La cantante nel 2009 colpita da ipoacusia improvvisa. L'incontro con la leggenda Lenny White e le due candidature ai Grammy. A Napoli suonerà al Trianon con una band tutta femminile: «Sul palco mi sento sicura»

Venerdì della prossima settimana, il 19 aprile, al Trianon di Napoli, è in programma un concerto che si intitola “Una napoletana a New York”. Sul palco saliranno sei donne, le componenti della jazz band che ha messo su Letizia Gambi, la vocalist del gruppo: è lei la napoletana che ha fatto carriera negli Usa. Sta di fatto che dal palco non arriveranno solo note e assoli. Per la prima volta, Letizia racconterà la sua storia: come è riuscita ad affermarsi nella patria del jazz nonostante un handicap che avrebbe tagliato le gambe a tantissimi altri musicisti, ma non a lei.

Letizia, dal 2009, ha perso l’udito dall’orecchio destro. E come faccia a continuare ad incantare con la sua voce, i suoi adattamenti in lingua inglese di brani classici napoletani rivisitati in chiave jazz, rimane un mistero anche per tanti suoi colleghi visto che lei stessa non si sente mentre canta e, paradossalmente, spesso, crede di stonare. Ma tant’è: Letizia, nonostante la sordità parziale, ha già inciso due album con Lenny White, una leggenda vivente per gli amanti del jazz, ed entrambe le volte è stata candidata ai Grammy Awards. In Usa è popolarissima, anche se al pubblico, finora, ha tenuto nascosto il “piccolo particolare” che la caratterizza: vale a dire che è rimasta vittima di una ipoacusia improvvisa.

«Quindici anni fa – racconta – ero al telefono con il mio ex quando iniziai a non sentirci più bene dall’orecchio destro. Ebbi la sensazione di come mi fosse entrata dell’acqua dentro che mi faceva sentire in maniera ovattata. Non capivo cosa mi fosse accaduto. Così, istintivamente, col cuore in gola, spostai il telefono sull’altro orecchio, dove continuavo a sentirci regolarmente. Ma l’udito dal destro continuava ad essere compromesso. Così, fui ricoverata al Fatebenefratelli di Milano. Ma nemmeno lì, nonostante trenta giorni in camera iperbarica, riuscirono a ridarmi l’udito. Il nervo acustico, forse a causa di un infarto dell’orecchio o un virus, era danneggiato per sempre. E, di conseguenza, quando fui dimessa con questa diagnosi, ero convinta che la mia carriera di cantante fosse finita in pratica sul nascere. Invece, voltando l’angolo dell’ospedale, la mia vita cambiò di nuovo. Ma questa volta in maniera positiva».

Davanti agli occhi di Letizia, comparve un manifesto che annunciava al Blue Note, il tempio italiano della musica jazz, un concerto di Lenny White. «Durante le interminabili ore spese in camera iperbarica, avevo letto un libro che sosteneva che nulla capita a caso, che dobbiamo essere sempre pronti a cogliere i messaggi che ci dà la vita – racconta Letizia – Così mi decisi di contattarlo e andai al suo concerto. Il primo che potevo ascoltare da un solo orecchio. Ma l’incontro con Lenny mi cambiò la vita. Ben presto si fece mandare la mia versione jazz di "Carmela" di Sergio Bruni che avevo tradotto in inglese. Ne rimase affascinato. E così cominciò la nostra collaborazione».

