Il sindaco: «Ora câè la sostenibilità finanziaria per fare qualunque cosa». Fi e Fratelli dâItalia: un Bilancio da fantascienza, contiene solo tasse e tributi
«Abbiamo tirato la tesa fuori dallâacqua». à racchiusa in questa frase di Gaetano Manfredi la sensazione di cessata «apnea» che si respira in Municipio dopo il via libera al Bilancio, il terzo approvato dallâinsediamento dellâex rettore a Palazzo San Giacomo. Un bilancio in cui si registra una riduzione del disavanzo e vengono quantificati importanti trasferimenti di denaro nelle casse comunali, che consentiranno al Comune, per la prima volta dallâinizio dellâera Manfredi, di guardare agli investimenti in un altro modo. Sia per i fondi del Pnrr, sia per quelli del completamento della metropolitana. E per il Patto per Napoli, anche se questo 2024 sarà lâultimo anno in cui il trasferimento sarà cospicuo: 150 milioni, andando a decrescere fino a 46 milioni lâanno dal 2026 e per i 15 anni successivi. Non câè riferimento, sempre sul versante degli investimenti pubblici, dei fondi per Bagnoli, perché quello è un sito di interesse nazionale, quindi esula dal Bilancio comunale: la gestione è tutta governativa, sebbene Manfredi sia il commissario. Però, i soldi per gli investimenti â circa 1,7 miliardi â ci sono. E questo fa tirare un sospiro di sollievo al primo cittadino.
«Questo Bilancio rappresenta per noi un punto di arrivo ma anche un punto di partenza», disse il sindaco dopo lâok al Bilancio avvenuto a notte fonda: «à il terzo bilancio che approviamo, ma il primo è come se non ci fosse stato, perché quando ci siamo insediati abbiamo subìto il trascinamento degli effetti della situazione finanziaria precedente. Ed è il primo Bilancio in cui abbiamo un minimo di agibilità rispetto a una prospettiva di sostenibilità finanziaria della città , prerequisito per fare qualsiasi cosa». Sempre il sindaco ha poi rivendicato: «Abbiamo fatto scelte molto complicate. Sono passati due anni dal Patto per Napoli e fino a due anni fa eravamo in dissesto. Abbiamo preso anche misure impopolari, abbiamo aumentato le aliquote, abbiamo messo delle tasse, abbiamo chiesto dei sacrifici ai napoletani. Tutto è stato fatto con responsabilità e anche con grande senso dellâistituzione. Nessuno credeva che saremmo usciti dalla situazione finanziaria in cui eravamo, tutti ci davano come morti. E il fatto che ce lâabbiamo fatta a mettere la testa fuori dallâacqua devâessere motivo di grande orgoglio per noi e per la città ». Manfredi ha poi rilanciato: «La cosa più importante è il piano di assunzioni che dobbiamo continuare a fare. Poter assumere migliaia di giovani, napoletani, entrati in Comune, in Asìa, in Anm, significa che abbiamo dato anche una prospettiva di lavoro a tante persone».
Un emendamento al Dup, intanto, votato dalla maggioranza, ha introdotto anche a Napoli il salario minimo da 9 euro. Decisione contro la quale lâAicast (associazione del terziario) minaccia anche di ricorrere al Tar perché «rischia di alimentare concorrenza sleale». Tutto è però rinviato alla delibera di giunta che metterà in pratica il Dup, poi si saprà di più su come lâamministrazione intenderà intervenire sul salario minimo. La decisione è passata con 27 sì e la contrarietà di FI, FdI, gruppo Maresca e un astenuto. Tutti respinti, invece, i 700 emendamenti presentati dallâopposizione, che con Forza Italia parla di «Bilancio fantascientifico». Mentre Fratelli dâItalia, a proposito delle parole di Manfredi sul peso dei «sacrifici chiesti ai napoletani», ricorda quanto questo Bilancio contenga «tasse e tributi più alti dâItalia».
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11 aprile 2024
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