Il rapper dei record racconta il suo Festival: «Massacrante, ma meraviglioso». E in merito alle polemiche sul napoletano del suo brano: «Il dialetto si evolve: io mi ispiro a quello di Alessandro Siani»

E il debuttante al Festival di Sanremo 2024 più atteso, discusso e celebrato. Geolier e la sua I p' me, tu p' te, la canzone con cui il rapper di Secondigliano è in gara all’Ariston, spopolano ovunque. A cominciare dalla playlist sanremese di Spotify, dove Emanuele Palumbo - così l’artista all’anagrafe - è secondo dietro solo ad Annalisa. E dai numeri di YouTube: oltre seicentomila visualizzazioni racimolati in meno di dodici ore dalla pubblicazione del video ufficiale del brano, che vede protagonisti l’attrice partenopea Maria Esposito e l’attore ucraino, cresciuto a Napoli, Artem Tkatchuk, rispettivamente Rosa e Pino in Mare Fuori. «Certamente non mi aspettavo che a Sanremo fosse tutto così dinamico», racconta Geolier. Un tour de force inatteso anche per un artista dei record come lui abituato ormai ai flash e al calore dei fan, al netto dei soli ventitré anni: «È massacrante - svela il musicista con voce stanca - ma allo stesso tempo meraviglioso». Parole che mutano in profonda commozione, quando il musicista ricorda l’amico Daniele Caprio scomparso ad appena diciassette anni nei giorni scorsi, dopo una lunga battaglia contro il cancro: «Io e Daniele ci sentivamo tutti i giorni e quello che ho fatto nella prima serata del Festival è stato per lui così come quello che farò. Prima di partire non ho salutato nemmeno mia madre. Sono corso all’ospedale solo per salutare lui», racconta con voce rotta dal pianto Emanuele. «Mi ha salutato dicendomi simpaticamente mi raccomando, sfunn tutt cos”.

Come sta andando il suo primo Sanremo?
«Benissimo e sono assai soddisfatto. Anche se non mi aspettavo di certo che a Sanremo fosse tutto così dinamico. Eppure mi ero preparato psicologicamente al circo mediatico da settimane. Il Festival è bello ma anche massacrante».

Visti numeri ne vale comunque la pena, non crede?
«Sì, poi per me è un momento indimenticabile. Dietro le quinte, pochi minuti prima di esibirmi, sono stato investito da un’emozione indescrivibile che porterò sempre con me. Io sono qui per portare il napoletano con tutto il mio gruppo e i miei amici. Insieme formiamo una famiglia. Sono venuto qui per questo. Quindi quello che volevo fare in fondo già l’ho fatto».

Eppure alla vigilia proprio a Napoli sono stati in molti a criticare la scelta del dialetto usato nel testo di I p' me, tu p' te.
«Io canto quello che mi sento di cantare, sono di pancia. Canto il napoletano dei rioni, dei ragazzi che lavorano, di quelli che si dedicano le frasi d’amore su whatsapp. Il dialetto peraltro si è sempre evoluto: da Salvatore Di Giacomo ad Alessandro Siani. Io mi ispiro proprio al dialetto di Alessandro».

Domani sera canterà un medley con Gigi D’Alessio, Guè e Luchè: ci dica di più.
«Posso svelare che oltre a proporre alcune canzoni napoletane note, introdurrò anche delle parti inedite. Quindi sarà un momento assolutamente unico, sia per la presenza di Gigi, Luca e Guè, che saranno con me sul palco, sia per la musica che proporremo».

Sul red carpet di Sanremo ha indossato una felpa ufficiale del Napoli ed è stata appena ufficializzata una t-shirt con i loghi della società azzurra disegnata da lei. Dunque non solo rapper, ma anche calciatore?
«Non scherziamo. Io a calcio sono proprio scarso. E non lo seguo nemmeno più di tanto. Guardo solo le partite del Napoli».

Però è amico di molti calciatori, come Donnarumma e Gollini.
«A Napoli mi sento con tutti ma con Gollini c’è un rapporto anche artistico».

In che senso?
«Viene spesso a trovarmi in studio. E abbiamo fatto anche freestyle insieme, componendo alcune strofe. Lui è un rapper molto bravo».

Sui social ha dedicato un post al suo amico Daniele Caprio, venuto a mancare nei giorni scorsi a soli diciassette anni.
«Io e Daniele ci sentivamo tutti i giorni e quello che ho fatto nella prima serata del Festival è stato per lui così come quello che farò. Prima di partire non ho salutato nemmeno mia madre. Sono corso all’ospedale solo per salutare lui. Mi ha detto simpaticamente mi raccomando, sfunn tutt cos. Provo un dolore immenso da quando ho saputo della sua morte. Quando ero con lui in ospedale, chiudeva la porta, parlava con me, si sfogava, diceva “non ce la faccio più, ho diciassette anni ma ne sento settanta”. Sorrideva, nonostante tutto il dolore che provava. Daniele mi ha insegnato tantissimo, mi ha cambiato».

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7 febbraio 2024

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QOSHE - Le lacrime di Geolier: «Il mio Sanremoper Daniele, morto di cancro a 17 anni» - Giuliano Delli Paoli
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Le lacrime di Geolier: «Il mio Sanremoper Daniele, morto di cancro a 17 anni»

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07.02.2024

Il rapper dei record racconta il suo Festival: «Massacrante, ma meraviglioso». E in merito alle polemiche sul napoletano del suo brano: «Il dialetto si evolve: io mi ispiro a quello di Alessandro Siani»

E il debuttante al Festival di Sanremo 2024 più atteso, discusso e celebrato. Geolier e la sua I p' me, tu p' te, la canzone con cui il rapper di Secondigliano è in gara all’Ariston, spopolano ovunque. A cominciare dalla playlist sanremese di Spotify, dove Emanuele Palumbo - così l’artista all’anagrafe - è secondo dietro solo ad Annalisa. E dai numeri di YouTube: oltre seicentomila visualizzazioni racimolati in meno di dodici ore dalla pubblicazione del video ufficiale del brano, che vede protagonisti l’attrice partenopea Maria Esposito e l’attore ucraino, cresciuto a Napoli, Artem Tkatchuk, rispettivamente Rosa e Pino in Mare Fuori. «Certamente non mi aspettavo che a Sanremo fosse tutto così dinamico», racconta Geolier. Un tour de force inatteso anche per un artista dei record come lui abituato ormai ai flash e al calore dei fan, al netto dei soli ventitré anni: «È massacrante - svela il musicista con voce stanca - ma allo stesso tempo meraviglioso». Parole che mutano in profonda commozione, quando il musicista ricorda l’amico........

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