primate metropolita e d’Italia della chiesa ortodossa italiana autocefala fondata da padre Leopoldo Adeodato Mancini. Ed in questo ruolo avvia i processi di beatificazione, ma solo per questa chiesa scismatica, di Gianni Badget Bozzo e Pietro Gelmini dei quali è stato seguace.

Antiabortista, contro il matrimonio omosessuale, accusato di omofobia per aver dichiarato che alla base dell’omosessualità “c’è un problema psicologico”, Meluzzi è stato spesso criticato per le sue posizioni filo-russe e il suo sostegno a Vladimir Putin. Nel 2021 è stato sospeso dall’Ordine dei Medici di Torino per non essersi vaccinato durante l’emergenza Covid. Convinto no vax, riteneva l'idrossiclorochina – un farmaco antimalarico - una valida cura contro questo virus.

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3 dicembre 2023 ( modifica il 3 dicembre 2023 | 13:39)

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Alessandro Meluzzi colpitoda ischemia e operatoUna vita da irrequieto

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03.12.2023

Lo psichiatra è stato anche parlamentare e console onorario del Paraguay. Nato a Napoli da un padre di origini cilentane e una madre riminese

Alessandro Meluzzi

Psichiatra, criminologo, scrittore, politico, massone, fondatore di partiti, diacono della chiesa cattolica greco-melchita e poi primate della chiesa ortodossa italiana autocefala, console onorario del Paraguay, no vax, personaggio televisivo. E tanto altro ancora. Alessandro Meluzzi, 68 anni, colpito da ischemia mentre stava ricevendo alcuni pazienti e trasportato all’ospedale di Cesena dove è stato operato, è soprattutto un irrequieto. Sempre in movimento, tra punti estremi ideologici e religiosi. Ma anche, e soprattutto, politici. Le poche cose che non ha mai cambiato sono state la barba, gli affetti e quel look vagamente da dandy.  Nato a Napoli il 9 ottobre del 1955. Da padre di origini cilentane, che per anni aveva vissuto ad Agropoli prima di trasferirsi nel capoluogo campano perché giornalista. E madre riminese, bellissima modella dai lunghi capelli rossi che aveva lasciato Torino per Napoli, decidendo poi di aprire una boutique a Ischia. Meluzzi è il cognome della madre, al quale Alessandro è sempre stato molto legato.

I tormenti del giovane Meluzzi si animano nella Torino degli anni Settanta. Dove si laurea in Medicina e........

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