Classe 1995, vive a Parigi, è stata Maria Callas in un docufilm

Immaginate un cammeo ellenistico che improvvisamente si animi e inizi a parlarvi. Carolina d’Alterio, classe 1995, ha quella grazia antica che le ha consentito, ad esempio, di essere scelta per interpretare Maria Callas nel docufilm Le donne di Pasolini (di Eugenio Cappuccio per Rai 3). Napoletana di Posillipo, con una laurea in Architettura in tasca, dopo gli anni romani che l’hanno vista allieva della scuola di recitazione Duse International, aveva il cruccio di essere poco «verace» per i tanti set sotto il Vesuvio. La sua bellezza hepburniana pareva non avere «mercato» fino a quando le hanno chiesto di diventare la controfigura nientemeno che di Penelope Cruz.

Sembra un po’ una favola: una giovane attrice ha una star di riferimento e l’ammira così tanto da riuscire diventarne l’alter. Com’è successo?
«Sì esatto, una favola: magari presto ci scriverò un film. È successo, come tutte le cose più belle, in modo totalmente inaspettato. Ero appena tornata a Napoli per le vacanze estive dopo un anno a Roma dove studiavo recitazione con Francesca De Sapio, membro del Actor Studio di New York, quando ricevetti una telefonata da un numero sconosciuto: era un’agenzia che mi chiedeva di fare un provino per lavorare come controfigura di una star interazionale. Non mi rivelarono il nome, ma quando lo riferii a mia madre, non ebbe dubbi: “È Penelope Cruz, te l’ho sempre detto che sei uguale!”. Forse è per questo che l’ho sempre amata molto come attrice e come donna; mi sentivo stranamente vicina a lei, aveva qualcosa di estremamente familiare».

E come andò?
«Mi dissero che la star per la quale mi avrebbero ingaggiata era proprio lei e il film L’immensità di Emanuele Crialese. Non avevo quasi nessuna esperienza di set, soprattutto non a quei livelli. Mi sentivo a Disneyland: mi affascinavano tutti i mestieri, dal macchinista al regista, dall’attore al parrucchiere, tutto sembrava magico. Ho seguito Penelope per un mese e non posso immaginare palestra o gavetta migliore».

E dopo il film di Crialese?
«Continuano a volermi al suo fianco. Qualche settimana fa sono stata scelta da Lancôme per lavorare sul set sempre con Penelope Cruz ma questa volta per uno spot pubblicitario. Sono convinta che nessun incontro avviene per caso e il nostro è davvero straordinario».

Siete praticamente separate alla nascita. Com’è essere l’alter ego di una star da Oscar?
«Penelope è una persona discreta, disponibile, con una sensibilità speciale che definirei da “streghetta”: ci siamo piaciute subito, ha mostrato sincero interesse nei miei confronti, non è escluso che potremo diventare anche amiche».

Dalla stella spagnola a una serie francese. Lei è stata scelta per «Alphonse», diretta da Nicolas Bedos, prodotta da Prime Video, in cui recita affianco a Jean Dujardin, Charlotte Gainsbourg e Laura Morante. Com’è stata selezionata?
«Alphonse è arrivata al momento giusto: ero pronta per il mio primo vero ruolo. Alla fine del mio terzo anno di scuola di recitazione, avevo fatto un po’ di gavetta e Parigi era la città dei miei sogni. Non potevo desiderare di più. La selezione è stata inconsuetamente semplice: il mio agente mi suggerito di partecipare a un casting con un video-provino. È andato bene e da un giorno all’altro mi sono ritrovata a Parigi, a fare le prove costume per una serie di livello mondiale, con un budget di quaranta milioni e un cast stellato».

Qual è il suo personaggio?
«Laura Tomazi è la madre del protagonista ma da giovane, da adulta è interpretata da Laura Morante. È una donna intensa ed elegante, un personaggio drammatico: vittima di un marito violento, un mafioso italiano che la tratta senza rispetto, è apparentemente passiva e fragile ma si rivela una donna forte e molto coraggiosa».

