Lo scrittore:  «Diffido delle pagelline, non basta un criterio algebrico per cogliere la complessità di una realtà »

Un punto di vista diverso. Diego De Silva, scrittore di successo, non si ferma ai numeri.

La “sentenza” del Sole 24 Ore è in linea con i verdetti degli anni scorsi, anzi ancora più severa per quanto riguarda Napoli. Meravigliato?
«Cosa sarà mai successo di così squalificante? Non saprei. In generale non credo molto alle classifiche di questo genere. Sono come le statistiche. Non basta un criterio algebrico per cogliere la complessità di una realtà . Non basta mettere su un podio di carta servizi e disservizi».

Quali dati secondo non sono desumibili dalle rilevazioni statistiche?

«Innanzitutto, trovo umiliante ricevere sempre queste pagelline che ti fanno sentire un po’ minorato. Capisco che a nessuno piaccia vivere in una realtà in fondo alla graduatoria. Ma questo non significa che una città sia davvero tanto in basso. Per esempio, mi dica di Roma, dove vivo ormai da vent’anni».

È trentacinquesima, settanta posizioni sopra Napoli.
«Ma stiamo scherzando? Quando piove dobbiamo letteralmente dragare fiumi di acqua, di regola non si potano gli alberi. Davvero si devono prendere in considerazione certi dati? Ci sono luoghi che, al là delle intrinseche identità , hanno un’intensità di vissuto e una qualità di relazioni umane che incidono profondamente sulla vita di ogni giorno. Utilizzare il rapporto algebrico è come vedere con i paraocchi».

Può fare qualche esempio, magari con riferimento a Napoli?
«Napoli ti relativizza immediatamente: è una città che dà del tu a chiunque. E questo cambia immediatamente l’approccio al luogo. È uno dei pochi posti nel mondo che ti regala questo assetto emotivo. Dare una pagellina a Napoli è riduttivo. È un po’ come giudicare una bella donna: non è solo la strafiga, ma è anche fascino, umorismo, mistero».

Alta densità abitativa, aumento della criminalità predatoria, scarsi dati occupazionali e saldo migratorio sfavorevole sono comunque dati oggettivi. Possiamo prescinderne?
«Non è che da questo punto di vista a Milano se la vedano meglio: pare che stia diventando molto più pericolosa di una volta. Dia retta a me, facciamo obiezione di coscienza verso le pagelline sulla qualità della vita, come direbbe Vincenzo Malinconico (il protagonista di alcuni fortunati romanzi dello scrittore, ndr)».

Consideriamo solo le tendenze: nel Duemila Napoli era risalita a metà classifica intorno alla sessantesima posizione. Ora è in fondo. Lettura sostanzialmente corretta?
«Dico la verità , negli ultimi anni l’ho vista migliorare. Poi, certamente ci sono le periferie, ma questo aspetto riguarda tutta Italia. Non credo che la città sia peggiorata e che quando si arriva ci si senta nel Bronx».
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Dal suo punto di vista qual è il luogo della Campania nel quale si vive meglio?
«Vicino al mare si sta meglio».
Ma le pagelline dicono il contrario: nell’entroterra regionale si vive meglio che sulla costa. Come la mettiamo?
«Al diavolo le pagelline».

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5 dicembre 2023

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Qualità della vita, De Silva: «Roma settanta punti avanti a Napoli? Non scherziamo»

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05.12.2023

Lo scrittore:  «Diffido delle pagelline, non basta un criterio algebrico per cogliere la complessità di una realtà »

Un punto di vista diverso. Diego De Silva, scrittore di successo, non si ferma ai numeri.

La “sentenza” del Sole 24 Ore è in linea con i verdetti degli anni scorsi, anzi ancora più severa per quanto riguarda Napoli. Meravigliato?
«Cosa sarà mai successo di così squalificante? Non saprei. In generale non credo molto alle classifiche di questo genere. Sono come le statistiche. Non basta un criterio algebrico per cogliere la complessità di una realtà . Non basta mettere su un podio di carta servizi e disservizi».

Quali dati secondo non sono desumibili dalle rilevazioni statistiche?

«Innanzitutto, trovo umiliante ricevere sempre queste pagelline che ti fanno sentire un po’ minorato. Capisco che a nessuno piaccia vivere in........

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