Madonnelle, tornelli aperti dalle 12.15 alle 19. Si viaggia senza ticket e nessuno ti ferma
Ma che problemi ha lâEav per tollerare lâesposizione nelle stazioni della Circumvesuviana di un cartello che si autodefinisce «importantissimo» e che recita così: «Biglietteria impresenziata dalle 12.15 a ultimato servizio». Che cosa vuol dire «impresenziata»? Nel linguaggio ferroviario, spiega la Treccani, il termine viene utilizzato nelle piccole stazioni in quei periodi della giornata nei quali il personale non è presente in servizio «non essendovi necessità di eseguire operazioni relative ai treni in transito».
Alla stazione di Madonnelle â che da sempre è un poâ un fantasma poiché funziona a singhiozzo, non esiste di sera e scompare del tutto nel periodo estivo â assume, invece, un altro significato. Vuol dire, in sostanza, che la biglietteria chiude alle 12.15, che i treni continuano a passare fino alle 19.03 circa (e perché dopo no? Boh) e che, quindi, per sei ore si è autorizzati a viaggiare gratuitamente tantâè che i tornelli sono aperti.Â
Facendo qualche conto, la biglietteria «impresenziata» si traduce in una perdita secca (ma il calcolo è approssimato per difetto) di almeno 6.000 euro al mese, 70 mila euro allâanno, vale a dire più del costo per lâassunzione di un bigliettaio. Che problemi avrà mai lâazienda per tollerare la perdita, ma anche il danno di immagine per un cartello degno di un film di Totò? Perché il management o gli azionisti dellâEav (la Regione) non fanno nulla? Che ne pensano i revisori dei conti del danno economico? E i sindacati? La biglietteria «impresenziata» non è una novità . Quel cartello a Madonnelle campeggia da mesi. Ma il 23 dicembre, lâantivigilia di Natale, con un via vai molto più intenso del solito, faceva proprio impressione vedere così tante persone usufruire di un servizio pubblico senza pagare il rispettivo costo. Compresa chi scrive, che non ha trovato alternative a viaggiare senza biglietto pensando (ingenuamente) per tutto il tempo a un modo per giustificarsi quando sarebbe arrivata a piazza Garibaldi ai tornelli di uscita, che generalmente sono presidiati da controlli. Non ce nâè stato bisogno, perché anche quelli erano spalancati e il personale sparito.
à evidente che, essendo arcinota la situazione, nessuno pensa di comminare multe ai viaggiatori provenienti dalla sfortunata fermata di Madonelle (e chissà se è lâunica «impresenziata»). Poi, quella del 23 è stata proprio una giornata pazza dei trasporti ferroviari a Napoli. Una volta alla Stazione centrale, anche i totem digitali di Trenitalia erano in tilt, per cui il personale suggeriva di accedere comunque ai binari della metro per i Campi Flegrei acquistando a bordo il biglietto da un capotreno, che, però, nessuno ha visto. Insomma, un caos di cui ci si poteva consolare solo per il clima festoso pre natalizio.
Bastava guardare i volti stupefatti e disorientati dei turisti, ma anche quelli dei due giovani napoletani che alla fermata di Madonnelle spiegavano di essere riusciti ad acquistare il biglietto appena prima della chiusura delle 12.15 e di stare aspettando da tre quarti dâora il prossimo treno (delle 13) avendo perso in mattinata il precedente delle 10.40 (due ore e mezza tra un treno e lâaltro? Proprio così). «Ragazzi, ma voi che siete così social, perché non protestate per il diritto alla mobilità ?». Risposta del primo: «Io vivo a Londra, vengo una volta allâanno per 15 giorni». Risposta del secondo: «Io vivo a Milano, qui mi vedono poco». Due ventenni della periferia est di Napoli, laureati, espatriati e di rientro solo per mangiare gli struffoli e stare con i parenti. Per cui, si sopporta tutto. Peccato, però, che migliaia di altri ragazzi, studenti e lavoratori, che vivono nel quartiere di Ponticelli siano letteralmente soffocati dalla carenza di servizi di trasporto, visto che lâalternativa alla Circum sono i poco frequenti autobus che fanno giri immensi e tristissimi prima di arrivare alla Stazione centrale, snodo per spostarsi ovunque a Napoli e nei dintorni.
Il fatto che tutto questo sia noto, non è un buon motivo per non domandarsi che impatto ha «lâimpresenziata» sui conti della società amministrata da Umberto de Gregorio, alla quale il Pnrr dovrebbe aver destinato centinaia di milioni di euro per il potenziamento e la messa in sicurezza dei trasporti.
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28 dicembre 2023 ( modifica il 28 dicembre 2023 | 07:46)
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Il caso della biglietteria «impresenziata», perché è un danno per i conti dellâEav
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28.12.2023
Madonnelle, tornelli aperti dalle 12.15 alle 19. Si viaggia senza ticket e nessuno ti ferma
Ma che problemi ha lâEav per tollerare lâesposizione nelle stazioni della Circumvesuviana di un cartello che si autodefinisce «importantissimo» e che recita così: «Biglietteria impresenziata dalle 12.15 a ultimato servizio». Che cosa vuol dire «impresenziata»? Nel linguaggio ferroviario, spiega la Treccani, il termine viene utilizzato nelle piccole stazioni in quei periodi della giornata nei quali il personale non è presente in servizio «non essendovi necessità di eseguire operazioni relative ai treni in transito».
Alla stazione di Madonnelle â che da sempre è un poâ un fantasma poiché funziona a singhiozzo, non esiste di sera e scompare del tutto nel periodo estivo â assume, invece, un altro significato. Vuol dire, in sostanza, che la biglietteria chiude alle 12.15, che i treni continuano a passare fino alle 19.03 circa (e perché dopo no? Boh) e che, quindi, per sei ore si è autorizzati a viaggiare gratuitamente tantâè che i tornelli sono aperti.Â
Facendo qualche conto, la biglietteria «impresenziata» si traduce in una perdita secca (ma il calcolo è........
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