L'allenatore della Nazionale: «Potrei prendere casa qui, sono un official scugnizzo»

La parabola sportiva ricorda un po’ quella di Walter Vetroni quand’era sindaco di Roma che da juventino convinto diventò quasi romanista — juventino è rimasto — per passione e per trasporto, oltre a diventare grande amico di Francesco Totti che ne sostenne fortemente l’azione amministrativa. Tempi diversi, città diverse, squadre diverse. Stessa estrazione politica. Anche Gaetano Manfredi, sindaco di Napoli, sembra aver avviato, se non del tutto «completato», il processo di «conversione» della sua passione calcistica: arrivato a Palazzo San Giacomo da tifoso bianconero — per via, disse, dei colori bianconeri simili a quelli del Nola, squadra che da bambino andava a vedere col papà — «diventa» oggi un «nuovo» tifoso azzurro, con «passione e trasporto» come un accanito frequentatore del Maradona. Tanto che al Corriere del Mezzogiorno rivela: «Juventino? Sono tifoso del Napoli anch’io. E da oggi ancora di più». Laddove quell’«oggi» coincide con il giorno in cui il sindaco ha conferito la cittadinanza onoraria a Luciano Spalletti, tecnico-trascinatore del Napoli. Nella motivazione è evidenziato come «l’impresa sportiva abbia contribuito a rafforzare l’immagine, il prestigio e l’identità partenopea».

La cerimonia si è tenuta nella sede solenne dell’Antisala dei Baroni, al Maschio Angioino. «Credo che questa cittadinanza di Napoli a Spalletti sia il giusto riconoscimento a un grande personaggio che ha dato tanto alla città e che ha amato tanto Napoli, ma che è anche molto amato dalla città », le parole del sindaco. A Spalletti l’aula — presenti tra gli altri la console degli stati Uniti a Napoli, Tracy Roberts-Pounds, e la console francese, Lise Moutoumalaya — ha riconosciuto tutta la sua passione e il suo amore per un’annata guidata dal tecnico toscano che sembra destinata ai libri di storia. Il tutto, preceduto da una laudatio del professor Bruno Siciliano, tifosissimo del Napoli, quindi dalla parole del sindaco Manfredi e della presidente del Consiglio comunale, Enza Amato. Cerimonia che si è svolta sotto lo sguardo attento di Aurelio De Laurentiis, che mettendo da parte le dichiarazioni taglienti contro Manfredi — e definito alla vigilia della sfida del Napoli con il Real Madrid al Bernabeu «lo juventino Gaetano, sindaco di Napoli» — ha accettato l’invito del sindaco a presenziare alla cerimonia chiarendo anche che «lo scudetto è comunque cosa ripetibile!». E a Spalletti ha anche detto: «Ora che sei napoletano sarai costretto a venire ogni volta che ti chiameremo per avere i tuoi consigli». Battuta che il tecnico ha replicato con un’altra battuta: «È sempre stato cosi. Lui, De Laurentiis, viene dal cinema. E come quando si vede un film horror: speri che la scena sia l’ultima, poi arriva e ti rovescia tutto addosso. Comunque, grazie presidente».Â

Il nuovo napoletano Spalletti ha praticamente trascorso mezza mattinata a fare selfie e ad autografare magliette. «Oggi — ha detto — ricevo questa cittadinanza che mi dà una emozione indescrivibile. Non so se la merito, avevo una squadra fortissima, che non poteva che vincere lo scudetto», le parole dell’ex tecnico azzurro. Ed ancora: «Ho dedicato me stesso a questa maglia azzurra ed è fortissimo il legame tra me e il popolo napoletano che è l’aspetto a cui tengo di più. Quando sono diventato tecnico del Napoli, parlando con gli altri del club, si diceva che serviva lo stadio pieno, ma difficile da riempire, dato che i tifosi presente allo stadio erano circa 22-25 mila. Da due anni, invece, il Maradona si riempie e riportare i napoletani allo stadio è un grande premio per noi». Quindi la rivelazione, che sancisce la sua napoletanità : «Non ho ancora preso casa a Napoli, per il momento, però è una cosa che può succedere anche perché da questo momento sono un official scugnizzo e posso dire che Napoli è casa mia: nessun comune mortale merita quello che mi avete trasferito qui». Vola basso, poi, quando si ricorda chi, del Napoli, ha avuto la cittadinanza onoraria prima di lui: Maradona. «La cittadinanza come Diego? Non facciamo paragoni di questo livello, questi non li reggo. Non lo so se riuscirò ad essere forte come i napoletani, però mi impegnerò al massimo per quello che è qualsiasi presa di posizione per questa città ». Immancabile la domanda finale sul perché sia andato via. «È una cosa che è dispiaciuta anche a me però volevo preservare questa bellezza che avevo nel cuore e non rimetterla subito in discussione, perché è una roba che nessuno può sentire se non la prova direttamente come l’ho provata io». Da ieri, però, la napoletanità , Spalletti, ce l’avrà non soltanto tatuata sul braccio ma anche negli atti ufficiali del Comune di Napoli. Cambia molto.

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8 dicembre 2023

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QOSHE - L’effetto Spalletti sul sindaco Manfrediche adesso dice: «Sono un tifoso del  Napoli» - Paolo Cuozzo
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L’effetto Spalletti sul sindaco Manfrediche adesso dice: «Sono un tifoso del  Napoli»

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08.12.2023

L'allenatore della Nazionale: «Potrei prendere casa qui, sono un official scugnizzo»

La parabola sportiva ricorda un po’ quella di Walter Vetroni quand’era sindaco di Roma che da juventino convinto diventò quasi romanista — juventino è rimasto — per passione e per trasporto, oltre a diventare grande amico di Francesco Totti che ne sostenne fortemente l’azione amministrativa. Tempi diversi, città diverse, squadre diverse. Stessa estrazione politica. Anche Gaetano Manfredi, sindaco di Napoli, sembra aver avviato, se non del tutto «completato», il processo di «conversione» della sua passione calcistica: arrivato a Palazzo San Giacomo da tifoso bianconero — per via, disse, dei colori bianconeri simili a quelli del Nola, squadra che da bambino andava a vedere col papà — «diventa» oggi un «nuovo» tifoso azzurro, con «passione e trasporto» come un accanito frequentatore del Maradona. Tanto che al Corriere del Mezzogiorno rivela: «Juventino? Sono tifoso del Napoli anch’io. E da oggi ancora di più». Laddove quell’«oggi» coincide con il giorno in cui il sindaco ha conferito la cittadinanza onoraria a Luciano Spalletti, tecnico-trascinatore del Napoli. Nella motivazione è evidenziato come «l’impresa sportiva abbia contribuito a........

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