Con Lenny White produttore, Letizia, negli Usa, ha inciso anche il suo primo successo da cantautrice, “A time”: «Una canzone che scrissi proprio in seguito all’handicap all’orecchio subito: parla dell’importanza del tempo e delle cose a cui bisogna dare importanza non solo quando le perdiamo». In ogni caso, fu solo quando Letizia si trovò in sala registrazione per incidere il suo primo disco, nel 2012, che trovò il coraggio di confessare a White che era per metà sorda. «A quel punto, lui per fortuna non si scompose, anzi: mi incoraggiò ad andare avanti». Così, a soli sei mesi dal lungo ricovero in ospedale, Letizia si ritrovò sul palco del Jazz Standard di New York, oltre che con Lenny White, con altri due mostri sacri del jazz: il contrabbassista Ron Carter e la pianista Patrice Rushen. «Dall’Italia, vennero a vedermi anche papà Vincenzo e mamma Susy. Fu la sera in cui capii che, nonostante tutto, potevo continuare a vivere il mio sogno: cantare. Riuscii a farlo davanti a un pubblico, anche se gli altri suoni che inevitabilmente, soprattutto in un luogo chiuso, si accavallano. A fine spettacolo, dopo tanta paura di non farcela, per la prima volta scoppiai a piangere. E mi resi conto che sarei dovuta diventare la testimonianza vivente che una malattia, pur invalidando, non può fermare la vita e i sogni». Tuttavia, solo ora, quindici anni dopo, Letizia ha trovato la forza di raccontare pubblicamente la sua storia. «Finora non l’ho fatto per paura di avere dei giudizi non obiettivi, influenzati dal mio stato di salute: volevo essere giudicata solo per le mie qualità artistiche, al di là dell’handicap. Non certo suscitare pietà . Ma ora mi sento libera di raccontare tutto ciò che mi è successo. E comincerò a farlo proprio dalla mia città . Sul palco – conclude Letizia – ho la sfortuna che il pianoforte, che suona Elisabetta Serio, debba essere posizionato alla mia destra, quindi non lo sento. Per di più, alla mia sinistra, dove, per compensare, ho sviluppato un super udito, ho la batteria di Elisabetta Saviano che fa un gran fracasso. Ma con loro, come con Giovanna Famulari al violoncello, Federica Michisanti al contrabbasso e la violinista Caterina Bianco, tutte le componenti della Letizia Gambi All Women Band, mi sento sicura, protetta come con le star del jazz americano. E posso cantare e sognare anche sentendoci da un solo orecchio».

Vai a tutte le notizie di Napoli

Se vuoi restare aggiornato sulle notizie della Campania iscriviti gratis alla newsletter del Corriere del Mezzogiorno. Arriva tutti i giorni direttamente nella tua casella di posta alle 12. Basta cliccare qui.

Siamo anche su Instagram, seguici https://www.instagram.com/corriere.mezzogiorno/

11 aprile 2024

© RIPRODUZIONE RISERVATA

QOSHE - Letizia Gambi, la jazzista sorda da un orecchio: «A Napoli svelo la mia disabilità» - Giovanni Santaniello
menu_open
Columnists Actual . Favourites . Archive
We use cookies to provide some features and experiences in QOSHE

More information  .  Close
Aa Aa Aa
- A +

Letizia Gambi, la jazzista sorda da un orecchio: «A Napoli svelo la mia disabilità»

27 12
11.04.2024

La cantante nel 2009 colpita da ipoacusia improvvisa. L'incontro con la leggenda Lenny White e le due candidature ai Grammy. A Napoli suonerà al Trianon con una band tutta femminile: «Sul palco mi sento sicura»

Venerdì della prossima settimana, il 19 aprile, al Trianon di Napoli, è in programma un concerto che si intitola “Una napoletana a New York”. Sul palco saliranno sei donne, le componenti della jazz band che ha messo su Letizia Gambi, la vocalist del gruppo: è lei la napoletana che ha fatto carriera negli Usa. Sta di fatto che dal palco non arriveranno solo note e assoli. Per la prima volta, Letizia racconterà la sua storia: come è riuscita ad affermarsi nella patria del jazz nonostante un handicap che avrebbe tagliato le gambe a tantissimi altri musicisti, ma non a lei.

Letizia, dal 2009, ha perso l’udito dall’orecchio destro. E come faccia a continuare ad incantare con la sua voce, i suoi adattamenti in lingua inglese di brani classici napoletani rivisitati in chiave jazz, rimane un mistero anche per tanti suoi colleghi visto che lei stessa non si sente mentre canta e, paradossalmente, spesso, crede di stonare. Ma tant’è: Letizia, nonostante la sordità parziale, ha già inciso due album con Lenny White, una leggenda vivente per gli amanti del jazz, ed entrambe le volte è stata candidata ai Grammy Awards. In Usa è popolarissima, anche se al pubblico, finora, ha tenuto nascosto il “piccolo particolare” che la caratterizza: vale a dire che è........

© Corriere del Mezzogiorno


Get it on Google Play