La Rete nazionale per la parità di genere nelle arti: presenza femminile nel 23% di spettacoli

Teatro, sostantivo maschile singolare. Scena, drammaturgia, scenografia, coreografia, sostantivi femminili singolari. A voler dare ascolto alla grammatica il mondo dello spettacolo sarebbe a prevalenza femminile, ma non è così, come in quasi tutti gli ambiti di lavoro.
A fornire i dati della presenza delle donne artiste nei teatri campani è una preziosa mappatura che Illumina, Rete nazionale per la parità di genere nelle arti performative renderà nota l’8 marzo, dopodomani, in un incontro organizzato con la Cgil, al Centro direzionale (Isola 62).

Si tratta del primo censimento di genere che parte proprio da Napoli e la Campania per fotografare lo stato dell’arte e promuovere, indicare, creare un cambiamento. Perché, pare scontato, i dati non sono affatto soddisfacenti.
Su 58 programmazioni di teatri e festival analizzate e 592 spettacoli di prosa programmati nella stagione 2023-2024 (la Lirica al momento è esclusa dall’indagine) risultano: 142 spettacoli con presenza femminile nel processo di ideazione e messinscena (drammaturgia, regia, adattamento etc.) pari al 23,9. Nel dettaglio si rilevano: 95 regie pari al 16,04 %; 89 drammaturgie pari al 15,0%; 12 adattamenti pari a 2,0. Pochino tutto in generale e in particolare ovvero in rapporto ai dati nazionali (rilevati da Amleta) che narrano un panorama lievemente più roseo ma comunque declinato al maschile con un 21,6 % di regie di donne, 20,7% drammaturgie, 31,8% adattamenti.

Il lavoro di Illumina è andato già oltre la mera schedatura. La rete nazionale delle donne che con vari talenti lavorano in teatro è nata nel 2021 con l’obiettivo di promuovere la cultura della differenza, di realizzare azioni politiche e culturali, eventi e iniziative finalizzate al riequilibrio di genere al 50% nell’ambito delle arti performative. E come prima azione «politica» nel 2022 ha messo in campo un approfondito lavoro di interlocuzione con la Commissione Cultura del Senato, il cui risultato è stata l’approvazione — esattamente il 5 maggio — di un emendamento del Codice dello spettacolo, precisamente dell’articolo 12 relativo alle Disposizioni concernenti il Fondo unico per lo spettacolo. E recita così: «I decreti del Ministro della cultura di riparto dei contributi a valere sul Fondo unico per lo spettacolo di cui all’articolo 1 della legge 30 aprile 1985, n. 163, tengono conto del criterio integrativo riguardante la promozione dell’equilibrio di genere». Il principio, dunque, è già stato recepito. Ora bisogna attuarlo. Da qui la necessità di censire la presenza delle donne di spettacolo teatro per teatro da quelli istituzionali a quelli più o meno off.Â

Si parte naturalmente dallo Stabile di Napoli (anno di riferimento 2022). Su 37 spettacoli distribuiti su tre sale troviamo 5 regie firmate da donne ovvero il 13,5% (quasi una sola regia per sala), 6 drammaturgie pari al 16,2%, 3 adattamenti-scrittura scenica o «a cura di» che corrisponde all’8,1% e 8 spettacoli che presentano una presenza femminile nel processo di ideazione e messinscena (drammaturgia, regia, progettazione etc.) 21,6%.
Il Bellini, Teatro di rilevante interesse culturale (nella classificazione del Mic) su 50 spettacoli, in due sale ha affidato ad artiste donne 6 regie pari al 12% (una sola nella sala grande, le altre sono concentrate nel Piccolo Bellini), 9 drammaturgie ovvero il 18 %, 5 adattamenti etc 10%, 13 spettacoli progettati da donne più di un quarto, il 26 %.
La mappatura indica che anche il Teatro Nuovo di Napoli che, si ricorda è «riconosciuto oggi come uno dei luoghi storici del teatro di sperimentazione in Italia» affidato come si sa al Teatro Pubblico Campano non svetta: su 19 spettacoli troviamo 5 regie al femminile ovvero il 26,3%, 4 drammaturgie per un 21,0%, 1 adattamento 5,2 % e 7 spettacoli ideati anche da donne pari al 36,8 %. La Sala Assoli-Casa del contemporaneo su 23 spettacoli offre una sola regia a donne (4,3%), una drammaturgie (4,3%) 2 adattamenti (8,6%) e 4 spettacoli con un ruolo femminile nella messinscena (17,3%). Restiamo ai Quartieri Spagnoli con Galleria Toledo – Teatro stabile d’innovazione. Qui su 30 spettacoli 13 hanno una regia femminile pari al 43,3% un dato che si avvicina al 50% auspicato da Illumina; e sono nate da penne femminili 8 drammaturgie 26,6%, 7 adattamenti 23,3 %, 15 ideazioni e messinscene pari, eccoci alla meta, al 50 %. Il censimento include anche le sale private, come quella storica del Diana. Nel 2023, su 9 pièce 0 regie e drammaturgie, 1 adattamento e 1 ideazione etc. (11,1 %).
Uno sguardo nella culturalmente fervida periferia ci racconta che al Nest, nel 2023, su 15 spettacoli le donne hanno firmato 4 regie (26,6%), 4 drammaturgie (26,6%), 5 progettazioni a vario titolo (33,3%). L’elenco è lungo e sarà diffuso «Lotto Marzo» (così il titolo dell’incontro).

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6 marzo 2024

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QOSHE - Il teatro campano è maschio: «Poche donne in cartellone» - Natascia Festa
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Il teatro campano è maschio: «Poche donne in cartellone»

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06.03.2024

La Rete nazionale per la parità di genere nelle arti: presenza femminile nel 23% di spettacoli

Teatro, sostantivo maschile singolare. Scena, drammaturgia, scenografia, coreografia, sostantivi femminili singolari. A voler dare ascolto alla grammatica il mondo dello spettacolo sarebbe a prevalenza femminile, ma non è così, come in quasi tutti gli ambiti di lavoro.
A fornire i dati della presenza delle donne artiste nei teatri campani è una preziosa mappatura che Illumina, Rete nazionale per la parità di genere nelle arti performative renderà nota l’8 marzo, dopodomani, in un incontro organizzato con la Cgil, al Centro direzionale (Isola 62).

Si tratta del primo censimento di genere che parte proprio da Napoli e la Campania per fotografare lo stato dell’arte e promuovere, indicare, creare un cambiamento. Perché, pare scontato, i dati non sono affatto soddisfacenti.
Su 58 programmazioni di teatri e festival analizzate e 592 spettacoli di prosa programmati nella stagione 2023-2024 (la Lirica al momento è esclusa dall’indagine) risultano: 142 spettacoli con presenza femminile nel processo di ideazione e messinscena (drammaturgia, regia, adattamento etc.) pari al 23,9. Nel dettaglio si rilevano: 95 regie pari al 16,04 %; 89 drammaturgie pari al 15,0%; 12 adattamenti pari a 2,0. Pochino tutto in generale e in particolare........

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