Parla Giovanni Leuci, da un mese nuovo capo della Squadra Mobile: «I reati commessi dalle bande giovanili li affronto come crimini, ho un approccio diverso da un sociologo»

Prima di presentarsi alla città ha scelto di studiare, di leggere, di incontrare persone, di viverla. E pensa che Napoli stia vivendo una primavera culturale. Cinquantadue anni, marito e padre di due figli. Si è insediato in Questura da circa un mese, ma ha scelto finora di non parlare senza conoscere. È Giovanni Leuci, il nuovo capo della Squadra mobile di Napoli, dopo l’addio di Alfredo Fabbrocini.Â

Di dove è originario?
«Sono nato e cresciuto a Caserta, dove sono rimasto fino ai 19 anni, poi sono partito per il corso da commissario di polizia e sono stato sempre in altre zone. Soprattutto in Sicilia e in Lombardia. Prima di oggi non avevo mai lavorato a Napoli. Conosco la città , ma non bene dal mio punto di vista, quello di investigatore. Sto ancora studiando».Â

Ci sono elementi per tracciare un primo bilancio?
«Vengo dalla Sicilia e la mia esperienza è legata soprattutto a Trapani dove c’è una criminalità di stampo mafioso. Silenziosa, con numeri contenuti, ma non per questo meno pericolosa. A Napoli mi aspettavo di trovare delle grosse sovrastrutture criminali che pure esistono, ma fanno da sfondo a una serie di bande che, sebbene organizzate, sono circoscritte in specifiche aree geografiche. Le bande sono molto pericolose e generano un forte allarme sociale».Â

Meno mafia e più gangsterismo a Napoli?
«Secondo me ci sono entrambi e convivono come due anime. E devo dire che gli uffici investigativi, e parlo anche della Procura, sono attrezzati per combattere questa doppia battaglia. Doppia, perché non si può trascurare un aspetto a favore dell’altro. Mentre la delinquenza di strada dà una percezione di pericolosità quasi quotidiana, la struttura camorristica è immanente e permanente. Sto leggendo sentenze e informative che raccontano proprio questo. Tutti i piccoli gruppi criminali, seppur si muovano autonomamente, contrastandosi e talvolta uccidendosi, fanno poi riferimento a due o tre macrosistemi di impronta mafiosa che operano in città e nella prima provincia».Â

Un collaboratore di giustizia definì le stese come «un mezzo di distrazione di massa» nate per consentire ai grandi gruppi criminali di distogliere l’attenzione degli inquirenti e degli investigatori dai loro affari. Lei che ne pensa?
«Potrebbe essere una strategia, ma personalmente non credo sia deliberata. Il rischio è che le strutture investigative disperdano le loro risorse in una molteplicità di piccoli episodi di violenza. Ma sono indagini che bisogna fare. Se una mamma a Fuorigrotta è colpita da un proiettile vagante, se un ragazzo è ferito per strada, bisogna andare in fondo alle vicende. Ma questo vale anche per rapine violente, incendi e altri microepisodi. Nello stesso tempo bisogna tenere sempre presente lo sfondo, quello legato alla criminalità organizzata. Dice bene il procuratore Gratteri quando afferma che bisogna seguire i soldi che i clan hanno accumulato negli anni, capire come siano stati investiti».Â

Come in Sicilia?
«Sì, ma ho notato che a Napoli le organizzazioni criminali di un livello alto si interessano anche dei crimini di profilo più basso come le rapine di Rolex, le truffe agli anziani o il contrabbando».Â

In che modo?
«Chiedono la loro percentuale di guadagno. La grossa struttura criminale fa affari ad alto livello, reinvestendo e ripulendo i soldi guadagnati con i grossi traffici o con i proventi delle estorsioni, ma non perde mai il contatto con il territorio. I clan, con la propria ala militare, impongono ai gruppi più piccoli il pagamento di un dazio sulle attività criminali».Â

Sempre più spesso i piccoli gruppi malavitosi risultano composti da giovanissimi, persino da minorenni. Quanto è preoccupante questo fenomeno?
«È preoccupante nella misura in cui non ce ne occupiamo e se lo trattiamo come un fenomeno criminale locale e di basso profilo. I reati commessi dalle baby gang li affronto come un crimine, non come un disagio giovanile come farebbe un sociologo. Il direttore del carcere di Nisida è stato tra le prime persone che ho incontrato per capire meglio questi ragazzi. Il quadro che ne è uscito è desolante, perché si è abbassata l’età media di accesso alle stesse strutture criminali».Â

Come ha trovato il rapporto tra i cittadini e la polizia?
«A Napoli, da giovane studente, notavo una chiusura culturale tra cittadini e istituzioni. Oggi Napoli sta vivendo una primavera. È una città culturalmente viva e piena di spinte positive. Noi dobbiamo fare in modo che la parte sana della città ci segua e ci senta vicini».

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20 aprile 2024

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QOSHE - «Le baby gang criminali non sono disagio giovanile. Qui a Napoli c’è un misto di camorra e gangsterismo» - Gennaro Scala
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«Le baby gang criminali non sono disagio giovanile. Qui a Napoli c’è un misto di camorra e gangsterismo»

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20.04.2024

Parla Giovanni Leuci, da un mese nuovo capo della Squadra Mobile: «I reati commessi dalle bande giovanili li affronto come crimini, ho un approccio diverso da un sociologo»

Prima di presentarsi alla città ha scelto di studiare, di leggere, di incontrare persone, di viverla. E pensa che Napoli stia vivendo una primavera culturale. Cinquantadue anni, marito e padre di due figli. Si è insediato in Questura da circa un mese, ma ha scelto finora di non parlare senza conoscere. È Giovanni Leuci, il nuovo capo della Squadra mobile di Napoli, dopo l’addio di Alfredo Fabbrocini.Â

Di dove è originario?
«Sono nato e cresciuto a Caserta, dove sono rimasto fino ai 19 anni, poi sono partito per il corso da commissario di polizia e sono stato sempre in altre zone. Soprattutto in Sicilia e in Lombardia. Prima di oggi non avevo mai lavorato a Napoli. Conosco la città , ma non bene dal mio punto di vista, quello di investigatore. Sto ancora studiando».Â

Ci sono elementi per tracciare un primo bilancio?
«Vengo dalla Sicilia e la mia esperienza è legata soprattutto a Trapani dove c’è una criminalità di stampo mafioso. Silenziosa, con numeri contenuti, ma non per questo meno pericolosa. A Napoli mi aspettavo di trovare delle grosse sovrastrutture criminali che........

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