Quattro anni fa la volante su cui viaggiava l'agente si scontrò con quella dei rapinatori: morì sul colpo a 37 anni. La moglie è poi entrata in Polizia. Nuove indagini: nove arresti per quel furto

A quattro anni dalla morte, il sottosegretario all’Interno Nicola Molteni, ricorda il sacrificio di Pasquale Apicella, il poliziotto rimasto ucciso nel corso di un intervento nella zona di Calata Capodichino. «Quattro anni fa, il 27 aprile del 2020, moriva a Napoli l’agente scelto Pasquale Apicella – riferisce Molteni - Intervenuto insieme ai suoi colleghi per sventare una rapina ad un bancomat, rimase ucciso durante il servizio, volutamente speronato dalla macchina dei criminali». Apicella viene ricordato come «un servitore dello Stato, un collega stimato, un padre e marito strappato alla sua famiglia da individui senza scrupoli. Nel suo ricordo, la certezza che il suo esempio non verrà dimenticato, diventando una preziosa eredità per quei giovani poliziotti chiamati oggi ad indossare la prestigiosa divisa della polizia di Stato».Â

Aveva 37 anni quando perse la vita. Era la notte del 27 aprile del 2020 ed era in servizio con un collega. Lavorava al commissariato di Secondigliano e alla volante Como 11 giunse una segnalazione di tentativo di furto a un bancomat in via Abate Minichini. I due agenti andarono in supporto ai colleghi del commissariato di San Carlo Arena, competente per la zona. I quattro uomini che avevano tentato il colpo affiancarono una delle volanti, speronandola sul lato anteriore destro. Le fasi della fuga dei banditi furono descritte come un film nelle pagine dell’ordinanza a carico degli uomini che poi furono arrestati. «Uno degli occupanti dell’Audi, attraverso il portello posteriore del veicolo, lanciò la ruota di scorta ed una chiave inglese di acciaio contro un’altra volante nel frattempo sopraggiunta in supporto al primo equipaggio che per fortuna riuscì a schivare gli oggetti - scrisse il gip - dopo una serie di spericolate manovre, l’auto dei fuggitivi, inseguita dalla volante 9, imboccò contromano e a fari spenti Calata Capodichino e, giunta all’intersezione con via Leonardo di Capua, accelerò». L’impatto frontale con la volante su cui viaggiava Apicella fu terrificante e intenzionale. L’agente morì sul colpo, il collega restò ferito in modo non grave. I quattro della banda furono subito fermati e arrestati. Erano quattro stranieri residenti in un campo rom di Giugliano.Â

Il luogo del tragico incidente

L’epilogo giudiziario portò a tre condanne per omicidio volontario e una per favoreggiamento. In Appello sono stati inflitti ventisei anni di carcere a colui che era alla guida, diciotto anni agli altri due complici. Mentre il quarto componente della banda scelse il rito abbreviato e rimediò sei anni.Â

La morte di Apicella generò profondo turbamento, anche perché l’agente lasciò una moglie e un bimbino di 6 anni e una figlia neonata. Il giorno del funerale, l’8 maggio del 2020, il Covid impedì che in chiesa ci fossero tutte le persone che avrebbero voluto salutare per l’ultima volta Apicella. I colleghi spostarono numerose volanti sotto l’abitazione a Marano e, a sirene spiegate, gli resero omaggio. Poco meno di un anno dopo, nel marzo del 2021, la moglie Giuliana entrò in polizia. Disse poche cose, ma significative: «Quando indosso la divisa sento mio marito sulla pelle». Anche il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, ha ricordato Apicella: «Rinnovo alla moglie e ai due figli, il mio abbraccio più forte. Onore a Pasquale, coraggioso servitore dello Stato, con un ringraziamento a tutte le donne e gli uomini in divisa che, ogni giorno, mettono a rischio la loro vita per tutelare la nostra».

A sinistra la moglie di Pasquale ApicellaÂ

Proprio nell’ambito delle indagini sull’omicidio, La polizia ha eseguito un’ordinanza di misure cautelari emesse dal gip di Napoli, su richiesta della Procura partenopea, nei confronti di 10 persone, 9 destinatarie della misura della custodia cautelare in carcere e una dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, gravemente indiziate di appartenere a un’associazione finalizzata al compimento di furti aggravati e di ricettazioni. Le indagini sono scaturite dall’arresto, il 27 aprile 2020, delle quattro persone di etnia rom ritenute responsabili della morte dell’agente. A seguito dello sviluppo delle indagini della squadra mobile di Napoli e del compartimento della Polizia Stradale, si è ricostruita l’esistenza di un gruppo criminale composto prevalentemente da soggetti di etnia rom residenti nel campo nomadi Ponte Riccio a Giugliano, specializzato in particolare nei furti di auto in sosta nei centri commerciali e nelle stazioni di servizio nelle province di Napoli e Caserta. Dalle indagini è emersa una rigida ripartizione dei ruoli tra i membri dell’organizzazione: nello specifico, oltre a coloro che compivano materialmente i furti, vi erano altri componenti incaricati di effettuare i sopralluoghi nelle zone individuate, altri dediti al reperimento dei veicoli da utilizzare in occasione dei furti nonché al potenziamento dei relativi motori; altri ancora si occupavano delle successive attività di ricettazione.

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27 aprile 2024

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Chi era Pasquale Apicella: poliziotto ucciso a Napoli durante un inseguimento e ricordato da Salvini e Molteni

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27.04.2024

Quattro anni fa la volante su cui viaggiava l'agente si scontrò con quella dei rapinatori: morì sul colpo a 37 anni. La moglie è poi entrata in Polizia. Nuove indagini: nove arresti per quel furto

A quattro anni dalla morte, il sottosegretario all’Interno Nicola Molteni, ricorda il sacrificio di Pasquale Apicella, il poliziotto rimasto ucciso nel corso di un intervento nella zona di Calata Capodichino. «Quattro anni fa, il 27 aprile del 2020, moriva a Napoli l’agente scelto Pasquale Apicella – riferisce Molteni - Intervenuto insieme ai suoi colleghi per sventare una rapina ad un bancomat, rimase ucciso durante il servizio, volutamente speronato dalla macchina dei criminali». Apicella viene ricordato come «un servitore dello Stato, un collega stimato, un padre e marito strappato alla sua famiglia da individui senza scrupoli. Nel suo ricordo, la certezza che il suo esempio non verrà dimenticato, diventando una preziosa eredità per quei giovani poliziotti chiamati oggi ad indossare la prestigiosa divisa della polizia di Stato».Â

Aveva 37 anni quando perse la vita. Era la notte del 27 aprile del 2020 ed era in servizio con un collega. Lavorava al commissariato di Secondigliano e alla volante Como 11 giunse una segnalazione di tentativo di furto a un bancomat in via Abate Minichini. I due agenti andarono in supporto ai colleghi del commissariato di San Carlo Arena, competente per la........

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