Da sette anni soggiorna al Majestic: «In fondo ci sono precedenti illustri, tra cui scrittori famosi. Io qui sto bene, sono accudito e coccolato. E mi sveglio contento»
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(Articolo pubblicato il 12 gennaio 2023)
Certo, bisogna poterselo permettere. Vivere in albergo non è da tutti né per tutte le tasche. Però resta una scelta singolare perché con un certo reddito si potrebbe abitare comodamente in una grande casa, con camerieri e personale di servizio. Invece câè chi sceglie di eleggere a proprio domicilio una stanza dâalbergo, a quattro stelle, ma senza troppi fronzoli né tanto spazio. à il caso di Sergio Cappelli, lâeccentrico ed elegante notaio napoletano, dandy dei nostri giorni, noto anche come Mr. Kind per la sua attività di benefattore, deciso a far conoscere arte e cultura e a veicolare la bellezza. Per questo Cappelli mette spesso in palio biglietti teatrali, di concerti e di mostre e li regala soprattutto ai giovani. Da sette anni il notaio abita al Majestic, in pieno centro, dopo aver lasciato un grande appartamento a Chiaia, dove ospitava una bella collezione di arte contemporanea.
Cappelli, si è mai pentito? Non le manca casa?
«No, da sette anni abito qui e sto benissimo. Quando amici e conoscenti mi spingono a cercare unâaltra sistemazione, rispondo sempre di no. Al Majestic mi sveglio contento».
Eppure viene da una dimora di rappresentanza, dove dava memorabili feste...
«In quella casa sono stato felice, ma nella vita esistono stagioni diverse, ora qualcosa è cambiato, sette anni fa cercavo una situazione più rassicurante, una tana. Pensavo in realtà che sarebbe stata una scelta momentanea, invece mi sono trovato così bene che non ho più cambiato».
Comâè la vita quotidiana in albergo?
«Sono accudito e coccolato, ho un ottimo rapporto con tutto il personale, quando torno trovo il portiere di notte per scambiare quattro chiacchiere... So che potrei avere gli stessi servizi in una casa mia, ma qui mi sento un uomo libero».
Non le sembra una scelta un poâ troppo originale?
«In realtà nella mia famiglia ci sono stati altri esempi. Un fratello di mio padre ha vissuto al Paradiso di via Catullo negli anni â70...».
Certo non tutti possono permetterselo.
«Lo capisco, ma è anche vero che qui non pago bollette, non devo occuparmi di manutenzione e riparazioni, insomma taglio certi costi».
Non le sta stretta la stanza di un albergo?
«Mi piace questa dimensione raccolta. Lâanno scorso ho subito un intervento chirurgico e il medico aveva dubbi se rimandarmi in albergo. Invece è stata unâottima cosa, sono stato accudito alla perfezione».
Come le è venuta lâidea di vivere qui?
«à stato casuale. Ma sono sempre stato affascinato da chi viveva in albergo. A Milano ho soggiornato al Grand Hotel et de Milan, dove Giuseppe Verdi ha vissuto per ventâanni. Addirittura è morto lì e si dice che quando era ammalato i milanesi ricoprirono le strade di fieno per attutire il rumore degli zoccoli dei cavalli e non disturbare il maestro. Sarà leggenda, ma è affascinante. Anche James Joyce ha vissuto a lungo in albergo, a Trieste. E lo stesso Joyce incontrò Proust a Parigi in un hotel chiamato Majestic, come questo napoletano. Insomma, non sono proprio uno svitato, ho dei precedenti illustri! Gli alberghi hanno grandi storie, se riesci a carpirne i segreti è un mondo davvero affascinante».
In albergo câè un certo andirivieni... se ne tiene alla larga?
«A volte la clientela mi incuriosisce. Faccio colazione in camera, ma poi mi fermo al bar a prendere un caffè e a studiare un poâ la varia umanità che passa di qui».
Ma come mai proprio il Majestic?
«Câè un personale efficientissimo, a partire dal signor Giuseppe. Poi sono in pieno centro della città . Infine, lâedificio è stato progettato dallâarchitetto Gino Aveta proprio nel 1957, anno della mia nascita. Era scritto nelle stelle».
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26 dicembre 2023 ( modifica il 26 dicembre 2023 | 09:10)
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Sergio Cappelli, il notaio napoletano che ha scelto di abitare in albergo: «La mia vita a 4 stelle»
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26.12.2023
Da sette anni soggiorna al Majestic: «In fondo ci sono precedenti illustri, tra cui scrittori famosi. Io qui sto bene, sono accudito e coccolato. E mi sveglio contento»
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(Articolo pubblicato il 12 gennaio 2023)
Certo, bisogna poterselo permettere. Vivere in albergo non è da tutti né per tutte le tasche. Però resta una scelta singolare perché con un certo reddito si potrebbe abitare comodamente in una grande casa, con camerieri e personale di servizio. Invece câè chi sceglie di eleggere a proprio domicilio una stanza dâalbergo, a quattro stelle, ma senza troppi fronzoli né tanto spazio. à il caso di Sergio Cappelli, lâeccentrico ed elegante notaio napoletano, dandy dei nostri giorni, noto anche come Mr. Kind per la sua attività di benefattore, deciso a far conoscere arte e cultura e a veicolare la bellezza. Per questo Cappelli mette spesso in palio biglietti........
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