Di serie non era del tutto digiuna. Aveva avuto un piccolo ruolo in «Gomorra».
«Sì, è stato il mio primo in assoluto: ho avuto una particina nella quinta stagione, in uno degli episodi diretti da Marco D’Amore. Qualunque cosa si pensi di questa fiction molto discussa, di certo ha portato lavoro e ha aperto tante porte soprattutto per noi giovani attori».

Da Napoli a Parigi passando per Roma.
«Ora vivo a Parigi: è la città ad avermi scelta non il contrario. Le riprese di Alphonse sono durate sei mesi, ho fatto la pendolare dall’Italia tante volte e alla fine ho assecondato gli eventi e mi sono fermata lì. È stato un anno ricco di incontri durante il quale sono nate opportunità che mi legano sempre di più alla Francia».

Nuovi progetti?
«Da napoletana scaramantica non dovrei dirlo, ma sto lavorando con un gruppo di francesi a un lungometraggio. Ho accolto il suggerimento di Jean Dujardin. Sul set gli chiesi: “Cosa consigli a noi attori affamati?”. E lui: “Sorridi sempre e nel frattempo scrivi, non aspettare che le cose arrivino, creale tu”».

«Alphonse» è una produzione importante, ma non ha avuto una grande promozione perché il regista Bedos, a luglio, è stato indagato per tre casi di stupro. Lei è stata diretta da lui... Cosa ne pensa?
«La questione è molto complessa, l’argomento estremamente delicato: da donna e attrice sono arrabbiata, ma non saprei entrare nel merito delle vicende in questione. Di certo quello che è successo ha creato molto disagio: Prime Video ha sospeso la promozione; la serie è uscita senza lancio pubblicitario, penalizzando enormemente soprattutto noi attori emergenti».

Regista di culto con cui vorrebbe lavorare?
«Mario Martone: amo i suoi film ma soprattutto quello che lui definisce il suo “viaggio nell’umano”».

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29 dicembre 2023 ( modifica il 29 dicembre 2023 | 07:52)

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QOSHE - Carolina d’Alterio: «Io, partenopea poco verace e controfigura di Penelope Cruz» - Natascia Festa
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Carolina d’Alterio: «Io, partenopea poco verace e controfigura di Penelope Cruz»

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29.12.2023

Classe 1995, vive a Parigi, è stata Maria Callas in un docufilm

Immaginate un cammeo ellenistico che improvvisamente si animi e inizi a parlarvi. Carolina d’Alterio, classe 1995, ha quella grazia antica che le ha consentito, ad esempio, di essere scelta per interpretare Maria Callas nel docufilm Le donne di Pasolini (di Eugenio Cappuccio per Rai 3). Napoletana di Posillipo, con una laurea in Architettura in tasca, dopo gli anni romani che l’hanno vista allieva della scuola di recitazione Duse International, aveva il cruccio di essere poco «verace» per i tanti set sotto il Vesuvio. La sua bellezza hepburniana pareva non avere «mercato» fino a quando le hanno chiesto di diventare la controfigura nientemeno che di Penelope Cruz.

Sembra un po’ una favola: una giovane attrice ha una star di riferimento e l’ammira così tanto da riuscire diventarne l’alter. Com’è successo?
«Sì esatto, una favola: magari presto ci scriverò un film. È successo, come tutte le cose più belle, in modo totalmente inaspettato. Ero appena tornata a Napoli per le vacanze estive dopo un anno a Roma dove studiavo recitazione con Francesca De Sapio, membro del Actor Studio di New York, quando ricevetti una telefonata da un numero sconosciuto: era un’agenzia che mi chiedeva di fare un provino per lavorare come controfigura di una star interazionale. Non mi rivelarono il nome, ma quando lo riferii a mia madre, non ebbe dubbi: “È Penelope Cruz, te l’ho sempre detto che sei uguale!”. Forse è per questo che l’ho sempre amata molto come........

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