Piazza d'onore alla kermesse internazionale che si è svolta in Lussemburgo. «A De Luca non piacciono i tatuaggi, ma io sono diventato tatuatore professionista grazie ai corsi finanziati dalla Regione»

A mamma Rosa, che ancora oggi gli imputa il fatto di aver preferito l’arte dei tatuaggi a quella della pittura, quella a cui lo aveva indirizzato fin da piccolo, da un paio di settimane, Federico Olivo, un ragazzo di 29 anni di Pimonte, un piccolo centro dei Lattari, può rispondere mostrandole il premio che ha conquistato in Lussemburgo. Alla fine, ha avuto ragione lui a seguire la sua passione: in occasione di una convention internazionale organizzata nel Paese del Nord Europa, è stato riconosciuto come secondo miglior tatuatore al mondo. «A classificarsi primo è stato un portoghese - dice - ma nell’arte del tatuaggio non si finisce mai di imparare. E io non mi fermo qui: voglio continuare a farlo. Incredibilmente anche grazie al governatore della Campania, Vincenzo De Luca, a cui non piacciono i tatuaggi». Federico è il mago del “realistic black and grey”, la categoria di tattoo in cui si è imposto.Â

Ma come è possibile che la scalata ai vertici mondiali del tattoo di Federico sia avvenuta anche col supporto del Governatore a cui i tatuaggi, letteralmente, «fanno schifo»? «Semplice: è grazie alla Regione Campania se sono diventato un professionista del settore. È stato quest’ente a rilasciarmi un attestato di tatuatore professionista dopo aver frequentato un corso da operatore di tatuaggi e piercing. Ora, è vero che De Luca ha detto chiaro e tondo che i tatuaggi gli fanno schifo. Ma è paradossale: il presidente sbaglierebbe a giudicare una persona solamente dal suo aspetto esteriore. Qualche volta è una questione di passione, altre personale, altre ancora solo artistica: ci sono tante ragioni alla base di un tatuaggio. E vanno tutte rispettate». Questo, tanto più, ricorda Federico, che l’Italia, De Luca a parte, è il Paese con il maggior numero di tatuati al mondo: le statistiche dicono che sono il 48%.Â

Ma perché questa mania di incidere qualcosa nella propria pelle? Federico ha una sua teoria: «Perché la gente vuole essere ascoltata e vuole condividere le proprie esperienze. Noi tatuatori, del resto, siamo un po' come dei confessori. Le persone, quando vengono a tatuarsi, si confidano a cuore aperto. Spesso, spiegando il tipo di tatuaggio a cui pensano, raccontano per la prima volta delle cose anche molto intime che hanno segnato o caratterizzano il loro essere, la loro vita. E non possono mentire mai perché sanno che noi, quando passiamo ai colori e alle sfumature, rappresentiamo le loro storie con un disegno che sarà parte di loro per sempre. I tatuaggi, quindi, sono sempre rappresentazioni della vera essenza di chi li ha. E a me non è mai accaduto che qualcuno si pentisse del mio lavoro. Questo, sebbene abbia cominciato davvero giovanissimo: prima ancora che diventassi un professionista, nel 2017: quasi dieci anni fa».

Federico, quindi, intende l’arte del tattoo proprio come se fosse un interprete dell’anima e della psiche prima che della pelle. Peraltro ricercatissimo: chi vuole farsi un tatuaggio da lui deve mettersi in lista d’attesa. «Il che, ad oggi, significa che gli dovrei dare appuntamento a settembre 2024». A ben vedere, un’altra carta da giocarsi quando mamma Rosa gli imputa il fatto di aver abbandonato la pittura: «Ma, ormai, lo dice per scherzo. È vero che a lei i tattoo non piacciono. Ma comunque è stata lei a trasferirmi sin da piccolo la passione per l’arte e per il disegno e, ora, assieme a tutta la mia famiglia, mi supporta in ciò che faccio. Certo: lei e papà avrebbero preferito che diventassi un geometra, tant’è che sono diplomato in quest’ambito. Ma io non sarei stato felice, non mi sarei sentito realizzato. La mia vera passione sono stati sempre i tatuaggi. Così, partendo da zero, ho preso a studiarne tutti gli aspetti: da quelli artistici a quelli anatomici. Prima presso l’Accademia della Comics Internazionale. Poi, come detto, con il corso promosso dalla Regione Campania per operatore di tatuaggi e piercing».

