Il caso Pellini, per le associazioni ambientaliste il ministero dellâAmbiente già parte civile «può attivarsi immediatamente per garantire lâeffettivo risarcimento del danno ambientale».
«Il ministero dellâAmbiente e della Sicurezza energetica agisca subito chiedendo il sequestro conservativo dei beni restituiti ai fratelli Pellini»: Legambiente e Libera chiedono lâintervento del governo dopo la sentenza della Cassazione che restituisce beni per oltre 200 milioni di euro.
«La sentenza che dispone la restituzione dei beni confiscati ai fratelli Pellini, condannati con sentenza definitiva per disastro ambientale, è una profonda ferita per la credibilità delle istituzioni - dicono le associazioni in una nota che segue proteste davanti al tribunale e iniziative al consiglio comunale di Acerra - e il diritto alla giustizia di intere popolazioni che hanno subito nel corso degli anni le conseguenze dei traffici e degli smaltimenti illegali di rifiuti ad Acerra e nellâarea nord di Napoli». La nota è firmata da Mariateresa Imparato, presidente di Legambiente Campania, e Mariano Di Palma, referente di Libera Campania.Â
Che proseguono: «In attesa di eventuali nuovi provvedimenti da parte della magistratura, il Ministero dellâAmbiente e della Sicurezza energetica, costituitosi come parte civile nel processo che si è concluso nel 2017 con la sentenza definitiva della Cassazione, può e deve attivare immediatamente, proprio a seguito del dissequestro dei beni avvenuto nelle scorse settimane, tutte le procedure necessarie, a partire dalla richiesta di sequestro di quanto ora restituito ai Pellini, per garantire in sede civile lâeffettivo risarcimento del danno ambientale. Bisogna impedire che quelle risorse, pari a oltre 200 milioni di euro, non siano più disponibili, come avrebbe dovuto prevedere il procedimento definitivo di confisca, annullato per decorrenza dei termini, per il risanamento ambientale dei territori inquinati».
«Quanto è accaduto â prosegue la nota congiunta delle due associazioni â richiede anche un chiaro impegno da parte del ministero della Giustizia affinché se ne chiariscano le cause e le eventuali responsabilità in tutte le fasi del procedimento. Ma soprattutto è fondamentale che procedimenti giudiziari come quello che aveva portato alla confisca dei patrimoni accumulati dai fratelli Pellini abbiano unâassoluta priorità , per impedire che possa ripetersi la cancellazione di sentenze decisive a causa di vizi di forma. Agiremo concretamente, attraverso il contributo degli avvocati dei Centri di azione giuridica di Legambiente, perché lâappello che rivolgiamo oggi al ministro dellâAmbiente Pichetto Fratin sia accolto».
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11 aprile 2024
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