La regina del make up compie 80 anni, oggi il suo è un impero. «La mia convinzione è che bisogna migliorarsi ma senza strafare»

Quando le donne non sapevano niente di botulino, lei consigliava di mettere il Domopak con la crema sulle zampe di gallina. A Carla Fracci fece la prima maschera al viso qui a Napoli, a Ornella Vanoni risolse il problema dell’acne. E con Diego Della Palma e altri grandi truccatori ha imparato tutti i segreti del mestiere. La bellezza è una vocazione, o meglio, l’amore di un’intera vita per Liliana Paduano, che oggi celebra i suoi “primi” ottant’anni in Accademia con il figlio Carlo Matthey, che dal 2011 ha preso in mano il brand e ne ha fatto la prima scuola italiana dell’estetica a 360 gradi, passando dalle 160 allieve degli inizi alle mille e cento di oggi, mentre sono oltre diecimila quelle che hanno trovato lavoro. Qui studiano generazioni di estetiste, truccatrici e make up artist impiegati anche nelle produzioni cinematografiche e televisive. Tra aule didattiche, uffici, caffetterie e profumerie, c’è anche lei, la signora Liliana che ancora insegna, dispensa consigli e si fa incipriare il naso prima di raccontare la sua storia, che è anche quella di una grande impresa familiare nata nel dopoguerra.

Signora Liliana oggi l’estetica è internazionale, la sua invece è una factory “made in Napoli”. Ma come è iniziato tutto?
«Ho sempre voluto fare questo, da piccolissima passavo il tempo a truccare le bambole. Non mi andava di studiare, così papà mi mise a bottega da Pepino a Chiaia. Chiese di farmi fare i lavori più umili perché sperava che tornassi con la testa sui libri. Invece io dopo pochi mesi divenni la direttrice. Ero la prima di sei figli, mio padre aveva combattuto in Africa e faceva il rappresentante, aveva bisogno di una mano per mandare avanti la famiglia».

E come fu che la figlia di un rappresentante divenne la regina della bellezza in città ?
«Intanto avevo fiuto per le vendite, e le grandi aziende internazionali che volevano piazzare i loro prodotti sul mercato napoletano come Elizabeth Arden e Guerlain mi facevano seguire i loro corsi. Come diceva Giovanni Pepino, ero capace di vendere i frigoriferi agli eschimesi».

Però la vocazione era l’estetica. Se ne parlava già in quegli anni?
«Negli anni Sessanta le donne non avevano idea di come ci si curasse, prima di poter fare una ceretta dovevo tagliare i peli con le forbici. Nei Settanta avrebbero speso qualsiasi cifra pur di essere belle. Era questo che cercavo di trasmettere loro, allora come oggi».

Anche se è una self made woman, da qualcuno avrà imparato.
«In profumeria venivano anche i grandi truccatori dell’epoca come Joe Blasco, Stefano Anselmo, Pablo di Elizabeth Arden. Io mi attaccavo come una cozza per imparare tutti i segreti del mestiere. Anni dopo ci sono stati anche star del trucco come Giulio Pezza e il grande Diego Della Palma, oggi ne abbiamo di famosi e bravissimi a insegnare in Accademia».

E poi ha aperto il suo centro estetico.
«Morì mio padre e mi licenziai da Pepino. Con metà della liquidazione pagai i funerali, con l’altra metà aprii il mio primo centro estetico in via dei Mille. Mi prendevo cura della bellezza dalla A alla Z, il mio fu il primo centro completo. Le clienti prendevano il numero per parlare con me».

Come mai tanta notorietà ?
«Per la televisione. Sono stata una delle prime a fare le trasmissioni tivù, con Canale 21 portavo la bellezza nelle case dove le donne non sapevano come fare per curarsi un po’, soprattutto quelle dei paesini sperduti in campagna. Si chiamava “Liliana Paduano Tv” ed erano in tantissime a seguirmi».

