L'artista con 7 milioni di visualizzazioni su Instagram: «Sogno Sanremo. Non voglio giudicare Geolier, ma la mia lingua è quella dei maestri»

Da Lagos, in Nigeria, dove è nata nell’agosto del 1996, a Castel Volturno, con una voce prodigiosa che la fa spopolare sui social, sognare Sanremo e il riscatto del luogo in cui vive: Villaggio Coppola. È la storia di Stephani Ojemba, in arte semplicemente Ste, una cantante che mischia soul, jazz e i classici della musica napoletana: a ben vedere, un po' la cartina di tornasole della sua vita.

Ste, infatti, è nata 27 anni fa in Nigeria, ma già a sedici mesi ha lasciato l’Africa in braccio a mamma Ada. La destinazione del loro viaggio è stata Napoli dove, in cerca di una vita migliore per lei e la figlia, la genitrice, mamma single, si è subito rimboccata le maniche lavorando prima come donna delle pulizie e poi come badante. Questo, fino a quando il parroco del Villaggio Coppola, a Castel Volturno, non mette in contatto mamma e figlia con la famiglia di Angelina e Vincenzo Ruoppo. «È stata la svolta della nostra vita: una vera e propria fortuna – racconta Ste – In pratica, Vincenzo e Angelina ci hanno adottato: sono state delle persone meravigliose che hanno allargato la loro famiglia aprendoci le porte della loro casa e dei loro cuori senza farci uscire più. Grazie a loro, ho vissuto, assieme ad Arca, la mia sorella acquisita, una infanzia bellissima, serena, circondata da tanto amore, anche a scuola e in parrocchia, i luoghi dove ho maturato le mie due passioni artistiche: la musica e il disegno».Â

Ste, infatti, frequenta il liceo artistico di Villaggio Coppola e la parrocchia della stessa frazione di Castel Volturno, per una volta protagonista di una storia positiva di integrazione e accoglienza. «Padre Antonio, il parroco del quartiere, mi ha vista crescere. Le mie prime note le ho intonate proprio nel coro della sua chiesa. È lì che ho ricevuto i primi complimenti per la mia voce. I primi incoraggiamenti a coltivare il mio talento. Il tutto, mentre la passione per la canzone napoletana è maturata naturalmente grazie alla mia famiglia napoletana. Del resto, sarebbe stato impossibile crescere in casa Ruoppo senza ascoltare e cantare le melodie di Enrico Caruso, Roberto Murolo, Pino Daniele oppure dello stesso Lucio Dalla. Melodie, poi, che hanno stuzzicato anche il mio dna afro: trovo che le sonorità di Lagos e di Napoli siano molto simili».

Evidentemente, allora, era scritto nel destino che Ste dovesse essere l’interprete migliore di questa contaminazione. La sua carriera, del resto, inizia a diciotto anni in un pub sempre di Villaggio Coppola: il Whoop, dove il gestore, uno dei primi a credere in lei, la chiama ad esibirsi. Poi l’incontro con Massimiliano Ferrara, il suo manager, che le permette di scalare i primi gradini fino ad arrivare all’incisione del suo primo singolo, «Ansia», e, successivamente, dei suoi due primi grandi successi che le hanno regalato già una notorietà importante sui social. Il primo può essere considerato il suo manifesto musicale: si intitola «T’aggio voluto bene» ed è un mix di due classici napoletani, «Reginella» e «Dicitengello vuje», che dice tanto anche della Ste più intima. «A me piace cantare l’amore, soprattutto quello tra donne – confessa la cantante metà napoletana e metà nigeriana – E, in effetti, il mix di "T’aggio voluto bene" è un ulteriore modo di non nascondere la mia identità sessuale. Anche il mio modo di vestire da maschiaccio, spesso con delle giacche e dei pantaloni da uomo, in tal senso, è rivelatore. Ma lo faccio naturalmente, perché sono così, non perché sono eccentrica o pretendo di diventare una icona del mondo Lgbt. La verità è che io sono innamorata dell’amore, quello senza confini, quello senza pregiudizi né steccati, e i miei gusti li voglio vivere a modo mio piuttosto che esibirli. E quello che, a proposito dell’amore, per me, è davvero importante è esprimerlo col napoletano: anche se non ha un corrispondente dell’italiano "ti amo", trovo che sia una lingua estremamente romantica. E che anche per questo debba essere rispettata. Con ciò, non voglio certo giudicare Geolier, ma il napoletano con cui compongo i miei brani si rifà alle regole linguistiche dei grandi maestri che mi ha fatto conoscere la mia seconda famiglia».

