Dalla manifestazione di Roma a quella per i fondi della Cultura, fino a Bagnoli. Governatore e sindaco sempre più distanti

L'assenza «fisica» di Manfredi alla manifestazione (giovedì 16 febbraio) di De Luca contro l'Autonomia differenziata segna un solco profondo, quasi definitivo, tra governatore campano e sindaco di Napoli. Il primo, in aperta guerra col governo; il secondo, invece, dialogante con l'esecutivo. Certo, De Luca è un politico, comunque del Pd, quindi di segno opposto a Meloni e ministri; mentre Manfredi, mai come ora, rivendita il suo status di tecnicoÂ
- certo, di area, ma sempre tecnico - quasi una comfort zone per avere le mani politicamente libere. Eppoi perché da sindaco, quindi da amministratore, ha una necessità impellente di avere un dialogo aperto con il governo, che è di centrodestra, lui che è a capo di una maggioranza di centrosinistra - con Pd e M5S alleati - che nel Paese neppure è realtà . Ecco quindi che, pur avendo giocato un ruolo di sponsor molto forte per la sua candidatura, oggi De Luca non ha più alcuna influenza su Manfredi. Che anzi su tanti temi si differenzia dal governatore e non fa nulla per mitigare questo suo distinguo.Â

De Luca, per esempio, con il ministro per il Sud, Raffaele Fitto, è andato allo scontro arrivando alle querele; Manfredi, invece, rappresentando il governo in veste di commissario per Bagnoli, alla prima cabina di regia per la bonifica e la trasformazione dell'ex area dell'Italsider, ha ottenuto, proprio da Fitto, subito l'ok per i fondi necessari per completare le bonifiche; e anche il sostegno per ripensare alla colmata di Bagnoli affinché resti dov'è, evitando sprechi di denaro per centinaia di milioni di euro per rimuoverla, in quanto basterebbe rimetterla in sicurezza per sfruttarla come banchina evitando così di bloccare la zona con centinaia di camion che ogni giorno dovrebbero portar via i detriti.Â

De Luca, sabato 17 febbraio, il giorno dopo la manifestazione di Roma ne tiene un'altra al teatro Sannazaro per denunciare, insieme a diversi artisti, i tagli al settore. Nel frattempo il governatore mantiene costantemente aperto il fronte polemico con il ministro Sangiuliano, con cui lo scontro è ormai quotidiano. Manfredi, invece, non solo non va alla manifestazione di Roma, ma neppure a quella del Sannazaro; e soprattutto con Sangiuliano, ha rapporti ottimi e punti di contatto che gli rendono l'amministrazione del settore culturale certamente più semplice: dalla rilancio dell'Albergo dei poveri agli interventi nel perimetro Unesco; dai lavori di riqualificazione del Maschio Angioino a quelli della Floridiana, il napoletano Sangiuliano sta sostenendo molto città di cui Manfedi è sindaco. Insomma, atteggiamenti - e distinguo - tra governatore sindaco molto ma molto diversi, con uno scontro cominciato due anni fa, quando la Regione ridusse i trasferimenti al Teatro San Carlo di cui Manfredi è presidente e il Mic finanziatore principale, fino alla manifestazione di Roma, dove sulla carta, il Comune, c'era, condividendo la battaglia contro l'autonomia differenziata ma non quella, frontale, con il governo. C'era l'assessore pd Teresa Armato, però, non Manfredi. Il quale, per una serie di convergenze, potrebbe essere il candidato di Pd e M5S per la presidenza della Regione. Al posto di De Luca. Ecco perché tutto torna.Â

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18 febbraio 2024 ( modifica il 18 febbraio 2024 | 16:18)

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QOSHE - Il perché del silenzio di Manfredi e i distinguo da De Luca nei rapporti con il Governo: mai così lontani - Paolo Cuozzo
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Il perché del silenzio di Manfredi e i distinguo da De Luca nei rapporti con il Governo: mai così lontani

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18.02.2024

Dalla manifestazione di Roma a quella per i fondi della Cultura, fino a Bagnoli. Governatore e sindaco sempre più distanti

L'assenza «fisica» di Manfredi alla manifestazione (giovedì 16 febbraio) di De Luca contro l'Autonomia differenziata segna un solco profondo, quasi definitivo, tra governatore campano e sindaco di Napoli. Il primo, in aperta guerra col governo; il secondo, invece, dialogante con l'esecutivo. Certo, De Luca è un politico, comunque del Pd, quindi di segno opposto a Meloni e ministri; mentre Manfredi, mai come ora, rivendita il suo status di tecnicoÂ
- certo, di area, ma sempre tecnico - quasi una comfort zone per avere le mani politicamente libere. Eppoi perché da sindaco, quindi da amministratore, ha una necessità impellente di avere un dialogo aperto con il governo, che è di centrodestra, lui che è a capo di una maggioranza di centrosinistra - con Pd e M5S alleati - che nel Paese neppure è........

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