La proposta: una consulta delle associazioni cittadine nel Piano di Gestione

Un dossier delle associazioni cittadine sul centro storico patrimonio dell'umanità all’attenzione dei vertici Unesco che si apprestano a riunirsi a Napoli da lunedì prossimo, che ripercorre gli ultimi decenni dei progetti e dei piani di gestione. Lo presenta la consigliera regionale Marì Muscarà : «Il dossier è corredato da immagini sull’attuale degrado in cui versa l'area tutelata - spiega -. Vogliamo verifiche, ma la nostra intenzione è propositiva: finalmente dovrebbe ripartire questo Piano di Gestione ignorato per molto tempo e deliberato dal Comune solo qualche giorno fa. Per funzionare deve essere monitorato con la partecipazione attiva dei cittadini. Ribadiamo ai vertici Unesco la richiesta di essere ascoltati in occasione del loro incontro e chiediamo che la Consulta delle associazioni sia inserita nel Piano di Gestione per il centro storico di Napoli, le amministrazioni da sole non ce la fanno».

Ecco alcuni passaggi salienti del dossier. «Il Grande Progetto “Centro storico di Napoli, valorizzazione del sito UNESCO”, intendeva contribuire a riqualificare il nucleo antico della città storica. Gli interventi consistevano in progetti di recupero e rifunzionalizzazione del patrimonio monumentale per scopi culturali, sociali e del terzo settore e in progetti di riqualificazione degli spazi urbani». Nell'anno 2009 già da parte della consulta delle associazioni «si evinceva che era indispensabile l’adozione del Piano prevista (e promessa)» già da tre anni «ma la complessità del Sito non consentì alle Autorità locali di preparare il Piano da sole e già allora si sottolineò la necessità dell’intervento delle associazioni. La creazione di una cabina di regia fu fortemente raccomandata. L’obiettivo era l’integrità e l’autenticità del Sito. Ci si augurò di sostenere un turismo culturale che potesse essere da sprone per il raggiungimento di obiettivi di qualità ».
Al paragrafo 2007 – 2011, si legge: «Tanti fondi annunciati e poche realizzazioni. Di questi fondi si parlava fin dall’epoca del governatore Bassolino, che rassicurò tutti che i ritardi già accumulati non avrebbero avuto conseguenze negative, e così non fu. Sopraggiunse poi la Giunta Caldoro che contribuì a determinare ulteriori ritardi (Caldoro rifece il plan d'accapo rideterminando l'importo complessivo dei finanziamenti al ribasso, ndr). Ricordiamo Aldo Aveta che nel 2015 sottolineò l’esigenza di un dibattito pubblico su tale tema, denunciando “i cantieri fantasma” e dunque il rischio di perdita dei fondi. A gennaio del 2011 fu imposto un “Piano di Gestione del centro storico Unesco”, redatto ma poi abbandonato in un cassetto». Al paragrafo 2015-19 si enumerano progetti finanziati per un importo complessivo di 100 milioni (2.864.582,38 Por Campania Fesr 2007-2013 Fase 1 e € 96.263.619,75 Por Campania Fesr 2014-2020 Fase 2): «La giunta comunale De Magistris, garantì che per le opere di restauro non ultimate al 31 dicembre 2015, i fondi non si sarebbero persi e che sarebbero stati utilizzati nella programmazione 2014-2020. Si continuava incessantemente però a non assegnare un ufficio di competenza di Gestione. Oltre al danno dei fondi non spesi e dei restauri lasciati a metà , va sottolineato che fondi spesi in ritardo o non spesi, hanno un impatto negativo, depauperando l’assegnazione successiva. Ai gravi errori gestionali si sono aggiunte questioni di natura tecnica, prima tra tutti la scarsa qualità dei progetti di restauro. Intanto, quei famosi 100 milioni di euro sono diventati 40». Si cita poi il verbale del Comitato di Sorveglianza Por Campania FESR 2014-2020, che «conclude: con riferimento al GP “Unesco” è in corso il reperimento della documentazione ed in ogni caso il Comune di Napoli ha trasmesso documentazione attestante la spesa effettuata per circa sette mln». La commissione Europea interviene nel 2019 per monitorare il livello di avanzamento degli interventi e decide di «chiedere formalmente il ritiro del Gp per riproporre i progetti singolarmente, decertificandone la quota imputata al POR FESR 2007-2013».

Chi le ha viste A piazza Miraglia sono letteralmente sparite delle panchine sotto i gazebo dei locali

Secondo le associazioni e i professionisti in calce al dossier, «quella che avrebbe potuto essere la grande occasione di trasformazione urbana della città di Napoli e che avrebbe dovuto attivare un circuito economico ed occupazionale enorme, si rivela oggi essere una ennesima occasione mancata. Ci sarebbe stato all’epoca un pacchetto immediato di progetti, tra cui infrastrutture essenziali per la mobilità , il riuso di aree importanti dismesse e da bonificare, la riqualificazione del centro storico... Se ci sono progetti e fondi vuol dire che il problema è nella incapacità amministrativa. Chiediamo che vi sia da parte di Commissari Unesco la disponibilità a riscontrare nel Sito, con sopralluoghi accurati, quanto in questa sede come associazioni andiamo a denunciare in termini di: mancato rispetto delle regole comunali, sforamento degli spazi occupabili dagli esercizi commerciali, mancato rispetto delle distanze dei tavolini dei ristoranti dai monumenti di pregio e chiese e la rigorosa osservanza dei limiti dei mq. concessi all’esterno dei locali per norme Covid-19 che ormai si traduce in permesso legittimo e senza controllo per l’occupazione del suolo pubblico da parte dei trasgressori».

