Lo scrittore: «Non sono rimandi diretti al presente, ma guerra e intolleranza sono costanti della nostra storia»

Un Ricciardi «politico», angosciato non solo per le proprie vicende ma anche per il contesto storico dei suoi anni, che diventa sempre più drammatico sotto i suoi occhi increduli. È questo lo scenario del nuovo, avvincente romanzo di Maurizio de Giovanni, Soledad. Un dicembre del commissario Ricciardi (Einaudi; in libreria da martedì 21). Uno dei più riusciti e complessi dell’intero ciclo dedicato al poliziotto dagli occhi verdi.
L’inquieto commissario torna in scena, per la gioia dei numerosissimi lettori che ne seguono da anni la storia. Ma stavolta il poliziotto che percepisce la presenza dei morti e le loro sofferenze non dovrà vedersela solo con le passioni individuali che determinano i delitti: gelosia, amore, invidia, collera, motori degli efferati casi dei quali Ricciardi deve sciogliere di volta in volta i nodi. L’elemento in più, nel nuovo romanzo, è l’affermazione sempre più netta del fascismo. E la presa di coscienza del commissario.

Siamo alla vigilia della Seconda guerra mondiale e a Napoli non si può far finta di nulla. La Germania è lontana, ma la bufera che devasterà l’Europa sempre più vicina. E Ricciardi, nonostante sia perso nel ricordo della moglie Enrica morta prematuramente e sia dedito alla figlioletta Marta, viene travolto dal clima che va tragicamente incupendosi. L’atmosfera antisemita e la paura del conflitto che permeano il romanzo rimandano anche alle tragedie del nostro presente. «Naturalmente non ci sono riferimenti diretti all’attualità », spiega de Giovanni. «Ricciardi segue la sua strada, ma è pur vero che la guerra è una presenza costante nella storia d’Europa, anche in tempi recenti, dalla Bosnia fino all’Ucraina. Così come una costante è il sentimento antisemita che ancora oggi è drammaticamente diffuso». Proprio questo è uno degli elementi su cui si fonda Soledad , il romanzo delle solitudini, in cui la famiglia di Enrica si trova costretta a progettare la fuga per allontanarsi dal pericolo delle persecuzioni razziali. La moglie di Ricciardi aveva sangue ebreo e dunque anche la piccola Marta, che ne rispecchia per molti aspetti la personalità decisa e dolce al tempo stesso, è in pericolo.

Il romanzo per la verità segue molti fili che si dipanano parallelamente. «È il mio libro più corale», conferma de Giovanni. «Mi sembra che ciascuno dei personaggi abbia raggiunto una sua maturità , ciascuno di loro pretendeva un romanzo a parte, così ho dovuto fare lo sforzo di tenerli confinati entro certi limiti, riassumendo le loro vite. Però sento che ognuno di loro aveva molto da raccontare». E in effetti li ritroviamo tutti all’incrocio di snodi fondamentali della loro esistenza, da Livia che in Argentina soffre la lontananza dalla sua terra, fino a Bianca, inchiodata a un ruolo di amica e confidente mentre nutre una autentica passione per lo sfuggente commissario. Ma anche Maione, Bambinella, l’anarchico dottor Modo e perfino il servile Garzo, devono affrontare decisioni difficili e compiere scelte. La guerra imminente lo impone e non basta il Natale ad allentare la tensione. Naturalmente il destino di Ricciardi non si conclude qui. «Ho in mente almeno un altro romanzo», rivela de Giovanni. «Sarà Volver , il libro del ritorno. Voglio raccontare Ricciardi nella sua terra, in Cilento». Lo vedremo anche sul piccolo schermo? «Nel 2024 gireranno la nuova stagione, naturalmente sono un po’ indietro rispetto ai romanzi». E tutto il resto dell’universo di de Giovanni? «Prima di dedicarmi nuovamente a Ricciardi scriverò di Sara e dei Bastardi. Mina Settembre dovrà aspettare un po’».

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19 novembre 2023

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QOSHE - Maurizio De Giovanni: «Il mio Ricciardi lotta contro fascismo e antisemitismo» - Mirella Armiero
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Maurizio De Giovanni: «Il mio Ricciardi lotta contro fascismo e antisemitismo»

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19.11.2023

Lo scrittore: «Non sono rimandi diretti al presente, ma guerra e intolleranza sono costanti della nostra storia»

Un Ricciardi «politico», angosciato non solo per le proprie vicende ma anche per il contesto storico dei suoi anni, che diventa sempre più drammatico sotto i suoi occhi increduli. È questo lo scenario del nuovo, avvincente romanzo di Maurizio de Giovanni, Soledad. Un dicembre del commissario Ricciardi (Einaudi; in libreria da martedì 21). Uno dei più riusciti e complessi dell’intero ciclo dedicato al poliziotto dagli occhi verdi.
L’inquieto commissario torna in scena, per la gioia dei numerosissimi lettori che ne seguono da anni la storia. Ma stavolta il poliziotto che percepisce la presenza dei morti e le loro sofferenze non dovrà vedersela solo con le passioni individuali che determinano i delitti: gelosia, amore, invidia, collera, motori degli efferati casi dei quali Ricciardi deve sciogliere di volta in volta i nodi. L’elemento in più, nel nuovo romanzo, è l’affermazione sempre più netta del........

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