I report Svimez e Ropi: bocciati per prevenzione e indice di mortalitÃ

Il Nord Italia in vetta alle classifiche del numero di interventi chirurgici davanti al Centro e al Sud che solo parzialmente recupera. Dalla classifica della rete oncologica pazienti Italia (Ropi) emerge che la Campania copre tutte le patologie considerate. Anche se il solo Ospedale Monaldi di Napoli figura nella top ten per gli interventi (292) al polmone. La distanza tra Nord e Sud resta profonda. Nel Mezzogiorno si muore prima, la prevenzione dei tumori è molto meno diffusa e una quota significativa di pazienti oncologici preferiscono fuggire al Nord per farsi curare. Questi i dati più eclatanti, e inquietanti, che emergono, invece, dal report Svimez «Un Paese, due cure. I divari Nord-Sud nel diritto alla salute», presentato ieri a Roma in collaborazione con Save the Children. A riassumere in maniera impietosa lo stato di arretratezza del Mezzogiorno, il dato sull’aspettativa di vita

Nello studio si evidenzia che al Sud la speranza di vita è minore di 1,5 anni. Gli indicatori di riferimento mostrano peraltro un differenziale territoriale marcato e crescente negli anni: nel 2022 la speranza di vita alla nascita per i cittadini meridionali era di 81,7 anni, 1,3 anni in meno del Centro e del Nord-Ovest e 1,5 per cento rispetto al Nord-Est. Analoghi differenziali sfavorevoli al Sud si osservano sulla mortalità evitabile causata da deficit nell’assistenza sanitaria e nei servizi di prevenzione. Il tasso di mortalità per tumore è di 9,6 per 10 mila abitanti per gli uomini rispetto all’8 circa del Nord. Cresciuto il divario per le donne: 8,2 al Sud a fronte di meno del 7 per cento al Nord. Nel 2010 i due dati erano praticamente allineati. Secondo le valutazioni dell’Istituto superiore di sanità , nel biennio 2021-22 in Italia circa il 70 per cento delle donne, di età compresa tra i 50 e i 69 anni, si è sottoposta a controlli, e di queste 2 su 3 lo hanno fatto aderendo ai programmi di screening gratuiti. Molto evidenti i divari tra le tre macroaree: la copertura complessiva al Nord è stata dell’80 per cento, al Centro del 76, mentre al Sud si è scesi al 58.

La quota di donne che ha avuto accesso a screening organizzati oscilla tra valori compresi tra il 63 e il 76 per cento nel regioni dell’Italia settentrionale, ma precipita in maniera drastica al Sud: in Campania si registra la percentuale del 20,4 per cento migliore soltanto di quella della Calabria, maglia nera con l’11,8. Il Mezzogiorno arranca anche sul fronte della spesa sanitaria pro capite: a fronte di una media nazionale di 2.140 euro la spesa corrente più bassa si registra in Calabria (1.748 euro), ma anche in questo caso la Campania è seconda (peggiore) con 1.818 euro. Le precarie condizioni della sanità meridionale determinano il ben noto fenomeno della fuga di pazienti dal Sud, in particolar modo di quelli affetti dalle patologie più gravi. Il 22 per cento dei malati oncologici meridionali si fa infatti curare al Nord. Nel 2022 dei 629mila migranti sanitari, il 44 per cento era residente in una regione del Mezzogiorno. Per le patologie oncologiche 12.401 pazienti meridionali, pari al 22 per cento del totale, si sono spostati per ricevere cure in un Sistema sanitario regionale del Centro o del Nord. Solo 811 pazienti del Centro-Nord (lo 0,1 per cento del totale) hanno fatto il viaggio inverso.

«Rafforzare la dimensione universale del Sistema sanitario nazionale — commenta il direttore generale della Svimez Luca Bianchi — è la strada per rendere effettivo il diritto costituzionale alla salute. Una direzione opposta a quella che invece si propone con l’autonomia differenziata, dalla quale deriverebbero ulteriori ampliamenti dei divari territoriali di salute e una conseguente crescita della mobilità di cura». Sulla base dei dati del report critiche al Governo sono arrivate dall’opposizione in particolare dal Pd. «Questi dati — ha commentato Marco Sarracino, deputato e responsabile Sud e Coesione del Pd — dovrebbero indurre i parlamentari del sud del centrodestra a bloccare il pericoloso disegno di legge sull’autonomia differenziata che acuirebbe ancora di più le difficoltà proprio a partire dalla sanità ». Sulla stessa linea anche il deputato Piero De Luca. «I divari con il resto del Paese cresceranno e si moltiplicheranno con l’autonomia differenziata. Impediremo in Parlamento e nel Paese che il governo Meloni porti a compimento questo disastro annunciato».

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8 febbraio 2024

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Sanità in Campania bocciata, aumenta la fuga al Nord: si salva il Monaldi per gli interventi al polmone

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08.02.2024

I report Svimez e Ropi: bocciati per prevenzione e indice di mortalitÃ

Il Nord Italia in vetta alle classifiche del numero di interventi chirurgici davanti al Centro e al Sud che solo parzialmente recupera. Dalla classifica della rete oncologica pazienti Italia (Ropi) emerge che la Campania copre tutte le patologie considerate. Anche se il solo Ospedale Monaldi di Napoli figura nella top ten per gli interventi (292) al polmone. La distanza tra Nord e Sud resta profonda. Nel Mezzogiorno si muore prima, la prevenzione dei tumori è molto meno diffusa e una quota significativa di pazienti oncologici preferiscono fuggire al Nord per farsi curare. Questi i dati più eclatanti, e inquietanti, che emergono, invece, dal report Svimez «Un Paese, due cure. I divari Nord-Sud nel diritto alla salute», presentato ieri a Roma in collaborazione con Save the Children. A riassumere in maniera impietosa lo stato di arretratezza del Mezzogiorno, il dato sull’aspettativa di vita

Nello studio si evidenzia che al Sud la speranza di vita è minore di 1,5 anni. Gli indicatori di riferimento mostrano peraltro un differenziale territoriale marcato e crescente negli anni: nel 2022 la speranza di vita alla nascita per........

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