Leggere per credere i versi dell’altro suo successo, quello più recente: «Red», nato quasi per caso nemmeno due mesi fa, quando Ste pensò di condividere delle stories su Instagram che volevano essere quasi un semplice omaggio a "I know what you want" di Busta Rhymes e Mariah Carey. «Integrai quella canzone con delle parole in napoletano che quel giorno mi furono ispirate da un quadro che ho in camera e che dipinsi con lo sfondo rosso e la figura grigia di una donna nuda». Risultato: grazie anche al producer Alessandro Sgambati, oltre sette milioni e mezzo di visualizzazioni su Instagram; altri 3,6 su TikTok. Già prima di Sanremo, in tantissimi possono dire di aver scovato la loro nuova star del mondo della musica. Resta il fatto che proprio il Festival è uno dei due sogni della cantante. «Nella nostra famiglia allargata, è sempre stato vissuto come un appuntamento irrinunciabile. Ma il mio sogno è parteciparvi solo potendo utilizzare il napoletano. L’altro mio desiderio, invece – conclude Ste – è quello di continuare a fare ciò che sto facendo adesso, ma più in grande, così da poter essere in grado di aiutare anche gli altri talenti che vivono al Villaggio Coppola. Non sono pochi quelli che meriterebbero di emergere e anche quella terra ha bisogno di essere amata senza pregiudizi».

Vai a tutte le notizie di Napoli

Se vuoi restare aggiornato sulle notizie della Campania iscriviti gratis alla newsletter del Corriere del Mezzogiorno. Arriva tutti i giorni direttamente nella tua casella di posta alle 12. Basta cliccare qui.

Siamo anche su Instagram, seguici https://www.instagram.com/corriere.mezzogiorno/

2 febbraio 2024 ( modifica il 2 febbraio 2024 | 12:19)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

QOSHE - Ste, da Lagos a Castel Volturno: «Canto in napoletano l'amore tra donne» - Giovanni Santaniello
menu_open
Columnists Actual . Favourites . Archive
We use cookies to provide some features and experiences in QOSHE

More information  .  Close
Aa Aa Aa
- A +

Ste, da Lagos a Castel Volturno: «Canto in napoletano l'amore tra donne»

14 1
02.02.2024

L'artista con 7 milioni di visualizzazioni su Instagram: «Sogno Sanremo. Non voglio giudicare Geolier, ma la mia lingua è quella dei maestri»

Da Lagos, in Nigeria, dove è nata nell’agosto del 1996, a Castel Volturno, con una voce prodigiosa che la fa spopolare sui social, sognare Sanremo e il riscatto del luogo in cui vive: Villaggio Coppola. È la storia di Stephani Ojemba, in arte semplicemente Ste, una cantante che mischia soul, jazz e i classici della musica napoletana: a ben vedere, un po' la cartina di tornasole della sua vita.

Ste, infatti, è nata 27 anni fa in Nigeria, ma già a sedici mesi ha lasciato l’Africa in braccio a mamma Ada. La destinazione del loro viaggio è stata Napoli dove, in cerca di una vita migliore per lei e la figlia, la genitrice, mamma single, si è subito rimboccata le maniche lavorando prima come donna delle pulizie e poi come badante. Questo, fino a quando il parroco del Villaggio Coppola, a Castel Volturno, non mette in contatto mamma e figlia con la famiglia di Angelina e Vincenzo Ruoppo. «È stata la svolta della nostra vita: una vera e propria fortuna – racconta Ste – In pratica, Vincenzo e Angelina ci hanno adottato: sono state delle persone meravigliose che hanno allargato la loro famiglia aprendoci le porte della loro casa e dei loro cuori senza farci uscire più. Grazie a loro, ho vissuto, assieme ad Arca, la mia sorella acquisita, una infanzia bellissima, serena, circondata da tanto amore, anche a scuola e in parrocchia, i luoghi dove ho maturato le mie due........

© Corriere del Mezzogiorno


Get it on Google Play