Un'epistola indirizzata al cugino, che fa seguito a una precedente, datata 1824. Il ministro Sangiuliano: «Un documento di grande valore»

«Assicuratevi che io v'amo infinitamente e divido con voi tutto il dolore dei vostri travagli. Seguite a far petto forte contro la fortuna, comandatemi e credetemi sempre vostro affezionatissimo cugino e amico G. Leopardi».Â
Così il grande recanatese scriveva a Giuseppe Melchiorri il 22 dicembre del 1824 («Caro Peppino», è l'incipit affettuoso della missiva). La lettera va ad aggiungersi al corpus delle carte leopardiane della Biblioteca Nazionale di Napoli, che se l'è aggiudicata all'asta. È datata 22 dicembre 1824 e il tono informale testimonia una lunga consuetudine epistolare tra i due corrispondenti. Del resto, la Nazionale di Napoli aveva già acquisito una precedente lettera indirizzata sempre a Melchiorri.Â

L'acquisizione è avvenuta grazie alla segnalazione della Soprintendenza Archivistica e Bibliografica del Lazio e all'esercizio del diritto di prelazione da parte del Ministero della Cultura e per un importo di 8500 euro. «L'acquisizione da parte della Biblioteca Nazionale di Napoli di una lettera autografa di Giacomo Leopardi è una notizia di grande rilievo per il mondo della cultura italiana. Si tratta di un documento di grande valore che arricchisce ulteriormente il già ricchissimo patrimonio della Biblioteca e ci permette di conoscere meglio la vita e il pensiero di uno dei più grandi poeti della nostra storia», ha affermato il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano.Â

La lettera del 22 dicembre 1824, di carattere prevalentemente privato, offre nuovi spunti di studio sulla vita e l'opera del poeta. In essa, Leopardi parla della nascita di un componimento mai dato alle stampe, «una edizioncina elegante - come si legge nel testo - dei Caratteri di Teofrasto tradotti dal greco in puro e buono italiano», testimonianza concreta dell’interesse filologico di Leopardi per la realizzazione di una edizione del testo greco che consentisse la più corretta traduzione di un libro poco conosciuto e del quale esisteva una più imprecisa traduzione fatta “dal Costantini”. I due cugini intrattennero nel tempo una fitta corrispondenza, caratterizzata da un profondo affetto e da un comune interesse per la cultura, grazie alla assidua frequentazione sviluppata durante i soggiorni romani di Leopardi. Simile nella scrittura delle consonanti e delle vocali sia per il carattere maiuscolo e per il minuscolo, sia per contenuti e i sentimenti di stima reciproca espressi nel testo, sembra che le due missive possano avere una continuità tra di loro.Â

La Biblioteca Nazionale di Napoli, terza tra le più importanti biblioteche d'Italia dopo Roma e Firenze, conserva un patrimonio librario di quasi due milioni di volumi, circa 20.000 manoscritti, più di 8.000 periodici, 4.500 incunaboli e 1.800 papiri ercolanensi. Edizioni rare e preziose, alle quali si aggiunge l’acquisizione di questa nuova lettera autografa di Giacomo Leopardi. La Biblioteca Nazionale di Napoli, infatti, è la sede del più importante fondo leopardiano, che comprende oltre alle lettere anche autografi, opere a stampa e altri documenti relativi al poeta.

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6 marzo 2024 ( modifica il 6 marzo 2024 | 13:54)

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QOSHE - Napoli, la lettera di Leopardi al «caro Peppino» acquisita dalla Biblioteca Nazionale - Mirella Armiero
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Napoli, la lettera di Leopardi al «caro Peppino» acquisita dalla Biblioteca Nazionale

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06.03.2024

Un'epistola indirizzata al cugino, che fa seguito a una precedente, datata 1824. Il ministro Sangiuliano: «Un documento di grande valore»

«Assicuratevi che io v'amo infinitamente e divido con voi tutto il dolore dei vostri travagli. Seguite a far petto forte contro la fortuna, comandatemi e credetemi sempre vostro affezionatissimo cugino e amico G. Leopardi».Â
Così il grande recanatese scriveva a Giuseppe Melchiorri il 22 dicembre del 1824 («Caro Peppino», è l'incipit affettuoso della missiva). La lettera va ad aggiungersi al corpus delle carte leopardiane della Biblioteca Nazionale di Napoli, che se l'è aggiudicata all'asta. È datata 22 dicembre 1824 e il tono informale testimonia una lunga consuetudine epistolare tra i due corrispondenti. Del resto, la Nazionale di Napoli aveva già acquisito una precedente lettera indirizzata sempre a Melchiorri.Â........

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