Il centro storico inoltre «e specialmente i Quartieri Spagnoli, sono stati interessati in questi anni da un fenomeno di gentrificazione dal basso: da un lato gli abitanti hanno potuto guadagnare dall’apertura di attività di ristoro, in quanto proprietari-gestori o in quanto lavoratori dipendenti, purtroppo spesso in nero, dall’altro, però, l’amministrazione comunale non è stata in grado di tenere sotto controllo questo fenomeno, per cui sono dovute andare via quelle fasce di popolazione storicamente più deboli, a cominciare dagli studenti e lavoratori fuorisede, perché il costo degli alloggi è aumentato a dismisura. La turistificazione del centro vede l’accentuazione delle disuguaglianze, poche opportunità lavorative stabili e garantite proprio perché poco o per niente regolamentate». Infine, «il centro storico Unesco sta perdendo la sua caratteristica di essere luogo abitato dai Napoletani, rischiando di diventare come tantissime altre città letteralmente divorate dalla “turistificazione”». Il Comune nel merito ha già annunciato di voler guardare al «modello Firenze». Ma la scelta di Firenze, che blocca le nuove licenze non intaccando affatto la speculazione pregressa dei grossi proprietari immobiliari, può definirsi veramente un «modello» a tutela dei cittadini residenti e perché no, dei piccoli imprenditori?

Hanno collaborato al dossier ed aderiscono alla protesta per la Consulta nel Piano di Gesione per l'area Unesco le seguenti associazioni : Progetto Napoli; Cittadinanza Attiva in difesa di Napoli; Associazione Culturale Napoli Centro Storico; Telefono Blu Napoli; Obiettivo Famiglia Federcasalinghe Napoli; Tiziana Iorio; Insieme x Innovare; C(R)T Comitato Resistenze Territoriali; Francesco Iannello - Assise Palazzo Marigliano; Riccardo Caniparoli - Italia Nostra; Pino De Stasio consigliere Seconda Municipalità Napoli; I Sedili di Napoli; Marì Muscarà , consigliere Regione Campania; Siti Reali; Rina Valeria De Lorenzo ex Parlamentare; Vincenzo Giunta; Pietro Spirito; Antonella Fabbricatore; Patrizia Carelli; Nada Salineri; Elisabetta Capodilupo; Acmè Napoli; Stefania Cappiello No Fly Zone; Antonio di Gennaro Assoutenti Campania Mobilità ; Osvaldo de Mase e Associazione Carlo III.
Â

Vai a tutte le notizie di Napoli

Se vuoi restare aggiornato sulle notizie della Campania iscriviti gratis alla newsletter del Corriere del Mezzogiorno. Arriva tutti i giorni direttamente nella tua casella di posta alle 12. Basta cliccare qui.

Siamo anche su Instagram, seguici https://www.instagram.com/corriere.mezzogiorno/

25 novembre 2023

© RIPRODUZIONE RISERVATA

QOSHE - Forum Unesco Napoli, le ragioni della protesta: consegnato un dossier sul centro storico  - Luca Marconi
menu_open
Columnists Actual . Favourites . Archive
We use cookies to provide some features and experiences in QOSHE

More information  .  Close
Aa Aa Aa
- A +

Forum Unesco Napoli, le ragioni della protesta: consegnato un dossier sul centro storico 

9 0
25.11.2023

La proposta: una consulta delle associazioni cittadine nel Piano di Gestione

Un dossier delle associazioni cittadine sul centro storico patrimonio dell'umanità all’attenzione dei vertici Unesco che si apprestano a riunirsi a Napoli da lunedì prossimo, che ripercorre gli ultimi decenni dei progetti e dei piani di gestione. Lo presenta la consigliera regionale Marì Muscarà : «Il dossier è corredato da immagini sull’attuale degrado in cui versa l'area tutelata - spiega -. Vogliamo verifiche, ma la nostra intenzione è propositiva: finalmente dovrebbe ripartire questo Piano di Gestione ignorato per molto tempo e deliberato dal Comune solo qualche giorno fa. Per funzionare deve essere monitorato con la partecipazione attiva dei cittadini. Ribadiamo ai vertici Unesco la richiesta di essere ascoltati in occasione del loro incontro e chiediamo che la Consulta delle associazioni sia inserita nel Piano di Gestione per il centro storico di Napoli, le amministrazioni da sole non ce la fanno».

Ecco alcuni passaggi salienti del dossier. «Il Grande Progetto “Centro storico di Napoli, valorizzazione del sito UNESCO”, intendeva contribuire a riqualificare il nucleo antico della città storica. Gli interventi consistevano in progetti di recupero e rifunzionalizzazione del patrimonio monumentale per scopi culturali, sociali e del terzo settore e in progetti di riqualificazione degli spazi urbani». Nell'anno 2009 già da parte della consulta delle associazioni «si evinceva che era indispensabile l’adozione del Piano prevista (e promessa)» già da tre anni «ma la complessità del Sito non consentì alle Autorità locali di preparare il Piano da sole e già allora si sottolineò la necessità dell’intervento delle associazioni. La creazione di una cabina di regia fu fortemente raccomandata. L’obiettivo era l’integrità e l’autenticità del Sito. Ci si augurò di sostenere un turismo culturale che potesse essere da sprone per il raggiungimento di obiettivi di qualità ».
Al........

© Corriere del Mezzogiorno


Get it on Google Play