E comunque: richieste un po' stravaganti sono capitate anche a Federico: «Premesso che io tatuo solo i maggiorenni ben coscienti di ciò che fanno e che, al massimo, faccio disegni piccolissimi sui sedicenni solo se accompagnati dai genitori, posso raccontare due episodi un po' fuori registro, uno per sesso. Un uomo mi chiese di tatuare con una serie di puntini neri la chierica della sua testa. Una donna, invece, la scritta ‘paradise’ in corrispondenza della sua zona pubica». Ma nella carriera del secondo tatuatore più bravo del mondo non sono mancati anche episodi che giudica "molto romantici”. «Come quando varcò l’ingresso del mio studio una donna di 76 anni. Non ne avevo mai tatuata una così anziana. Ma mi spiegò che voleva farlo in memoria di suo marito che era appena mancato. Così, si fece fare tre tatuaggi: le iniziali del marito e dei boccioli di rose tra la clavicola e il petto».

A chiedere un tatuaggio a Federico sono persone di ogni estrazione sociale. Ma ora quanto riesce a guadagnare una firma di fama mondiale come la sua? «Dipende dal tatuaggio, naturalmente. Quelli minimal costano 50-60 euro. Quelli, invece, che ricoprono intere parti del corpo come la schiena, il torace, le braccia, le gambe, tipo quello con cui ho vinto in Lussemburgo ispirato alla Dolce vita, possono arrivare anche a 5 mila euro. Dietro, però – tiene a sottolineare Federico – non c’è solo arte: c’è uno studio e una fatica non indifferenti. Io ho fatto tatuaggi che mi hanno impegnato ininterrottamente anche per tre sedute da dieci ore l’una. Alla fine, però, è bello notare le persone che, prima ancora di vedersi più belle, si sentono ascoltate e capite. Come dico a mia mamma, con le loro storie, non fanno altro che personalizzarsi rendendosi ancor di più uniche».

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1 dicembre 2023

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QOSHE - Federico Olivo, è un 29enne di Pimonte il secondo tatuatore più bravo al mondo - Giovanni Santaniello
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Federico Olivo, è un 29enne di Pimonte il secondo tatuatore più bravo al mondo

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01.12.2023

Piazza d'onore alla kermesse internazionale che si è svolta in Lussemburgo. «A De Luca non piacciono i tatuaggi, ma io sono diventato tatuatore professionista grazie ai corsi finanziati dalla Regione»

A mamma Rosa, che ancora oggi gli imputa il fatto di aver preferito l’arte dei tatuaggi a quella della pittura, quella a cui lo aveva indirizzato fin da piccolo, da un paio di settimane, Federico Olivo, un ragazzo di 29 anni di Pimonte, un piccolo centro dei Lattari, può rispondere mostrandole il premio che ha conquistato in Lussemburgo. Alla fine, ha avuto ragione lui a seguire la sua passione: in occasione di una convention internazionale organizzata nel Paese del Nord Europa, è stato riconosciuto come secondo miglior tatuatore al mondo. «A classificarsi primo è stato un portoghese - dice - ma nell’arte del tatuaggio non si finisce mai di imparare. E io non mi fermo qui: voglio continuare a farlo. Incredibilmente anche grazie al governatore della Campania, Vincenzo De Luca, a cui non piacciono i tatuaggi». Federico è il mago del “realistic black and grey”, la categoria di tattoo in cui si è imposto.Â

Ma come è possibile che la scalata ai vertici mondiali del tattoo di Federico sia avvenuta anche col supporto del Governatore a cui i tatuaggi, letteralmente, «fanno schifo»? «Semplice: è grazie alla Regione Campania se sono diventato un professionista del settore. È stato quest’ente a rilasciarmi un attestato di tatuatore professionista dopo aver frequentato un corso da operatore di tatuaggi e piercing. Ora, è vero che De Luca ha........

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