Emendamento al Documento unico di programmazione passato in Consiglio. Verso un nuovo aumento della tassa di soggiorno in vista del Giubileo

Via libera del Comune di Napoli al salario minimo. Appaltatori, concessionari — anche per chi svolge attività pagando suolo pubblico e per tutti i casi in cui l’ente comunale deve autorizzare l’esercizio di attività pure commerciali — dovranno versare ai collaboratori almeno 9 euro l’ora. Il Consiglio Comunale ha approvato a maggioranza (contro le opposizioni) un emendamento presentato dal consigliere Gennaro Esposito (Lista Manfredi) che richiama un Ordine del giorno del consigliere Sergio D’Angelo al Dup.

 «L’applicazione del salario minimo è a pena di decadenza o di risoluzione ed il controllo è demandato ai responsabili del procedimento ed alla polizia municipale». Napoli, dunque, si allinea a Comuni come Milano, Firenze, Livorno e la vicina Bacoli, «nella tutela del lavoro e del salario minimo che consenta così come previsto dalla Costituzione una vita dignitosa», si legge nella nota comunale.Â

Un emendamento al Dup che arriva nel giorno in cui l’aula approva le tariffe a domanda individuale, compreso l’aumento previsto lo scorso anno del biglietto Anm a corsa unica a 1,50 euro. Azioni propedeutiche, quindi, all’approvazione del bilancio preventivo 2024-2026.

L’assessore alle finanze, Pier Paolo Baretta, ha evidenziato come attraverso le tariffe l’amministrazione riesca a coprire «il 53 per cento dei costi, percentuale superiore a quanto richiesto dalla legge, senza aumentare le tariffe», sottolineando che però si registra «uno squilibrio di circa 11 milioni tra costi ed entrate». Da qui, la necessità posta dall’esponente di procedere nel 2024 a un «monitoraggio costante dell’andamento dei costi così da poter agire caso per caso, rimodulando le tariffe, recuperando l’evasione e trovando soluzioni per realizzare un migliore equilibrio tra spese e ricavi».Â

Che significa? Che si razionalizza, si interviene su eventuali sprechi, si recupera l’evasione, si cercano nuovi finanziamenti. Ma anche che potrebbero crescere le tasse ancora. Cominciando da una che l’assessore menziona nella sua relazione: la tassa di soggiorno in vista del Giubileo, che il 24 dicembre prossimo comincerà formalmente con l’apertura, a Roma, della Porta santa della Basilica di San Pietro, e durerà fino al 24 dicembre 2025. E Napoli, dopo Roma, sarà la tappa principale per migliaia di fedeli che si sposteranno in città . Un movimento di turismo religioso che si aggiungerà a quello tradizionale e che lascia immaginare un anno da tutto esaurito nelle strutture ricettive della città .

Da qui, la necessità , per recuperare cassa, di incrementare la tassa di soggiorno che viene ritenuta cosa certa nelle stanze comunali, atteso che non si tratta di gabella a carico dei napoletani ma di costi sostenuti dai turisti. Molto più delicato — e preoccupante — invece, è il passaggio di Baretta su tutto il resto che viene attenzionato dal Comune. Perché a pagine 14 della relazione viene spiegato che per compensare lo squilibrio di circa 11 milioni tra entrate e uscite «è necessario porre una maggiore attenzione all’intera problematica delle Entrate, proponendoci — scrive Baretta — l’obiettivo di incrementarle, senza ricorrere ad ulteriori tasse o tributi», «salvo aggiustamenti fisiologici o interventi previsti dalla legislazione nazionale». E vista poi l’esigenze di «concentrarci su campi ancora poco esplorati quali, ad esempio, i canoni patrimoniali, la pubblicità , i condoni, i servizi a domanda Individuale, i canoni concessori, i ponteggi e cantieri, i passi carrai, le ztl, le strisce blu, i parcheggi, la tariffazione di biglietti e tariffe turistiche, eccetera». Sostanzialmente, recuperando tasse o tariffe evase, oppure incrementando quelle esistenti. Anche se per ora la cosa non è all’ordine del giorno. Per l’assessore alle Finanze — che dal prossimo anno farà i conti con 34 milioni in meno del Patto per Napoli (116 rispetto ai 150 di quest’anno) che diventeranno 104 in meno (46) dal 2026 in avanti — «è opportuno effettuare un approfondimento specifico per ciascuno di questi punti perché è necessario ed urgente un piano generale di razionalizzazione, sia in ordine al recupero, in alcuni casi, di una evidente evasione, vedi la refezione scolastica; sia, in altri casi, di un adeguamento tariffario, semmai distinguendo tra il contributo che possono dare i napoletani e i residenti, da quello che possono dare gli ospiti».Â

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9 aprile 2024 ( modifica il 9 aprile 2024 | 22:22)

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A Napoli il salario minimo è «legge»: chiunque collabora con il Comune dovrà versare ai lavoratori 9 euro l'ora

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09.04.2024

Emendamento al Documento unico di programmazione passato in Consiglio. Verso un nuovo aumento della tassa di soggiorno in vista del Giubileo

Via libera del Comune di Napoli al salario minimo. Appaltatori, concessionari — anche per chi svolge attività pagando suolo pubblico e per tutti i casi in cui l’ente comunale deve autorizzare l’esercizio di attività pure commerciali — dovranno versare ai collaboratori almeno 9 euro l’ora. Il Consiglio Comunale ha approvato a maggioranza (contro le opposizioni) un emendamento presentato dal consigliere Gennaro Esposito (Lista Manfredi) che richiama un Ordine del giorno del consigliere Sergio D’Angelo al Dup.

 «L’applicazione del salario minimo è a pena di decadenza o di risoluzione ed il controllo è demandato ai responsabili del procedimento ed alla polizia municipale». Napoli, dunque, si allinea a Comuni come Milano, Firenze, Livorno e la vicina Bacoli, «nella tutela del lavoro e del salario minimo che consenta così come previsto dalla Costituzione una vita dignitosa», si legge nella nota comunale.Â

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