Lo sfogo sui social dopo la notifica. Clemente, che lo aveva candidato: non riesco ad approfondire

Da simbolo anti-clan a presunto estorsore della Napoli bene, Antonio Piccirillo non ci sta a finire nella bufera e affida ai social la propria versione dei fatti: «Non c’è cosa più brutta di doverti difendere da qualcosa che non hai commesso. La mia unica colpa è stata quella di non aver fatto le valigie ed essere andato via da questa città ». Gli inquirenti della Dda di Napoli sembrano essere però di ben altro avviso e, come anticipato ieri dal Corriere del Mezzogiorno , il 28enne di Chiaia è ora indagato, in concorso con il fratello e il padre capoclan, per tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso. Secondo la ricostruzione dei pm, i tre avrebbero preteso una tangente da 20.000 euro da un noto albergatore-commerciante di Chiaia, che nel febbraio 2022 venne anche brutalmente picchiato dal più giovane dei figli di Rosario Piccirillo il biondo .Â

Nel 2019 il volto di Antonio Piccirillo aveva «bucato» gli schermi televisivi di tutta Italia. Pochi giorni dopo il tragico ferimento della piccola Noemi, la bimba colpita alla schiena da una pallottola vagante mentre era in piazza Nazionale con la nonna, il figlio del boss di Chiaia era intervenuto in una manifestazione e davanti a centinaia di persone aveva preso le pubbliche distanze dai trascorsi criminali del genitore: «Mio padre ha fatto delle scelte sbagliate ed è un camorrista. Amate i vostri padri, ma dissociatevi dal loro stile di vita». Parole dure, che gli avevano permesso di diventare all’istante un simbolo di ribellione alla subcultura camorristica.

Il suo messaggio aveva avuto un certo seguito, tanto che, a due anni di distanza, Alessandra Clemente, vicesindaco uscente del Comune di Napoli, aveva deciso di candidarlo nella propria lista per un posto nell’assise di via Verdi. Interpellata sulla vicenda giudiziaria che vede adesso Piccirillo junior protagonista, la consigliera comunale Clemente preferisce rinviare una presa di posizione: «Al momento non riesco ad approfondire, mi dispiace». Davanti alla richiesta di una replica, anche l’ormai ex simbolo anti-clan opta per il silenzio.Â

Antonio Piccirillo ha però affidato ai social due post pubblici di sfogo: «Chiedo a tutta la gente del quartiere di starmi vicino e di supportarmi in questa battaglia legale che mi vede imputato (al momento il suo status è di semplice indagato, ndr ) per un tentativo di estorsione. Mi rendo conto che é facile pensare male, ma questo tormento non lo merito. La mia vita è compromessa per un reato che non ho mai pensato di commettere». Concetto ribadito in un secondo messaggio: «Non c’è cosa più brutta di doverti difendere dal male che non hai mai fatto, avendo l’unica colpa di non aver fatto le valigie e andare via da questa città . Tutta colpa mia, ma il mondo ha bisogno di verità , basta menzogne e cattiverie gratuite».
Dubbi e interrogativi che, dopo il recente avviso di conclusione delle indagini preliminari notificato ai Piccirillo, potrebbero essere presto dipanati in un’aula di giustizia.

Vai a tutte le notizie di Napoli

Se vuoi restare aggiornato sulle notizie della Campania iscriviti gratis alla newsletter del Corriere del Mezzogiorno. Arriva tutti i giorni direttamente nella tua casella di posta alle 12. Basta cliccare qui.

Siamo anche su Instagram, seguici https://www.instagram.com/corriere.mezzogiorno/

24 marzo 2024

© RIPRODUZIONE RISERVATA

QOSHE - Piccirillo, da eroe anti-camorra a indagato:«L’unica colpa è statanon aver lasciato Napoli» - Luigi Nicolosi
menu_open
Columnists Actual . Favourites . Archive
We use cookies to provide some features and experiences in QOSHE

More information  .  Close
Aa Aa Aa
- A +

Piccirillo, da eroe anti-camorra a indagato:«L’unica colpa è statanon aver lasciato Napoli»

7 0
24.03.2024

Lo sfogo sui social dopo la notifica. Clemente, che lo aveva candidato: non riesco ad approfondire

Da simbolo anti-clan a presunto estorsore della Napoli bene, Antonio Piccirillo non ci sta a finire nella bufera e affida ai social la propria versione dei fatti: «Non c’è cosa più brutta di doverti difendere da qualcosa che non hai commesso. La mia unica colpa è stata quella di non aver fatto le valigie ed essere andato via da questa città ». Gli inquirenti della Dda di Napoli sembrano essere però di ben altro avviso e, come anticipato ieri dal Corriere del Mezzogiorno , il 28enne di Chiaia è ora indagato, in concorso con il fratello e il padre capoclan, per tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso. Secondo la ricostruzione dei pm, i tre avrebbero preteso una tangente da 20.000 euro da un noto albergatore-commerciante di Chiaia, che nel febbraio 2022 venne........

© Corriere del Mezzogiorno


Get it on Google Play