C'è la delibera della giunta comunale di Napoli. I cantieri di Castel Capuano e del Complesso dei Girolamini chiusi entro il 2024

Via libera della giunta Manfredi alla cabina di regia e al comitato tecnico-scientifico che dovranno redigere un nuovo piano di gestione del centro storico di Napoli, patrimonio Unesco, «alla luce — si legge nella delibera del 3 novembre scorso — delle nuove linee guida in materia, adottate dall’Unesco in data 24 settembre 2023». Con la nascita di un tavolo interistituzionale, quindi, palazzo San Giacomo rimette in moto un piano che sostanzialmente si era fermato al 2010.

In delibera, la cabina di regia viene definita «di pilotaggio», e avrà «il compito di definire le azioni da porre in essere per la gestione e la tutela del sito Unesco». Ne faranno parte i componenti degli uffici comunali competenti, rappresentanti della Regione Campania e del Ministero della Cultura; il presidente, o un suo delegato, dell’Osservatorio permanente per il centro storico di Napoli, ricostituito il 15 aprile 2022, dopo la nascita nel 2013, in Consiglio comunale e presieduto dal sindaco di Napoli. Mentre del Comitato tecnico scientifico, «che dovrà portare avanti le attività di studio e ricerca e con il compito di redigere documenti», faranno parte «soggetti interni ed esterni all’amministrazione, ma anche provenienti dal mondo accademico delle Università campane». L’Unesco ha inviato le linee guida per rivedere il piano del centro storico meno di due mesi fa, il 24 settembre scorso. Tempi stretti, dunque.
Da Palazzo San Giacomo spiegano che dopo un lungo periodo di avvio e sviluppo del Grande progetto, legato soprattutto alla complessità dell’operazione che vede coinvolti svariati attori — Regione Campania, Comune di Napoli, Soprintendenza, Curia, Asl e altri —, questa amministrazione, rimarcano dal Comune di Napoli —, ha dato un nuovo impulso all’avanzamento di alcuni interventi e cantieri fermi da anni, e «ritenuti strategici per l’attrattiva dei principali siti Unesco della città di Napoli»: è il caso di Castel Capuano e del Complesso dei Girolamini; due interventi, questi, da terminare entro il 2024.

Entro la fine di quest’anno, invece, dovrebbero concludersi altri interventi tra cui l’insula del Duomo, i Complessi di Santa Maria della Colonna, di Santa Maria Maggiore Cappella Pontaniana e dei Santi Severino e Sossio. Eppoi le chiese di San Pietro a Majella, di San Pietro Martire, dei Santi Cosma e Damiano e quella di Santa Croce e Purgatorio al Mercato. infine, la Cappella Pignatelli. Questo, almeno, è il cronoprogramma dei lavori nel breve periodo.

Intanto, Salvatore Ronghi, presidente di «Sud protagonista», commenta favorevolmente la delibera varata dalla giunta Manfredi in vista del nuovo Piano. «Dopo l’approvazione dell’importante delibera con la quale si frena l’assalto delle friggitorie — dichiara Ronghi —, prendiamo atto con soddisfazione che il sindaco Manfredi ha recepito ed attuato un’altra delle nostre proposte, presentate nel convegno lo scorso 30 aprile, ed ha gettato le basi per la redazione del nuovo Piano di Gestione Unesco del Centro Storico di Napoli». Sempre Ronghi auspica che della cabina di regia faccia parte anche «una rappresentanza delle competenze e del territorio» ed auspica che questi organismi vengano costituiti al più presto «affinché il nuovo Piano di gestione del Centro Storico Unesco possa prendere corpo seguendo la logica di disciplinare, valorizzare e tutelare questo nostro immenso patrimonio storico, archeologico ed artistico e affinché esso possa essere finalmente volano per lo sviluppo culturale e turistico di Napoli, secondo requisiti e criteri di legalità e di qualità , come si addice ad una città di straordinaria eccellenza come la nostra».

Parla invece di «coniglio fatto uscire dal cappello» da parte del Comune di Napoli, Maria Muscarà , ex M5S, oggi consigliere regionale del gruppo Misto. «Dopo le manifestazioni e le interlocuzioni con le associazioni ad inizio novembre, in cui abbiamo chiesto la rimozione della targa Unesco dal centro storico per “indegnità ”, il Comune di Napoli, in vista della visita da parte della delegazione Unesco, a Napoli dal 27 al 29 novembre, ha deliberato la redazione di un nuovo «Piano di gestione sito Unesco». Il vecchio piano, sostiene Muscarà , «risalente a gennaio 2011, non è mai stato aggiornato ed è rimasto lettera morta». Ed ancora: «Il Comune — aggiunge il consigliere regionale — così come le brave massaie che ricevono ospiti improvvisi, ha nascosto la polvere sotto al tappeto, deliberando la redazione di tale piano in extremis, del resto doveva pur mostrare qualche atto recente in previsione della visita della rappresentanza Unesco. Ovviamente non ci fidiamo di queste apparenze ed abbiamo chiesto di incontrare i vertici, e porteremo un dossier di denuncia sullo stato di degrado del centro storico».
Napoli, dunque, tra meno di dieci giorni ospiterà 194 delegati da tutto il mondo e i ministri della Cultura di molti paesi, ospitando il «Cultural Heritage in the 21st century», in occasione della celebrazione per il 50esimo anniversario della convenzione sul Patrimonio Mondiale e della ricorrenza ventennale della convenzione sul Patrimonio Immateriale: «Una grande vetrina e occasione per Napoli», come ha spiegato il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, che insieme al ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha voluto che questo appuntamento si tenesse nella città del Golfo.

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16 novembre 2023

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Centro storico Unesco: cabina di regia e comitato scientifico per preparare il piano

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16.11.2023

C'è la delibera della giunta comunale di Napoli. I cantieri di Castel Capuano e del Complesso dei Girolamini chiusi entro il 2024

Via libera della giunta Manfredi alla cabina di regia e al comitato tecnico-scientifico che dovranno redigere un nuovo piano di gestione del centro storico di Napoli, patrimonio Unesco, «alla luce — si legge nella delibera del 3 novembre scorso — delle nuove linee guida in materia, adottate dall’Unesco in data 24 settembre 2023». Con la nascita di un tavolo interistituzionale, quindi, palazzo San Giacomo rimette in moto un piano che sostanzialmente si era fermato al 2010.

In delibera, la cabina di regia viene definita «di pilotaggio», e avrà «il compito di definire le azioni da porre in essere per la gestione e la tutela del sito Unesco». Ne faranno parte i componenti degli uffici comunali competenti, rappresentanti della Regione Campania e del Ministero della Cultura; il presidente, o un suo delegato, dell’Osservatorio permanente per il centro storico di Napoli, ricostituito il 15 aprile 2022, dopo la nascita nel 2013, in Consiglio comunale e presieduto dal sindaco di Napoli. Mentre del Comitato tecnico scientifico, «che dovrà portare avanti le attività di studio e ricerca e con il compito di redigere documenti», faranno parte «soggetti interni ed esterni all’amministrazione, ma anche provenienti dal mondo accademico delle Università campane». L’Unesco ha inviato le linee guida per rivedere il piano del centro storico meno........

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