«Il mio futuro marito era a Dubai e seppe che sarei andata al Lago per un weekend: "per caso" si trovò lì». L’attrice impegnata in My Fair Lady, dove recita anche la figlia Giulia: stimo Serena Rossi e Luisa Ranieri

«Da bambina guardavo tutti i film di Audrey Hepburn, è così che sono diventata My Fair Lady». Lentiggini, grandi occhioni blu e la bravura di un’artista completa che recita, balla, canta: Serena Autieri la sua napoletanità verace la nasconde sotto un accento impostato e la grazia di chi ha sempre studiato tanto. L’etichetta di ex scugnizza che le hanno dato spesso non le si addice, il paragone con la grande attrice britannica invece sì.

Serena, dopo Vacanze romane porta in scena My Fair Lady. Ma Audrey Hepburn pare che non sapesse cantare.
«Non è vero, per me sapeva fare tutto. È una grande fonte di ispirazione, come Julie Andrews e in Italia Delia Scala che pure interpretò My Fair Lady. Sono dei fari e quando sono scoraggiata le ascolto e mi ricarico di energia. E poi sono cresciuta con i film musicali, mia mamma me li faceva guardare e io faccio lo stesso con mia figlia Giulia».

Il suo preferito?
«Tutti quelli con Hepburn, come Colazione da Tiffany, Sabrina, Vacanze romane, i film di Julie Andrews e di Barbra Streisand. E poi Il Mago di Oz, che da piccola guardavo e riguardavo mille volte. Oggi dovremmo farli vedere ai bambini, anziché lasciarli davanti al cellulare».

Sua figlia sarà con lei in scena al teatro Augusteo?
«Sì, interpreta un personaggio e canta pure. Sta iniziando a muovere i primi passi sul palcoscenico. Aveva pochi mesi quando abbiamo debuttato con La Sciantosa al festival di Spoleto. Venerdì festeggia l’undicesimo compleanno con la prima all’Augusteo».

Lei che ne pensa?
«Per il momento si diverte, le piace cantare e anche recitare e ne sono felice perché il teatro è una scuola di vita e devi saper fare tutto. Non so ancora se sia il suo destino, poi si vedrà ».

La sua Eliza Doolittle parla anche napoletano?
«Abbiamo sviscerato a lungo la questione della traduzione e sarebbe stato molto facile e divertente per me, purtroppo col cockney londinese il napoletano c’entra poco… Quindi abbiamo immaginato un accento meno caratterizzato, tra l’umbro e il marchigiano».

Come nel Principe abusivo di Siani, è bravissima nelle parti in cui è anche un po’ Cenerentola.
«Quello è un film che continua a incantare tutti perché è una favola come questo musical anche se ha 70 anni. Tutti abbiamo bisogno di staccarci da una realtà che richiede tanto impegno emotivo, ed è il successo di questa storia».

È anche quella del riscatto sociale di una ragazza. Ci si può riconoscere qui a Napoli?
«Non solo qui, ovunque. Bisogna rimboccarsi le maniche e puntare su noi stessi. È il messaggio di Eliza che riesce a trasformare la sua posizione sociale. Sceglie il suo professore, si impone dentro casa sua e decide che sarà lui ad aiutarla a trasformare il suo destino».

E Serena Autieri chi ha scelto per cambiare le sue sorti?
«Sicuramente me stessa. Ho tantissimi difetti su cui lavoro tutti i giorni ma se ho un pregio è quello della forza di volontà , della determinazione anche nei momenti più difficili. Come si dice a Napoli: tiriamo fuori la cazzimma».

A proposito di Napoli: cosa è per lei questa città ?
«A Napoli devo tutto, le mie origini, la mia formazione e tutti i colori ai quali posso attingere dentro di me. Napoli è fonte di ispirazione e di benessere perché è piena di energia e vitalità e mi sorprende sempre. Sento di dover dire grazie a questa città che ancora oggi cerco continuamente. E così pure mio marito, che si sarebbe trasferito qui “ieri”, e anche mia figlia».

Suo marito l’ha baciato a Napoli allora per la prima volta?
«No, il primo bacio ce lo siamo dati al Nord, sul Lago di Como durante una giornata uggiosa, ancora più romantica per questo. La nostra storia era cresciuta al telefono, lui era ancora a Dubai, perciò ci facevamo lunghe telefonate. Poi a un certo punto seppe che sarei andata al Lago per un weekend con un gruppo di amici e “per caso” si trovò lì. E non ci siamo più divisi: io andavo a Dubai, lui veniva a Roma, e dopo due anni ci siamo sposati».

È su di lui che fa leva nei momenti bui?
«Faccio leva su di me perché credo che nella vita bisogna contare soprattutto sulla propria carica interiore. Enrico Griselli è l’altra parte di me, come dire il braccio destro con il sinistro, io non potrei vivere senza di lui, non potrei pensare di non confrontarmi con lui o di non ascoltare i suoi consigli. Lui mi riporta con i piedi per terra quando sono troppo per aria, è la persona che mi abbraccia con grande calore e mi ricorda che la cosa importante siamo noi: lui, io e la creatura meravigliosa che mi ha regalato. È il mio complice, il mio confidente e il mio amante, è tutto e sono molto orgogliosa e fiera di questo. Credo sia stato l’incontro più importante della mia vita su cui ho scelto di continuare a investire sempre, un amore che nasce ogni giorno».

Con Serena Rossi e Luisa Ranieri è una delle napoletane bellissime che ce l’hanno fatta.
«Serena e Luisa le conosco e le stimo. Per me l’essere napoletana significa aver avuto una scuola di vita, Napoli è una città vera che ti schiaffa in faccia la realtà , non si nasconde mai. A Napoli impari “a campare”. Altro che social, per le ragazze: non c’è niente di più social delle strade di Napoli, venite qua».

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28 febbraio 2024

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Serena Autieri: «Audrey Hepburn è l’ispirazione. Sul lago di Como il primo bacio a Enrico, un amore cresciuto al telefono»

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28.02.2024

«Il mio futuro marito era a Dubai e seppe che sarei andata al Lago per un weekend: "per caso" si trovò lì». L’attrice impegnata in My Fair Lady, dove recita anche la figlia Giulia: stimo Serena Rossi e Luisa Ranieri

«Da bambina guardavo tutti i film di Audrey Hepburn, è così che sono diventata My Fair Lady». Lentiggini, grandi occhioni blu e la bravura di un’artista completa che recita, balla, canta: Serena Autieri la sua napoletanità verace la nasconde sotto un accento impostato e la grazia di chi ha sempre studiato tanto. L’etichetta di ex scugnizza che le hanno dato spesso non le si addice, il paragone con la grande attrice britannica invece sì.

Serena, dopo Vacanze romane porta in scena My Fair Lady. Ma Audrey Hepburn pare che non sapesse cantare.
«Non è vero, per me sapeva fare tutto. È una grande fonte di ispirazione, come Julie Andrews e in Italia Delia Scala che pure interpretò My Fair Lady. Sono dei fari e quando sono scoraggiata le ascolto e mi ricarico di energia. E poi sono cresciuta con i film musicali, mia mamma me li faceva guardare e io faccio lo stesso con mia figlia Giulia».

Il suo preferito?
«Tutti quelli con Hepburn, come Colazione da Tiffany, Sabrina, Vacanze romane, i film di Julie Andrews e di Barbra Streisand. E poi Il Mago di Oz, che da piccola guardavo e riguardavo mille volte. Oggi dovremmo farli vedere ai bambini, anziché lasciarli davanti al cellulare».

Sua figlia sarà con lei in scena al........

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