Quali erano i consigli?
«Di non perdere tempo a cucinare, di servire la mozzarella per cena e pensare invece a curare la propria bellezza. È così che si conquistano gli uomini. Sennò il matrimonio finisce col naufragare, soprattutto dopo l’arrivo dei figli».

Allora da lei venivano anche le vip?
«Il primo trattamento al viso a Carla Fracci lo feci io. Ma avevo tante clienti famose come Alba Parietti, le sorelle Carlucci, Ida Di Benedetto e, ancora prima, Katia Ricciarelli e Ornella Vanoni. Con lei siamo rimaste amiche, ce ne andavamo a pranzo a Posillipo quando veniva in città , io ero una sua fan e lei la mia, perché le avevo curato il viso. Raccontava delle barzellette così divertenti da mettersi le mani nei capelli».

Come è nata poi l’Accademia?
«Succedeva sempre più spesso che le estetiste venivano da me per imparare e non volevano essere pagate. Pensai invece di farmi pagare io per insegnare il mestiere. Così aprii la scuola».

Oggi il suo non è più un nome di persona ma il marchio di un’impresa familiare. Come funziona?
«Mia figlia Maria Laura ha il suo centro di dermopigmentazione in via dei Mille, mentre Carlo ha preso in mano la scuola 13 anni fa, portandola a essere leader in Italia e ha riaperto un grande centro estetico con annesso parrucchiere nel cuore di Chiaia. In questi anni ho tramandato non solo un metodo ma soprattutto la cultura della qualità , vero e proprio marchio di fabbrica del brand. E continuo a insegnare e a far innamorare ragazze e ragazzi di questo settore».

Continua a dare consigli di bellezza?
«Certo. La mia convinzione è che bisogna valorizzare ciò che si è e migliorarsi senza strafare. Con la cura di sé si può solo seminare e raccogliere bene. Sono andata persino in Africa a portare questo ideale, come volontaria in un villaggio tra donne poverissime».

A 80 anni che sogno ha?
«Quello che faccio già : continuare a insegnare e avere i miei figli che continuano il mio operato. Ho realizzato il sogno di trasmettere la bellezza come dico io».

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27 febbraio 2024

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Liliana Paduano: «Ho curato Vanoni dall’acne mentre raccontava barzellette. Donne, abbandonate la cucina»

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27.02.2024

La regina del make up compie 80 anni, oggi il suo è un impero. «La mia convinzione è che bisogna migliorarsi ma senza strafare»

Quando le donne non sapevano niente di botulino, lei consigliava di mettere il Domopak con la crema sulle zampe di gallina. A Carla Fracci fece la prima maschera al viso qui a Napoli, a Ornella Vanoni risolse il problema dell’acne. E con Diego Della Palma e altri grandi truccatori ha imparato tutti i segreti del mestiere. La bellezza è una vocazione, o meglio, l’amore di un’intera vita per Liliana Paduano, che oggi celebra i suoi “primi” ottant’anni in Accademia con il figlio Carlo Matthey, che dal 2011 ha preso in mano il brand e ne ha fatto la prima scuola italiana dell’estetica a 360 gradi, passando dalle 160 allieve degli inizi alle mille e cento di oggi, mentre sono oltre diecimila quelle che hanno trovato lavoro. Qui studiano generazioni di estetiste, truccatrici e make up artist impiegati anche nelle produzioni cinematografiche e televisive. Tra aule didattiche, uffici, caffetterie e profumerie, c’è anche lei, la signora Liliana che ancora insegna, dispensa consigli e si fa incipriare il naso prima di raccontare la sua storia, che è anche quella di una grande impresa familiare nata nel dopoguerra.

Signora Liliana oggi l’estetica è internazionale, la sua invece è una factory “made in Napoli”. Ma come è iniziato tutto?
«Ho sempre voluto fare questo, da piccolissima passavo il tempo a truccare le bambole. Non mi andava di studiare, così papà mi mise a........

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