Il direttore: «Ci sono i lavori, ma decine di sale restano aperte»

«Napoli è sempre stata il mio luogo del cuore. La candidatura a sindaco di Firenze al momento è solo un’eventualità ». Parola di Eike Schmidt, già alla guida degli Uffizi di Firenze e da gennaio neo direttore del Museo e Real Bosco di Capodimonte, subentrato a Sylvain Bellenger. Intervenuto ieri al convegno Fai, Schmidt ha ricordato l’esperienza fiorentina soffermandosi sui Giardini di Boboli che erano aperti a tutti «tranne che per una piccola parentesi nel regno d’Italia, quando solo le mamme con figli piccoli potevano entrare: era un espediente legato alla natalità . I Giardini erano un luogo sociale come è oggi Capodimonte, ma non ancora il museo».

Direttore, intanto Capodimonte riparte con la donazione di Lia Rumma. Che valore ha per il museo e quando sarà aperta al pubblico?
«Si tratta di capolavori che documentano ai massimi livelli l’arte povera e la transavanguardia e che arricchiscono la collezione di Capodimonte, che nel 1978 è stato il primo museo di arte antica ad ospitare una sezione contemporanea. Sono in corso gli interventi architettonici per accogliere degnamente questa donazione che trasforma la scena artistica non solo di Napoli ma del Paese».

Il suo predecessore Sylvain Bellenger aveva una visione olistica del museo e lo ha voluto aprire sempre di più alla città , a partire dal Real Bosco. Lei proseguirà in questa direzione?
«Il suo è stato un secondo grande rilancio di Capodimonte dopo quello degli anni ’90 del Novecento e lo continuerò con tutte le mie forze. Grazie a Bellenger oggi i giardini sono frequentati dai napoletani, però è fondamentale che il suo lavoro venga intensificato. Ora si tratta di mettere in atto idee per il museo stesso che non ha invece quella frequentazione che avrebbe dovuto avere a partire dal primo momento di rilancio. A un certo punto si è inceppata la macchina e bisogna vedere come intervenire».

Secondo lei è un problema di mezzi pubblici e di scarsi collegamenti col centro città ?
«Sono il direttore del museo, non posso rispondere della mancanza o meno di mezzi pubblici anche se ho intrapreso un dialogo molto positivo con il sindaco Manfredi per agevolare il collegamento di Capodimonte con il resto della città . Ma non basta solo questo, ci sono anche molti napoletani che vorrebbero venire con l’auto e non trovano parcheggio».

Come fa però un museo cittadino tanto importante a essere così lontano dal cuore della città ?
«Capodimonte non è mai stato nel cuore della città , già nel Settecento i viaggiatori scrivevano quanto fosse difficoltoso arrivare fin lassù. Certo non era un’acropoli ma un luogo di ritiro; oggi, con la città metropolitana sviluppatasi tanto, ha una posizione che non dovrebbe esser così disgiunta dalla vita sociale dei cittadini».

Lei cosa si aspetta?
«Vorrei che diventasse come il Getty Museum di Los Angeles che pure è stato costruito su una montagna fuori dalle strade cittadine ma dove gli abitanti vanno comunque a visitarlo. Spero che qualcosa di simile possa succedere anche qui. Intanto, io dal Mann arrivo a piedi fino a Capodimonte ed è una bella passeggiata, non è impossibile raggiungerlo».

Vuole fare un appello ai napoletani?
«Sì, venite a Capodimonte e ricordate che non siamo affatto chiusi. Anche durante i lavori attuali ci sono dozzine e dozzine di sale aperte, migliaia di capolavori da ammirare e, anche se ci sono una settantina di opere in prestito al Louvre, quelle che rimangono sono straordinarie».

Lei sa che questa città soffre di crisi d’abbandono. Non è che poi se ne va a fare il sindaco di Firenze e lascia tutto così?
«Da gennaio sono qui quasi ogni settimana, lavoro sodo. Ho fatto tante vacanze a Napoli prima di assumere l’incarico di direttore del Museo e Real Bosco di Capodimonte, sarebbe difficile lasciarla. Per il momento la candidatura come sindaco di Firenze è solo un’eventualità ».

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25 febbraio 2024

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Eike Schmidt: «VorreiCapodimonte come il Getty di Los Angeles, non disgiunto dalla città»

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25.02.2024

Il direttore: «Ci sono i lavori, ma decine di sale restano aperte»

«Napoli è sempre stata il mio luogo del cuore. La candidatura a sindaco di Firenze al momento è solo un’eventualità ». Parola di Eike Schmidt, già alla guida degli Uffizi di Firenze e da gennaio neo direttore del Museo e Real Bosco di Capodimonte, subentrato a Sylvain Bellenger. Intervenuto ieri al convegno Fai, Schmidt ha ricordato l’esperienza fiorentina soffermandosi sui Giardini di Boboli che erano aperti a tutti «tranne che per una piccola parentesi nel regno d’Italia, quando solo le mamme con figli piccoli potevano entrare: era un espediente legato alla natalità . I Giardini erano un luogo sociale come è oggi Capodimonte, ma non ancora il museo».

Direttore, intanto Capodimonte riparte con la donazione di Lia Rumma. Che valore ha per il museo e quando sarà aperta al pubblico?
«Si tratta di capolavori che documentano ai massimi livelli l’arte povera e la transavanguardia e che arricchiscono la collezione di Capodimonte, che nel 1978 è stato il primo museo di arte antica ad ospitare una........

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